martedì 28 novembre 2017

SPAGHETTI INTEGRALI CON SALSA AL POMODORO E MELANZANE ALLA MENTA





Capita anche che durante una giornata  con temperature polari a meno 4 , mentre accendi il forno per cuocere una torta da colazione , ti viene voglia di grigliare quell'unica melanzana comprata in un momento di pazzia , perché sei rimasta attratta dal colore viola lucido che ricordava i giorni estivi.
Ormai sapete bene quanto odio comprare primizie e verdure fuori stagione , conoscete la mia passione smodata per il tutto fatto in casa , la ricerca di ingredienti sani e poco trattati ,
E con questo intento , nasce il mio pane , il pan carré , i dolci ed i biscotti per la prima colazione , rigorosamente fatti con il mio lievito madre ( https://silviaparigi66.blogspot.it/2016/03/lievito-madre.html ) che a breve compirà due anni e mezzo ..
 Però essendo umana , e anche molto , succede che a volte ceniamo con una cena a base di  cibi "schifidi "orribili (così come qualcuno li ha rinominati...), e di cosucce non troppo salutari .
Questo però mi fa ancor venire di più la voglia di tornare a mangiare il mio pane con l'olio nuovo , oppure  ,sempre ben arrostito ben arrostito con una cucchiaiata di lenticchie cotte sopra il piano della stufa a legna .
Sarò antica , nostalgica o malata ma la mia preferenza per una vellutata densa ad una lasagna è rinomata e spesso per questo vengo anche derisa..
Comunque anche Franci sembra cominciare a capire l'importanza di una sana alimentazione e quindi regola molto l'uso dell'olio in cottura , del sale , zucchero e caffè.
In genere usiamo il nostro olio e solo a fine cottura nei cibi che lo consentono come appunto le melanzane grigliate nelle quali non manca mai anche aglio , peperoncino e foglie fresche di menta.



La menta sta cominciando a risentire delle gelate notturne per cui tra poco sparirà dal giardino , per lasciare il posto a steli aridi e secchi , e tornerà  a fare capolino in tarda primavera , fino ad essere quasi infestante con la bella stagione .Io ne faccio molto uso , mi piace il suo aroma e sapore e trovo che se usata con parsimonia arricchisce taluni   piatti , anziché coprirne i sapori.


Le melanzane erano avanzate ed ho creato questo primo piatto perfetto...una salsa di pomodoro semplice ed uno spaghetto quadrato integrale , dadini di verdura e foglioline di menta ..


INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • spaghetti integrali quadrati (ho usato la Molisana ", 240 g 
  • salsa o polpa di pomodoro , io ne ho di mia , (cercatela biologica...) 1 vasetto medio 
  • melanzane grigliate ,3/4 fette 
  • aglio 
  • menta fresca 
  • sale , peperoncino
  • olio extra vergine di oliva 

Fate leggermente bollire la salsa o polpa di pomodoro , alla quale avrete aggiunto l'aglio ,uno spicchio intero schiacciato con il palmo della mano , un piccolo peperoncino e sale secondo il vostro gusto .
Mentre attendete che la salsa si rassodi , tagliate a piccoli pezzetti la metà delle melanzane grigliate che avrete precedentemente condito con sale , peperoncino aglio e menta.



Cuocete la pasta al dente in acqua salata e , appena cotta tuffatela nella salsa di pomodoro e fatela insaporire .
Continuate aggiungendo i pezzetti di melanzana precedentemente preparati , la menta fresca ed un bel filo di olio a crudo sopra tutto .
Gustate caldissima !

BUON APPETITO ..




