martedì 14 novembre 2017

MEZZE MANICHE RIGATE CON CREMA DI FINOCCHI E TONNO


La siccità della scorsa estate non ha permesso agli alberi di olivo di dare i frutti aspettati ma , nonostante questo ,il fermento che caratterizza questo periodo dell'anno in casa , non ha praticamente eguali.
Si comincia a cogliere i primi di novembre e già questo , rispetto a quando ero piccola è un fatto piuttosto anomalo , perché i contadini ed il babbo , volevano necessariamente cominciare la raccolta dopo la Fiera di Santa Caterina , che coincide con il 25 novembre .
Fiaschette di vino e grappa , facevano compagnia alle scale con i pioli di legno , alla base dei pedoni di olivo , perché talvolta era talmente gelida l'aria che per riscaldarsi , i contadini , usavano bere qualcosa di forte ed avere la sensazione di affrontare il gelo in maniera   più decente.
Si , perché oltre alla date della raccolta , erano diverse anche le stagioni .
L'inverno era davvero inverno , di quelli che la terra scricchiolava sotto i piedi quando camminavi , perché la mattina fino a mezzogiorno , il ghiaccio che si era formato durante la notte , non riusciva a sciogliersi con il flebile sole , ma anzi in certi posti particolari , quelli esposti alla "merigge "  proprio non si scioglieva mai .
Mamma mi infilava una tuta imbottita e cerata sopra gli altri vestiti , un passamontagna di lana ed il cappuccio della stessa tuta , chiuso con una lunga cerniera , e mi infagottava talmente tanto che riuscivo a muovermi a stento .
Giornate intere passate con il freddo dentro alle ossa , con i contadini che mi facevano raccogliere le olive cadute per recuperare anche  l'ultima per  terra e non sprecare , ed io quando sentivo le piccole dita gelate , cominciavo con la punta di un sasso ad incidere piccoli solchi per terra nei quali nascondevo le olive e le ricoprivo con i piedi .
Quando il contadino che veniva pagato dal  babbo per  mantenere  il podere  ,venne a scoprirlo , mi sculacciò talmente tanto che quel giorno non sentì freddo e chiaramente per rincarare la dose , pensando di fare un dispetto agli altri , mi attaccai alla bottiglietta di grappa , finendo la giornata  sopra la tazza del bagno a piangere e vomitare e continuai così per tutta la notte  .
A queste giornate , seguiva immancabilmente , quella del frantoio con la macina a pietra .
L'odore di sansa che sprigionava mi faceva venire il mal di stomaco , e spesso mi addormentavo nelle barche di stoini puliti accanto alla stufa a legna del frantoio stesso ,  dopo che il mio entusiasmo nel vedere le prime gocce di olio uscire dalle olive  , era scemato .
Il rituale della prima bruschetta era quasi magico , e fino alle leccornie del Natale , non c'era altro di meglio che potesse sostituire quel piatto pieno di sapore e significati .
L'odore di aglio , che la nonna emanava tutta la notte mentre le dormivo accanto , mi ha fatto così odiare questa pianta  ,che attualmente lo uso solo il necessario per cucinare e mai crudo per strofinare il pane con l'olio nuovo ..
Certe tradizioni sono rimaste intatte in casa e così la sera della molitura ceniamo con bruschetta o fettunta , contornata però da fagioli , carne  ed ogni ben di Dio.In pratica  quello che è cambiato , è che adesso non è più pasto , ma un semplice  crostino che funge da antipasto frugale   ma  che al primo morso mi riporta ad altri tempi.
Tra le prime cose che cucino con l'olio nuovo c'è il risotto , ma anche questa pasta , che se volete potete fare con olio  della scorsa stagione , certo è che con quello nuovo acquista un valore ed un retrogusto tutto particolare ..
Il nostro olio Toscano , ha un certo pizzicore i primi tempi , dovuto alla molitura ed al tipo di albero , in questo pecchiamo di orgoglio sostenendo che come il nostro pochi ce ne sono , ma ogni toscano si vanta del proprio olio , sebbene ho assaggiato quello calabrese , ligure , siciliano che seppur diversi sono sempre notevoli...quindi cominciamo con la bollitura dei finocchi...






