Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano rape , conigli ,polli e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente a tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni le donne anziane ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...
Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....
INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G
- mele cotogne con la buccia , una decina
- zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
- rum o passito , mezzo bicchiere
- cannella , una spolverata
- zucchero a velo
- mezzo limone , il succo
- acqua
- barattoli sterilizzati
Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche le parti ammaccate e deteriorate, poi fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .
Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .
Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .
Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..
BUON APPETITO ..
Sei fantastica nel descrivere le ricette ma soprattutto mi piace il tuo saper riportarci indietro nel tempo con dolce nostalgia.
RispondiEliminaCara Luisa , un grazie dal cuore , sono un'inguaribile nostalgica amante della vita e mi piace cercare di umanizzare un po' tutto , ma soprattutto spero di lasciare dolci ricordi , che altro non sono che pezzi di vita vera ..grazie infinite , un abbraccio
EliminaUn abbraccio a te e grazie di avermi dato la possibilità di conoscerti non solo come "cassiera " ma soprattutto come dolcissima ragazza.💖💖💖💖
EliminaLuisa le dolcezze si attraggono , sono fortunata io..grazie per il pensiero che avete avuto tu e Marta , queste cose arrivano dritte al cuore e sono le più belle soddisfazioni della vita ..un pensiero per me anche a Praga !!Buona serata !!
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