SHARE:

domenica 26 novembre 2017

TORTA CON FARINA DI CASTAGNE








La Fiera detta 'di Santa Caterina' ovvero 'dell'equino e dello scaldino col fischio è una delle fiere tradizionali più importanti e con la tradizione più antica della provincia di Arezzo. 
Si svolge ogni ultimo week-end di Novembre raccogliendo grande interesse dal territorio e non solo. Fulcro della manifestazione è il mondo equino, ma anche la tradizione ceramista locale che vede proprio nello 'scaldino col fischio' un suo notevole punto di forza. Fiera di Santa Caterina - Monte San Savino Anche a Monte San Savino, in passato paese essenzialmente agricolo, si svolgeva una fiera simile detta di “Santa Caterina” ovvero “dell’equino e dello scaldino col fischio”. E a giudicare da quanto ne dicono i cronisti locali (fra cui Restorello Restorelli, che scrive nella seconda metà del XVIII sec.), doveva essere molto antica. 
Guelfi e Baldi, fedeli registratori della vita quotidiana savinese nel corso dei secoli, così si esprimevano su di essa usando come fonte lo Zibaldone comunale del XVII secolo: “Questa fiera grossa rimonta al 1551 in cui i Di Monte la chiesero al granduca, che benignamente la concesse con le stesse esenzioni e privilegi che godevano la fiera per San Simone in Arezzo e quella rinomatissima a Cortona. La fiera incominciava il 1 novembre prolungandosi per pochi giorni, se nonché divenuto il paese principato sotto Mattias, questi ne segnò il termine il 25 novembre ed in seguito, tenuto conto del gran concorso e dell’importanza che acquisiva, fu prolungata fino al 12 dicembre durando così 42 giorni”. Col passare degli anni, specialmente a seguito dell’esodo delle campagne, la ‘Fiera’ era ridotta a molto meno di un mercato settimanale. Era quindi necessario trovare un correttivo per rilanciare quest’antica manifestazione. 
Con lo spostamento all’ultimo sabato e domenica di novembre, la Fiera ha recuperato il suo antico splendore, richiamando nella città del Sansovino numerosi turisti.


Se cerco su Google o qualsiasi altro motore di ricerca la Fiera Grossa , ecco che trovo la definizione che ho fedelmente riportata sopra .
Benché io non sia nata in questo paese toscano , ma nel capoluogo , esso è diventato ormai casa .
Un piccolo paese che in questa giornata appunto si veste a festa , tutto pronto per le prossime festività Natalizie , e si adorna di banchi e banchini che vendono di tutto.
Credo di non essere più tornata alla fiera da anni , non amo molto la folla , e poi non rappresenta più quello che una volta era .
Ultimo giorno in cui i contadini lasciavano le loro campagne per recarsi al paese e acquistare tutto quello che dovevano e potevano , fino probabilmente  alla successiva primavera ,  vi era uno scambio di merci e in tempi meno remoti , era facile trovare oggetti inconsueti. Il detto era , che tra genitori e figli , fidanzati , marito e moglie , ci si "sfierava" , riferendosi a piccoli doni che si scambiavano reciprocamente . 
Adesso , ogni giorno si trova di tutto ovunque , e quindi anche la fiera ha perso quel valore che rivestiva .
Dopo la fiera le campagne si animavano per la raccolta delle olive .
Era così anche per noi . Il babbo voleva che anche noi  ,non cominciassimo prima di questa data  .
Ed in quelle sere , magari il sabato pomeriggio , l'unico che si concedeva a casa a riposo , era solito cucinare la sua Amatriciana ed il classico "baldino " più comunemente noto come castagnaccio.
Farina di castagne , pinoli , olio nuovo , rosmarino e zucchero .
Cuoceva lentamente nel forno della stufa a legna e si crepava in superficie , dove , a metà cottura il babbo metteva gli aghi di rosmarino.
Non amavo molto quel dolce , ma era fatto dal babbo , ed uno dei pochi che mangiavamo.



Oggi ho riesumato della farina di castagne che avevo in casa ma ne ho fatto un uso diverso.
Assieme a della farina di riso , ho fatto una torta , che è venuta buona e soprattutto ho subito pensato che è adattissima agli intolleranti al glutine , essendo priva di farina di grano...
E' piaciuta e ve la ripropongo , anche perché è molto adatta alla stagione e semplicissima da fare ...