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • pasta di semola , formato mezze maniche , perché incorpora meglio la crema , 240 g
  • finocchio fresco , 1 grande
  • tonno sottolio 200 g circa 
  • olio extra vergine di oliva 
  • sale 
  • pepe nero
  • aglio , uno spicchio 
  • parmigiano grattugiato un bel cucchiaio
  • panna fresca liquida , 2 cucchiai



Fate a pezzetti il finocchi dopo averlo ben lavato , e mettetelo in una padella antiaderente con lo spicchio di aglio , coperto con acqua , un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale .
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere piano la verdura .
In una capiente casseruola , fate scaldare un altro cucchiaio di olio al quale aggiungerete successivamente il tonno sbriciolato , ed una spolverata di pepe nero.




Fate cuocere la pasta , e appena il finocchio sarà cotto passatelo al mixer .
Scolate la pasta al dente ,  buttatela nella casseruola e mescolatela al tonno e alla panna liquida .


Aggiungete la crema di finocchi , amalgamate bene spolverate con parmigiano e pepe nero.
Decorate  con qualche rametto di finocchio fresco e servite calda .

BUON APPETITO 



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venerdì 10 novembre 2017

MARMELLATA DI MELE COTOGNE



Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti  abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti  ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano  ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le  tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i  parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano  rape , conigli ,polli  e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente  a  tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti  ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere  per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni  le donne anziane  ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...

Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....



INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G

  • mele cotogne con la buccia , una decina 
  • zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
  • rum o passito , mezzo bicchiere
  • cannella , una spolverata 
  • zucchero a velo
  • mezzo limone , il succo
  • acqua
  • barattoli sterilizzati

Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche  le parti ammaccate e deteriorate, poi  fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .




Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .



Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .





Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore  e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..




BUON APPETITO ..
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giovedì 9 novembre 2017

FIORELLINI DI SFOGLIA CON PRUGNE


Raccontare di un'emozione non è sempre facile , soprattutto se è una di quelle inaspettate , fatta di coincidenze strane , destini incrociati.
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia un proprio destino , puoi leggermente plasmarlo , deviarne il corso , ma ciò che è scritto , lo è dal momento in cui i tuoi occhi vedono la luce .
Altrimenti  ,non ci sarebbero persone tanto sfortunate da nascere in posti in cui ogni giorno lottare con le difficoltà della vita è routine , ed altre nate con sette camice come diceva nonna .
Bambini che nascono con genitori anaffetivi che diventeranno i migliori figli del mondo , altri che nascono circondati da un mare d'amore e si scorderanno completamente di avere genitori.
Chi nasce in territori pieni di uranio e chi isolato nella cima di una montagna  ,dove respirare è un privilegio.
E sono convinta che ogni persona che incrociamo nella nostra vita , non vi entra per caso ..
Appena finito gli studi superiori , per non gravare alla mia famiglia , mi districavo tra cucire una scarpa in pura pelle , confezionare una maglia di pura lana con i ferri della nonna , e per circa due anni fui la "tata " di un bambino fantastico ,che aveva compiuto da poco un anno figlio di una signora Americana e di un Romano  .
Francesco , questo è il suo nome , mi fu totalmente affidato dalla mamma nelle ore in cui lei adempiva al suo lavoro .
Biondo occhi azzurrissimi come il cielo terso  ,era un bambino di una bontà ineguagliabile .
Spesso il giorno non era sufficiente alla madre occupata dal suo lavoro , e mi tenevo quel piccolo bambolotto anche a dormire con me , stretti nel lettone di casa dei miei , dentro una camera , nella quale già dormivamo io , mia sorella e la nonna .
Tante giornate trascorse insieme a questo piccolo , che ogni giorno diventava sempre di più il centro delle mie giornate ed impegnava un grande pezzo del mio cuore .
Poi le variabili e varianti della vita , mi portarono a cambiare totalmente lavoro e dovetti lasciare quel bimbo , non senza enorme sofferenza .
Durante gli anni l'ho pensato spesso , ho ritrovato fotografie che ci ritraevano insieme , ho rivisto a volte  la madre , la quale mi aveva detto che Francesco non viveva più in Italia ma si era trasferito a studiare in America .