INGREDIENTI PER UNA TORTA DI 26 CM DI DIAMETRO

  • farina di castagne , 200 g
  • 200 g di farina di riso (se non siete celiaci va benissimo la farina di grano 2)
  • lievito per dolci senza glutine (normale se non avete problemi di intolleranza )
  • zucchero semolato , 110 g
  • cioccolato fondente , 90 g
  • burro , g 150
  • panna fresca per dolci  , 500 ml
  • albumi , 3
  • uvetta , 2 cucchiai da minestra 
  • castagne cotte (Noberasco ) 1 confezione
  • zucchero a velo , 1 cucchiaio 



Mescolate le due farine setacciate , e tritate grossolanamente il cioccolato mentre fate sciogliere a fiamma bassa il burro.
Amalgamate le farine allo zucchero semolato quindi , aggiungete la panna liquida .
Procedete quindi con l'aggiungere il cioccolato tritato, il lievito per dolci e l'uvetta .

Poi sarà la volta delle castagne , che avrete diviso in quattro pezzi.


Mettete nell'impasto il burro liquido raffreddato , ed in ultimo le chiare montate a neve ben ferma .



Imburrate ed infarinate la tortiera ed accendete il forno portandolo a 170°.
Rovesciate l'impasto nella tortiera e mettete in forno statico , nel piano medio del forno.



Cuocete per circa 45 minuti , controllate dal vetro la cottura e dopo 40 minuti circa fate la prova stecchino per accertarvi che il centro della torta sia asciutto .

Sfornate e lasciate raffreddare , poi impiattate e decorate con zucchero a velo , frutta fresca e qualche castagna ..

BUON APPETITO


SHARE:

venerdì 24 novembre 2017

SANDWICHES DI POLENTA E COTECHINO



Ho sognato, che qualcuno nella notte mi tirasse il bulbo oculare talmente tanto forte , da strapparmelo via , e svegliandomi terrorizzata con un grido di dolore represso , ho sentito che il male c'era realmente .
Capita che dal niente ti ritrovi con un bel problemino e quindi oggi è stata la mia prima giornata con gli occhiali , visto che dovrò definitivamente abbandonare le mie tanto amate lenti a contatto.
Pensavo peggio..
Guardandomi nello specchio ho intravisto qualcuno che mi era appartenuto tanto tempo fa..Io ,da piccola con i primi occhiali da vista e anche guardando bene dei tratti di mio figlio Francesco , del quale non volendo ho copiato anche la montatura , all'incirca  .
Io che si appannavano le lenti quando scoperchiavo i tegami alla mamma , io che con le dita spingevo di continuo gli occhiali nel punto che toccavano il naso.
Franci ha detto che mi stanno benissimo e l ho guardato adorante , perché il suo parere per me è sempre fondamentale, come del resto quello del mio compagno .
Ma benissimo o malissimo , devo tenerli , tutto il resto è un'altra storia.
Il camino acceso d'inverno , voleva dire anche verdura cotta , cipolle,patate, rapi bianchi , sotto la brace , o meglio la cenere , e perché no , fiorentine e salsicce sopra ad una griglia rovente .
Ma molti caminetti avevano al centro di essi attaccata al muro , una sorta di catena ad anelli , la quale mi ha terrorizzata una vita .
Da piccola  pensavo che li ,venissero appesi e bruciati nelle fiamme tutti coloro che avevano commesso gravi peccati .
In verità ,insomma,  interpretavo la mia idea di Inferno così, e quando la carne veniva cotta sopra la griglia , pensavo anche che in realtà il profumo dei morti bruciati , non era nemmeno male .
Dove possa arrivare tanta immaginazione o meglio da dove , non lo so , ma certo sono convinta che , la pochezza di informazioni ed immagini che avevamo rispetto ad oggi , faceva galoppare la nostra fantasia .
Un giorno , nel camino di un contadino  dal quale eravamo invitati a cena , scoprì che la catena terminava con un grande paiolo nero , dentro il quale bolliva un a quantità ingente di polenta .
Svelato l'arcano , rimasi così contenta che servisse a questo , e chiesi al babbo di riattaccare anche nel nostro camino il paiolo alla catena .
Noi non lo usavamo mai se non per scaldare l'acqua quando , in occasione dell'uccisione e  salatura del maiale , veniva utilizzata per la soprassata(noto salume toscano...) .
La polenta invece veniva cucinata sopra il piano della stufa a legna , con il nonno che rimestava di continuo quando la nonna faceva scendere la farina gialla con tanta lentezza attraverso un piccolo setaccio di legno. Continuava per circa un'ora , ed io rimanevo a guardare  ,estasiata , quello spettacolo che spesso veniva celebrato come un rito.
Al posto del mestolo si usava un mattarello di legno ,lo stesso con il quale la nonna stendeva la sfoglia  , poi la polenta una volta cotta veniva fatta cadere sulla spianatoia di legno rigorosamente posizionata vicino alla finestra , affinché con il freddo "si fermasse e non scivolasse via " . Più tardi ho scoperto , nel paese in cui adesso vivo  ,che durante la cottura essa veniva arricchita con un soffritto a base di olio , pancetta tritata grossolanamente  ed aghi di rosmarino.
Niente male !
Appena cotta , nonna condiva la polenta con un ragù a base di funghi e salsiccia , e dato che ne veniva cucinata volutamente per un esercito intero , nei giorni che seguivano la cottura , mangiavamo polenta praticamente a tutti i pasti.
Fritta , in forno con i formaggi , sopra la gratella , in padella con quadretti di pane fritto e piccoli pezzetti di formaggio.
Il periodo era questo , novembre inoltrato ...
Costituiva una grande risorsa , perché con poco sfamava tanto e per molti giorni .
Adesso la cucino di rado  , generalmente precotta per accelerare i tempi , e vario i piatti a base di polenta ,quando anche a me ne avanza una bella quantità.
La lascio raffreddare , una volta presa la quantità che mangiamo condita calda ed immediatamente cucinata , sopra ad un foglio di carta da forno , livellandola bene all'interno di una teglia .
Tempo fa ho ideato questa ricetta , visto che avevo anche un cotechino delle scorse festività , e perché no , ho pensato che potrà essere un antipasto carino magari nei vari cenoni dei prossimi giorni...per questo ve lo propongo.