In un normalissimo e anonimo pomeriggio di lavoro la scorsa settimana , seduta alla mia cassa , improvvisamente sento di dover alzare gli occhi dal nastro trasportatore , l'unica cosa che attira la mia attenzione mentre lavoro ,tranne e fatta eccezione per  qualche   sguardo dei  clienti più empatici ..
Di fronte a me , nella cassa davanti un bellissimo ed altissimo uomo contraccambia il mio sguardo, mi batte forte il cuore e a lui sembra altrettanto , fermo le mani e mi alzo in piedi , lui si avvicina , ed un abbraccio immenso e strettissimo conferma ciò che entrambi avevamo capito.
Io la sua baby sitter , lui il mio primo bambino amatissimo .
Mi emoziono e gli occhi si inumidiscono ..lui sorride felice dice che a primavera tornerà e si fermerà qualche mese..lo saluto , capiamo che non siamo due esseri estranei.
Dopo soli due giorni , mentre trafelata cucino la cena prima della mia solita ora in fisioterapia , con la finestra aperta nel giardino , mi accorgo che quattro figure sconosciute cominciano a mangiare i frutti di uno stupendo corbezzolo..
Commento con mio figlio che non è molto educato da parte loro , e mi ostino a guardare meglio per capire ..ancora lui , il mio Francesco  (ha anche lo stesso nome di mio figlio...)nascosto dal cespuglio ma ben riconoscibile..
Scherzosamente gli grido che non è corretto rubarmi i frutti del corbezzolo..lui rimane basito ..Sei tu !... ed abiti qui in questo posto divino..
Scendo le scale di corsa , chiamo a raduno mio figlio , il mio compagno e la mamma ..
Ci emozioniamo tutti , avevo parlato di lui a tutti ..la mamma offre loro un  caffè.
Francesco è insieme a tre ragazzi americani , stupiti e meravigliati della nostra accoglienza .
Ci abbracciamo , ci scambiamo il numero di telefono , ci facciamo una fotografia insieme , e mi prometti che non ci perderemo più.
Dici che quando sarai in America , curioserai nel mio blog , per cucinare piatti che ti ricordano casa ..
Sono felice di averti ritrovato e che tu mi abbia regalato questa splendida emozione.
E per festeggiare virtualmente ti regalo questi semplici dolcetti di pasta sfoglia ..i miei fiorellini con prugne e crema ..




INGREDIENTI PER CIRCA 12 FIORELLINI

  • pasta sfoglia , 1 rotolo
  • prugne denocciolate , 12
  • panna liquida , 3 cucchiai
  • preparato per crema Paneangeli  ,3 cucchiai
  • zucchero a velo
  • perline argentate 




Con degli stampini a fiore medio grandi  , andate a ritagliare circa dodici pezzi nel rotolo di pasta sfoglia .
Amalgamate la polvere per crema con la panna liquida fino a creare una crema densa che userete per coprire il centro del fiore .
Stendete gli avanzi della sfoglia  , e ritagliate dei fiorellini più piccoli nel cui centro andrete a fare un piccolo foro.
Coprite con i fiori piccoli quelli grandi ed appoggiate al centro di ciascuno , sopra il foro la prugna denocciolata e le perline argentate .




Accendete il forno a 180° e sistemate la teglia nella quale avrete disposto carta da forno e fiori .
Cuocete per circa 15 minuti , controllando che la sfoglia non si colori troppo.

Togliete dal forno lasciate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.




Gustate e conservate a temperatura ambiente ...