INGREDIENTI PER UNA DECINA DI SANDWICHES

  • Polenta già cotta , circa 300 g (io ho utilizzato la farina precotta di quelle che in tre minuti la polenta è pronta , poi una volta cotta l'ho lasciata raffreddare come ho spiegato sopra ..)
  • Cotechino , 1
  • Provola o altro formaggio a pasta dura , 150 g
  • sale ,pepe
  • rosmarino fresco 
  • olio extra vergine di oliva 


Preparate la polenta ed il cotechino come da istruzioni  nei loro involucri originali.
Fate raffreddare entrambi, separatamente.




Appena la polenta si sarà raffreddata e solidificata , procedete con una forma circolare a tagliare una ventina di dischi dal diametro leggermente più grande della  fetta del cotechino.

Posizionatene la metà sulla carta da forno predisposta nella teglia , e passate sopra ciascun disco qualche gocciolina di olio.





Tagliate anche il cotechino in fettine regolari  , non altissime , e farcite ogni disco di polenta con una fetta di carne tagliata .
Ricoprite a questo punto facendo una leggera pressione con il secondo disco di polenta , dando la forma di un panino.




Tagliate il formaggio in piccoli dadi e coprite la superficie del "panino" con essi , aggiungete qualche ago di rosmarino fresco e una goccia di olio.



Accendete il forno a 180° e lasciate la teglia per almeno trenta minuti dal momento in cui comincia ad essere caldo .







Lasciate che il formaggio si fonda e formi una crosticina croccante sopra la polenta , quindi servite caldissimi...

BUON APPETITO 





E siccome la polenta è ancora avanzata , la prossima ricetta sarà ancora una scoperta a base di farina gialla !!
A presto ed un abbraccio grande  a tutti voi , che  siete veramente tanti che mi seguite..

Silvia
SHARE:

giovedì 23 novembre 2017

CROSTATA CON FROLLA CON FARINA DI RISO ,RICOTTA E MARMELLATA



Chissà perché,quando penso alle crostate,è come se avessi nonna davanti o accanto ,nella mia piccola cucina a darmi indicazioni o correggere i miei  errori su come procedo nel manipolare la pasta o stendere la frolla .
Crostata era praticamente l'unico dolce che mangiavamo fatto in casa da lei , o per lo meno, quello che veniva fatto di più.
Obbligo era avere due o tre crostate per il giorno di Pasqua , tradizione che si è spenta qualche anno prima della morte della nonna , perché la mamma di dolci non ne ha mai voluto parlare .
La zia Clara invece era la pasticcera di famiglia , e ci deliziava spesso con dolci le cui ricette , si tramandavano oralmente da amica ad amica .
Credo che in ogni dove , fatta eccezione per le famiglie nobili ed abbienti , le ricette venissero tramandate di madre in figlia , si guardava , si rubava con gli occhi ..
Passavo interi pomeriggi sopra la spianatoia con i gomiti appoggiati per osservare ogni minimo movimento di mattarello , di mani infarinate e di magiche dita che, una volta facevano il buco nello gnocco di patate , un 'altra modellavano le losanghe per la crostata .Non ero mai sazia di guardare , nonostante tutti i moniti delle donne grandi ,nonna ,mamma ,zia ,quando mi supplicavano di spostare le piccole braccia che erano d'impiccio per il  loro lavoro .
E poi ogni domenica la spianatoia veniva tirata fuori per fare le pappardelle , ma quello spesso era compito del babbo .
Nuvole di farina investivano la cucina quando mi sporcavo bene bene le manine e le sbattevo soltanto per il piacere di vedere la polvere svolazzare e depositarsi nei miei capelli neri come il carbone, e in quelli della nonna , la quale faceva finta di arrabbiarsi per non contrastare le urla della mamma , e con il suo sorriso sornione che riservava solo a me , mi intimava di finirla  .
Oggi le impastatrici , i Bimby ed altri robot sostituiscono questo arduo ed artistico lavoro , e questo è un bene se si pensa alla fatica di quelle povere braccia , ma il risvolto è che manca quell'aria di festa e gioiosa che ho sempre cercato di riproporre anche ai miei figli , quando da piccoli li facevo giocare con acqua e farina o facevamo assieme i biscotti di Natale .
Avremmo potuto comprarli , ma il punto non era il fine della cosa ...
E poi c'è la mia amica Cri,che  è celiaca quindi ho sperimentato per lei , una domenica che era a cena da noi ,questa crostata con frolla a base di farina di riso.



Devo dire che è molto buona , quindi facciamo che la metterò in una sezione dedicata a coloro che sono intolleranti al glutine , ma perché no , la trovo ottima per tutti anche perché molto friabile e leggera.
Però non cadete nel tranello che per disintossicarsi ogni tanto è bene mangiare prodotti senza glutine .
Quelli sono nati per chi ha  gravi patologie e tali devono rimanere ...
Vedo troppa gente acquistare  i prodotti gluten free semplicemente perché convinta che facciano bene in alternanza agli altri..assolutamente no...ma una farina di riso o pasta di mais si può azzardare !

INGREDIENTI PER UNA CROSTATA DA 24 CM

PER LA FROLLA 

  • farina di riso (Alce Nero biologica è quella che ho usato ) , 250 g
  • burro a temperatura di frigorifero , 125 g
  • zucchero a velo , 90 g
  • uovo , 1 intero 
  • sale , un pizzico
PER LA COPERTURA 

  • ricotta di bufala , 300 g( se preferite vaccina o di pecora )
  • limone , qualche scorzetta 
  • zucchero , 1 cucchiaio
  • marmellata di more . 1 vasetto 

Preparate la frolla come di consueto e cioè mescolando farina e zucchero a velo , quindi i pezzetti di burro appena tolto dal frigo e facendo un impasto sabbioso al quale aggiungerete l'uovo ed il pizzichino di sale .
Non lavorate troppo la frolla , compattatela e ponetela, all'interno di un piatto coperta con  pellicola , in frigo per almeno un'ora .


Mentre la frolla riposa in frigo, lavorate la ricotta con il cucchiaio di zucchero fino a renderla una crema alla quale aggiungerete anche le scorzette di limone.
Riprendete la frolla e con l'aiuto di un foglio di carta da forno , stendetene i due terzi con il mattarello , con i quali andrete a rivestire una teglia precedentemente imburrata ed infarinata (con farina di riso se avete un celiaco !!).
 Coprite con la crema di ricotta .



Poi passate alla marmellata che stenderete sopra lo strato di ricotta .