BUON APPETITO


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mercoledì 8 novembre 2017

BUCATINI AL PESTO DI RAPE ROSSE



E poi ci sono quei giorni pieni di ricordi , di emozioni , quelli in cui ripercorri una strada che hai percorso mille volte , ed ogni angolo ti ricorda un particolare momento della tua vita .
Non so se possa trattarsi di nostalgia legata al trascorrere degli anni , o di mancanza di qualcosa , o meglio di qualcuno.
Generalmente non sono brava a ricordare gli anniversari piuttosto che le date di compleanno , e di questo a volte mi dispiaccio moltissimo , ma il giorno in cui è venuta a mancare una delle persone più importanti della mia vita , mi ronza sempre intorno e quando arriva , come oggi  ,non faccio che posare lo sguardo sulle foglie ingiallite cadute ai margini dei viali , come a simboleggiare la fine di un ciclo di vita .
Lo zio , che probabilmente ho già descritto in questo contesto , è quella persona che in molti casi ha sostituito egregiamente mio padre , spesso assente per troppo lavoro anche se fisicamente ma non con il cuore  , quello che mi riconduce a migliaia di ricordi meravigliosi.
Lo zio e il cibo , il suo parallelo amore tra vita e cibo .
Chi ama la vita , lo si riconosce anche a tavola , ci sono gesti degli occhi , delle mani , strani buffetti , che contraddistinguono i veri amanti della vita anche a tavola .
Lo zio mi ha insegnato una volta  a tavola quando ero molto piccola , che non si parla con il boccone in bocca , non si mastica a bocca piena e non si fanno rumori mentre si beve o si termina il bicchiere di acqua..non si tira su il caffè ne la minestra .
Sono questi gli insegnamenti di vita , pochi fra migliaia che mi ha lasciato , che ricordo perfettamente , forse perché  fanno parte di una gestualità quotidiana .
Lo zio che ci e mi ha lasciato in questo otto novembre  ,lo ha fatto tra le mie braccia , con un'ultima frase leggermente sospirata , che fu...quando chiamano bisogna partire ..
Ed è con questo monito che vivo ,quando chiamano bisogna partire , anche se la direzione che vorresti prendere , spesso è opposta alla tua volontà.
Si dice che i migliori mangiatori oltre che amanti della vita sono amanti perfetti..
Si dice che un giorno pieno di foglie gialle necessita di un po' di colore per scacciare la solitudine che mi pervade ...un pesto di rape rosse ha colorato perfettamente i miei bucatini , mangiati da sola davanti ad una fotografia che ancora fa scendere qualche lacrima , benefica e liberatoria.




INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • bucatini o altro formato di pasta , 240 g
  • rape rosse , 2 anche già lessate 
  • noci una decina circa 
  • parmigiano , 100 g
  • olio extra vergine di oliva 
  • qualche foglia di menta 
  • sale ,pepe nero
Se utilizzate le rape rosse già lessate , scaldatele cinque minuti in acqua calda leggermente salata.



Mentre la pasta cuoce , preparate nel mixer il pesto per il condimento.
Fate a pezzetti la rapa rossa , aggiungete le noci sbucciate , due o tre foglie di menta , il parmigiano a pezzetti ,due cucchiai di olio evo un pizzichino di sale e pepe nero  .
Mixate il tutto fino quasi ad omogeneizzare .



Scolate la pasta al dente e conditela con il pesto preparato , aggiungendo a piacere , qualche gheriglio di noce e piccole foglie di menta , una spolverata di pepe nero ...e gustate !