Cercate di livellare bene il ripieno e quindi con il resto della frolla , create le decorazioni , io ho optato per dei fiori, ma potrete fare losanghe , foglie , cuori ...



A questo punto mettete in forno caldo a 180° statico e cuocete la crostata per circa trenta minuti nella parte bassa , poi posizionatela nella parte più centrale , seguite la cottura perché dipende molto dal tipo di forno .



Sfornate e lasciate raffreddare , dopodiché , spolverate con zucchero a velo senza glutine .



BUON APPETITO ...


SHARE:

mercoledì 22 novembre 2017

CORONA NATALIZIA CON PANE AI SEMI



Questa volta vi parlo relativamente di cibo , delle sue tradizioni , ma di come esso stesso può diventare bellissimo arredo ed arricchire i giorni tanto attesi delle prossime  festività ..
Il pane a mio avviso, è sempre stato un qualcosa di benedetto , sarà perché la nonna mi faceva fare il segno della Croce prima di mangiarlo , sarà perché è un alimento che in svariate cotture , forme ,arricchimenti, troviamo ovunque , sarà perché , dietro l'affascinante momento dell'impastatura e della conseguente lievitazione io ho sempre visto qualcosa di miracoloso.
Certo le diatribe , volutamente fatte con mio figlio che spiega tutto in modo empirico e scientifico , fanno capire bene il perché l'impasto del pane tutta la notte gonfi all'interno di un forno come una vecchia chioccia intenta a covare le sue uova .
Ma io voglio , altre sì volutamente credere che ci sia un qualcosa di magico , dietro a questo cibo che ha sempre costituito elemento di unione e festa .
Provate a dire alle persone più anziane che momento di gioia fosse quello in cui le massaie infornavano venti , trenta pani nella grande gola del forno a legna , fatevi raccontare l'emozione che essi provavano nel sentire spandersi per km il profumo del pane in cottura ,e mai e poi mai la cottura veniva fatta di domenica , sarebbe stato un peccato da non lasciare impunito e ,nonna diceva il pane non avrebbe neppure lievitato .
Abbiamo perso tutta questa magia e ci ostiniamo a doverla per forza tentare di ricreare con giochi costosi , spese folli , arredi Natalizi ultra stellari, ma tutto ciò che facciamo è praticamente vano se non abbiamo un animo predisposto a godere delle cose semplici e poco roboanti.
La mia amica Cri , crea dei veri capolavori con le sue mani , ed arricchisce con questa sua arte e capacità , un Rione del suo paese , io non sono per niente brava in questo , ho sempre cercato , o forse lo hanno fatto anche gli altri , di schiacciare quel poco di vena artistica che c'era in me .
Ed oggi mi accontento di saper ben cucinare , e di rilassarmi in quella piccola cucina sempre in movimento , mai perfettamente a posto o in ordine , perché è li che vivo ed è li che prende forma tutto.
Ma soprattutto è lì , che attraverso profumi , colori e visioni rivivo ciò che ho voglia di tenere vivo dentro di me .
Così , anche se le foto non saranno perfette ed un piccolo pezzetto di corona si è leggermente staccata , ho preso spunto da una  pianta del giardino , per creare questo povero centro tavola Natalizio alla cui base sta proprio , lui , il mio amato pane ...



VI SERVIRANNO.....



  • 500 g circa di pasta per il pane
  • 2/3 bustine di semi misti (papavero , girasole , zucca...)
  • 1 uovo (il solo albume)
  • 60 g di burro
  • spugna sintetica (di quella usata dai fioristi)
  • ramoscelli di varie piante , agrifoglio , pungitopo ...
  • spray argento o oro
PROCEDURA

Ricavate dalla pasta per il pane  già lievitata , sedici piccole palline all'incirca di 30 g ciascuna , e disponetele all'interno di una teglia rotonda , distanziandole tra di loro di circa un cm.



Lasciatele così, coperte con una carta argentata a lievitare ulteriormente per circa un'ora , dopodiché fate fondere a fiamma bassa il burro e , una volta raffreddato , spennellate le palline di pane .



Sistematele in forno caldo e cuocete a 180° per circa quaranta minuti , fino a che non avranno raggiunto la giusta cottura ed un bel colore dorato.

Lasciate raffreddare .




Una volta raffreddate pennellatele con l'albume d'uovo precedentemente sbattuto con una forchetta , quindi ricoprite la parte superiore dei piccoli panini con la mistura di semi .

Fate riposare in modo che i semi si "incollino" bene.



Ponete la corona di pane all'interno di un vassoio e sistemate al centro di essa la spugna sintetica .
Procedete ora a ricoprire la spugna con i rametti alternando le varietà .
Spruzzate leggermente con uno spray argento o se preferite color oro.
Sistemate il vostro centro tavola .




Semplice ma di gran bell'effetto ...


SHARE:

lunedì 20 novembre 2017

INVOLTINI DI POLLO E PANCETTA




A volte  ,trascorrono diversi giorni , prima che io pubblichi qualche ricetta , benché cucini lo stesso ed arricchisca la mia galleria fotografica .
Manca il tempo , manca l'energia , manca l'ispirazione per scrivere le mie solite righe che accompagnano la ricetta e che molti di voi sembrano apprezzare .
Nonostante ciò , mi rendo conto che posso arrivare ad avere lo stesso più di trecento visite al giorno , e questo mi emoziona tantissimo .
La settimana è ripartita , e dopo tre giorni di ferie prese per la raccolta delle olive , sono rientrata a lavoro , non con poca difficoltà.
La raccolta  ,in realtà la fanno gli altri , ma il fatto stesso di godere di aria e sole per me è già festa.
Come quella che abbiamo fatto ieri sera a cena , davanti al camino , con mio figlio , con mia sorella e la mamma , mio cognato e la coppia di amici di sempre , assaporando bruschette con l'olio novello ,la "fettunta" , e un ragù a base di cinghiale  che avevo fatto sobbollire per cinque ore lentamente e con il quale ho condito delle tagliatelle rigorosamente di mais , dato che la mia amica Cri è celiaca  , del pecorino avvolto da fieno con confettura di mele cotogne e pane rigorosamente fatto con lievito madre semola e farina 2 e tanti semi al suo interno.
 Abbiamo apprezzato tantissimo , e sono felice che vi sia sempre più varietà di cibo anche per chi ha delle problematiche di salute relative ad intolleranze ed allergie . E sono felice , quando devo cucinare per le persone che amo ,ma soprattutto di trascorrere serate bellissime senza tanti fronzoli e lustrini .
Nel contempo ammiravamo delle superbe foto  di  mio nipote e la sua ragazza che  ci inviava direttamente dal  locale del grande chef Antonio Cannavacciuolo , nel quale stavano festeggiando il compleanno di lei..
E' stato il dono di mio nipote alla sua amata , un pensiero stupendo , ed io incantata a guardare quelle immagini , mi domandavo se fossero dipinti o realmente piatti fatti  per sfamare persone.
Del resto  ,ci si incanta di fronte a tanta bellezza e si cerca sempre , quando si cucina , almeno per quel che mi riguarda di dare un bell'aspetto al piatto .
E come ormai ho più volte ho sottolineato , spesso anche nel campi culinario si ha un modello , un filo ispiratore , che per me è senza dubbio quello della Cucina Scacciapensieri . La passione , la precisione e la raffinatezza mista ad eleganza di Maddalena hanno pochi eguali .
Così visto che il lunedì equivale al petto di pollo , ho arricchito il piatto con della pancetta di San Gimignano , e della verdura , il tutto cotto in forno e servito caldissimo...


INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • pollo petto , circa 500 g
  • pancetta stagionata tagliata in fette sottili, circa una ventina di fette
  • sale ,pepe
  • olio extra vergine di oliva 
  • zucchine , 1
  • insalata songino 



Facile procedimento per una riuscita ottima.
Lavate e tagliate in piccoli pezzi il petto di pollo , disponetelo in un piatto di portata e aggiustatelo di sale e pepe .


Prendete intanto le fette di pancetta e stendetele bene sopra ad un tagliere di legno .
Cominciate  ad avvolgere ciascun pezzetto di carne con la pancetta e a sistemarlo poi all'interno di una teglia , alternando il bocconcino di carne con una fettina di zucchina tagliata con un affetta verdure .
Quando avrete terminato gli ingredienti , ponete tutto in forno caldo a 180° e cuocete per circa 45 minuti o fino a quando vedrete che la pancetta sarà trasparente e croccante .
Togliete dal forno e sistemate la carne sopra un letto di insalata songino o valeriana .
Alternate con fette di zucchine e ultimate con un filo di olio.