BUON APPETITO





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lunedì 6 novembre 2017

TORTA SALATA CON SCAROLA



Scarola sembra il nomignolo di qualche fata dell'orto , di quelle leggiadre che calpestano ortica infestante e soffiano nei nuovi germogli per scacciare i piccoli vermicelli che si nutrono indisturbati di ciò che non è loro.
Qualche giorno fa , immediatamente dopo il pranzo colazione , così come lo chiamo quando ho il turno di pomeriggio a lavoro , mentre correvo trafelata per sistemare le cose in cucina , è suonato il campanello.
Non aspettavo visite a quell'ora ed affacciandomi con grande piacevole sorpresa in fondo alle scale due meravigliosi clienti , tenevano in mano una cassetta di legno con mele cotogne , quelle gialle ,profumate e ruvide,che sanno di antichi sapori di una volta  , ed in mezzo ad esse , spiccava un cesto immenso di insalata da mille tonalità di verde ... 
E' scarola ! Così mi hanno urlato !
Rendendosi conto che avevo già indossato la divisa  si sono dileguati senza che nemmeno avessi modo e e tempo do offrire loro un caffè , ed un grazie immenso per un gesto che per me , rappresenta molto di più di tante altre cose .
Ho riposto l'insalata in frigo .



Leggermente amarognola , condita con poco sale , aceto di mele , ed il nostro oro liquido , l'olio verde di recente spremitura , è stato il piatto che ho apprezzato più di ogni altro .
E non solo per il sapore , ma perché era un dono di due persone anziane che con questo gesto mi hanno voluto far capire tante cose , verdura prodotta da loro , frutta raccolta con le loro mani , recapitata direttamente a casa .
Mi hai fatto notare che quando mi descrivi come meravigliosa , ne hai tutti i motivi , come sostieni , visto che anche i clienti mi amano così .
Gesti che riescono ancora , grazie a Dio ad emozionarmi e a rendermi felice più che se ricevessi un diamante .
Sono diversa si, per fortuna apprezzo le piccole cose , anche la bellezza di un filo d'erba accanto all'ulivo ..
Con la scarola che non ho mangiato cruda ho cucinato una splendida torta salata .
Il gusto amaro si confonde con il dolce dell'uvetta ed i pinoli , mentre la provola lega tutto con un filo di morbida crema ..
Provatela se amate questi sapori..

INGREDIENTI PER UNA TORTA DI CIRCA 18 CM DI DIAMETRO

  • pasta sfoglia , un rotolo 
  • scarola , un cesto medio
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • 1 cucchiaio di uvetta 
  • 2 cucchiai di olive taggiasche 
  • 200 g di provola dolce 
  • aglio , 1 spicchio
  • 1 uovo
  • sale , pepe 
  • olio extra vergine di oliva 

Fate bollire due minuti la scarola in acqua salata calda , e poi scolatela e lasciatela asciugare .
Sbucciate lo spicchio d'aglio e schiacciatelo con il palmo della mano , lasciatelo scaldare in poco olio caldo , quindi aggiungete la scarola e fatela insaporire nell'olio .

Insaporite con sale e pepe nero , quindi aggiungete le uvette , i pinoli e le olive taggiasche .

Fate cuocere per circa cinque minuti per permettere ai sapori di amalgamarsi bene .



Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare , intanto stendete metà della pasta sfoglia .


Bucherellate con i rebbi di una forchetta la pasta , poi riempite con il ripieno preparato a base di scarola .



Aggiungete anche la provola tagliata a pezzi e poi ricoprite con l'altro disco di pasta sfoglia .



Sbattete il tuorlo dell'uovo e spennellatelo sulla superficie della torta .



Sigillate bene il bordo e bucherellate anche la parte superiore, poi mettete in forno caldo statico a 180° per circa 40 minuti .
Controllate visivamente  e sfornate  la torta .




Servite la torta 
salata calda , come antipasto o piatto unico .

BUON APPETITO .