BUON APPETITO 






SHARE:

giovedì 16 novembre 2017

ZUPPETTA DI BACCALA' CON PATATE ED OLIO NUOVO


Quando rientro in casa , dopo una giornata passata nel campo degli olivi , la prima cosa che faccio è quella di accendere la stufa a legna per cercare immediatamente conforto e calore .
Passerei una vita intera , se la campagna potesse consentirmi di vivere con i suoi introiti , ad ascoltare il ritmo ed i tempi legati alla natura .
Quando con mia sorella camminiamo tra un olivo ed un altro , il tempo scorre lento ed ogni cosa riprende forma  ,senza che lo stress  ed i ritmi della vita in cui ciascuno è trasportato ,  ci sovrastino ma anzi scompaiono improvvisamente . Ed è meraviglioso sentire il vento che soffia forte e scuote i rami  ,o il ticchettio delle olive che , raccolte ancora con le mani cadendo sbattono nei pioli della scala di legno .
Come quando ero piccola , li non sembra essere cambiato niente , se non fosse a ricordare che così non è , l'assenza di tante persone scomparse e le rughe che mi si sono formate attorno agli occhi e alle labbra .
Adesso non salgo più nelle piante , come quando fin da piccola , esse rappresentavano al loro interno , una sorta di mio nascondiglio segreto.
Raccolgo i teli , tolgo le foglie dai mucchietti  di olive raccolte e attendo che al calare del sole , si riponga ogni cosa nel piccolo carrello trainato dal vecchio trattore , che seguiamo , come in una silenziosa processione , fino alla stanza davanti a casa , dove le cassette vengono pesate in una vecchia stadera e messe in casse di legno nella breve attesa di essere trasportate al frantoio .
Stasera ne ho "rubate" una piccola ciotola , per riprodurre , almeno spero una vecchia ricetta che  nonna cucinava ogni anno .
Delle olive speziate con aglio , finocchio  ,scorze di limone , sale e peperoncino che per oltre un mese riposano assorbendo gli aromi , per essere poi consumate a Natale .
Ma cucinare qualcosa di caldo , che non sia la solita minestra è doveroso .
Zuppa e si pensa solo a qualcosa legato a verdure , cereali ,legumi , stasera l'ho reinventata con dell'ottimo  baccalà e delle patate rosse di Colfiorito...e chiaramente accompagnando il tutto con del pane abbrustolito con olio nuovo...



INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • baccalà già ammollato e senza lisca , circa 400 g
  • farina , 1 cucchiaio
  • patate rosse , 3 medie 
  • cipolla ,1
  • aglio , 1 spicchio
  • passata di pomodoro , 2 bicchieri
  • pomodorini ciliegino, 3/4
  • pane salato 
  • vino bianco , mezzo bicchiere 
  • olio , sale , pepe


Fate a piccoli pezzi il baccalà ed infarinatelo .
Nel frattempo soffriggete la cipolla e l'aglio tritati fini in poco olio.


Aggiungete quindi la passata di pomodoro e le patate che avrete sbucciato e fatte in piccoli pezzi .
Fate cuocere a fiamma bassa e mescolate di tanto in tanto .



Quando le patate saranno quasi cotte , aggiungete i pomodorini ed il baccalà, un po' di acqua calda salata , circa un bicchiere , sale pepe , mezzo bicchiere di vino bianco e coprite il tutto , lasciando cuocere per un oretta circa .


Abbrustolite le fette di pane , se vi piacciono "agliatele" con poco aglio e bagnatele con dell'olio novello.
Preparate delle scodelline dove metterete le fette di pane e bagnerete con la zuppetta di baccalà  ,che nel frattempo si sarà ben amalgamato alle patate cremose .
Continuate con poca erba cipollina e se necessario pepe ..
Servite molto calda .



BUON APPETITO ..
SHARE:
BLOGGER TEMPLATE CREATED BY pipdig