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domenica 5 novembre 2017

STRUDEL DI MELE




Sicuramente uno dei dolci autunnali che preferisco è lo Strudel di mele .
Ricorda il calore delle cucine tirolesi , la pazienza nello stendere la pasta , talmente fine che quasi sembra trasparente ...
E le  mele nuove delle valli Trentine , gialle , rosse così succose e dolci che sembrano leccornie prelibate .
Ne consumo a sacchetti interi e se il detto , una mela al giorno leva il medico di torno , allora dovrei vivere cent'anni...
No , sarebbero troppi , mi accontento di molto meno vissuto dignitosamente .
Il profumo che emanano le Stube tirolesi quando in forno sta cuocendo lo Strudel , trova forse eguali , nel profumo che si espande nella cucina durante la cottura del mio pane ai cereali .
Ho anche la ricetta per la pasta tipica di questo dolce che io chiamo dolomitico , ma nei casi in cui decido di farlo all'ultimo momento , tengo in serbo un rotolo di pasta sfoglia pronta , un preparato per  crema istantanea ed il gioco  fatto.
Poi come a tutte le mie preparazioni , decido di effettuare delle modifiche in corso d'opera , e a volte ne escono disastri paurosi , altre volte , come nel caso di questo dessert , vengono letteralmente spazzolate.
E quando anche mio cognato , commenta .... davvero speciale ..., allora mi convinco che lo è realmente ...
Credo che poi sia un dolce tentativo per fare mangiare anche della frutta ai bambini durante la prima colazione o accompagnando un tè delle cinque o una sostanziale merenda .
Servitelo caldo , e se dovesse avanzare , lasciate da parte un po' di crema , con la quale , una volta riscaldata ,accompagnerete la fetta di dolce nel piatto  .

INGREDIENTI PER UNO STRUDEL

  • pasta sfoglia integrale , 1 confezione 
  • crema istantanea Pane Angeli , una busta 
  • panna fresca liquida , 250 ml
  • mele red delicious , tre medie (o golden che comunque con la loro pectina sono idonee alla cottura..)
  • marsala , 1 bicchierino da liquore 
  • cannella in polvere , 1 cucchiaino
  • limone , il succo di mezzo frutto
  • uvetta , 2 cucchiai
  • pinoli , 2 cucchiai
  • burro , 1 bella noce 
  • zucchero semolato , 1 cucchiaio
  • zucchero a velo 



Per prima cosa mescolate la panna liquida con il preparato per crema istantanea , (...io non avevo tempo di farla altrimenti la crema possiamo farla fresca ) e tenetela da parte .
Sbucciate le tre mele e tagliatele a dadini , bagnateli con poco succo di limone .
Mettete le uvette a bagno nel liquore e lasciatele in ammollo durante il tempo che preparerete lo Strudel.
Stendete il foglio di pasta sfoglia integrale e lasciatelo a temperatura ambiente qualche minuto .
Coprite tutta la parte centrale con la crema precedentemente preparata , aggiungete i pezzetti di mela , i pinoli e le uvette scolate dal liquido .
Coprite il tutto con zucchero semolato e una spolverata di cannella .
Arrotolate delicatamente il disco , facendo ben attenzione  ,affinché la farcitura di frutta non fuoriesca , sigillate le due estremità ripiegandole su se stesse e fate in modo che la sigillatura centrale rimanga al di sotto a contatto con il foglio di carta da forno con il quale ricoprirete una teglia rettangolare.
Bucherellate il dolce con i rebbi di una forchetta per fare fuoriuscire aria durante la cottura e scaldate la noce di burro.
Spennellate lo Strudel con il burro liquefatto e spolverate con zucchero semolato.

Infornate in forno caldo statico a 180° per circa 40 minuti , controllando sempre visivamente la cottura del dolce che dovrà acquisire un bel colore dorato.

Lasciare raffreddare sopra una ghiera e quindi spolverate con abbondante zucchero a velo.

BUON APPETITO 



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venerdì 3 novembre 2017

VELLUTATA DI ZUCCA GIALLA



Si ha voglia in queste serate , appena si rientra dal lavoro , di qualcosa che ci scaldi , non tanto perché la temperatura non è sopportabile , ma parlo di uno sguardO , un sorriso e magari un abbraccio.
Ma certe volte in mancanza di tutto questo , che cosa può consolare di più che un ricco piatto di minestra calda , quella che fa parte di una cerchia di cibi che vengono chiamati "comfort food....
Comfort  ,non  a caso , consolano , riscaldano , abbracciano e se poi sono cucinati con amore e per amore allora il gioco è fatto.
La zucca gialla era bellissima sopra il tavolo , ad abbellire essa stessa tutta la cucina , ma passando i giorni , rischiava di non avere più quella cera , di un qualcosa tirato a lucido che lentamente stava perdendo brillantezza ..
Allora ho optato per due primi piatti , la classica vellutata ed una pasta .
Entrambi buonissimi , ho preferito postare il primo che si abbinava meglio alla benedetta e tanto desiderata  pioggia che oggi ha onorato le nostre campagne aride ed asciutte .
Inoltre ho optato per una ricetta light, ed il risultato è stato veramente buono , insomma piatto promosso..pieno di beta carotene , vitamine e tanta bontà!



Per chi non ha la fortuna di averne una intera , va benissimo acquistarla sezionata a fette , ce ne vorranno circa 600 g per tre persone .





INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • zucca gialla , 600 g circa pulita
  • 1 cipolla di Tropea 
  • 1 cucchiaio di dado tipo Dialbrodo (io lo faccio da me e vi darò la ricetta ...)
  • 2 cucchiai di panna fresca liquida 
  • qualche seme di zucca sbucciato
  • pepe nero
  • qualche fogliolina di menta 
  • olio evo 



Sbucciate le fette di zucca e ripulitele dai residui dei semi , sciacquatele sotto l'acqua corrente , e tagliatele a dadini.
Mettetele all'interno di una casseruola e coprite di acqua fredda , aggiungete la cipolla affettata , il  brodo  ottenuto con acqua calda e Dialbrodo  e fate bollire .
Appena inizia il bollore , abbassate la fiamma e fate cuocere lentamente per un ora circa, mescolando di tanto in tanto.

Trascorso questo tempo , la zucca si sarà quasi trasformata in crema , trasferitela nel mixer e frullate alla massima velocità.
Rimettete sul fuoco ed aggiungete del pepe nero , ed un filo di olio evo.
Fate bollire ulteriormente fino ad ottenere una crema densa .

Sbucciate qualche seme salato , e dopo aver impiattato la vellutata decoratela con qualche seme , un filo di panna fresca , foglioline di menta e pepe nero macinato al momento .





Servite calda , se volete accompagnandola con crostini di pane arrostito ..


Grazie all'Autunno ed alla sua magia di colori , sapori e prelibatezze..

BUON APPETITO...
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mercoledì 1 novembre 2017

TOMINI AL FORNO SU LETTO DI RUBATA' E CIPOLLE GLASSATE






Per realizzare questo semplice piatto, così versatile che potrete presentare sia come antipasto che, come secondo piatto, mi sono avvalsa di materie prime eccellenti e prodotte nei territori di origine .La cipolla di Tropea, il tomino Piemontese ed il superbo grissino artigianale di Chieri, Rubata.

#RubataH24


INGREDIENTI PER DUE PERSONE 
  • · Tomini , 2
  • · Cipolla di Tropea , 1 media
  • · Grissini Rubata di Chieri , circa 4
  • · Olio evo , 1 cucchiaio
  • · Zucchero semolato , 1 cucchiaio
  • Sale e pepe 
  • · Granella di nocciole  , 2 cucchiaini da caffè
  • · Qualche rametto di rosmarino



Pulite accuratamente la cipolla e tagliatela a rondelle più o meno fini.





Scaldate il cucchiaio di olio e aggiungete la cipolla che farete appassire piano piano aggiungendo un pizzico di sale e lo zucchero semolato.Nel frattempo preparate delle piccole pirofile, ungetele leggermente con poco olio e adagiatevi i grissini tagliati in piccoli pezzi .Bagnate il tutto con la cipolla glassata .


Sistemate sopra il tomino e fate cuocere in forno caldo per circa dieci minuti, o se preferite su una piastra di ghisa rovente . Non appena il tomino si sarà scaldato ed avrà acquisito un aspetto molle, togliete dal forno e aggiungete la granella di nocciole e qualche rametto di rosmarino fresco .



Servite molto caldo accompagnato da grissini che gusterete direttamente prelevando con essi il formaggio fuso.BUON APPETITO.





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