La Fiera detta 'di Santa Caterina' ovvero 'dell'equino e dello scaldino col fischio è una delle fiere tradizionali più importanti e con la tradizione più antica della provincia di Arezzo.
Si svolge ogni ultimo week-end di Novembre raccogliendo grande interesse dal territorio e non solo. Fulcro della manifestazione è il mondo equino, ma anche la tradizione ceramista locale che vede proprio nello 'scaldino col fischio' un suo notevole punto di forza. Fiera di Santa Caterina - Monte San Savino Anche a Monte San Savino, in passato paese essenzialmente agricolo, si svolgeva una fiera simile detta di “Santa Caterina” ovvero “dell’equino e dello scaldino col fischio”. E a giudicare da quanto ne dicono i cronisti locali (fra cui Restorello Restorelli, che scrive nella seconda metà del XVIII sec.), doveva essere molto antica.
Guelfi e Baldi, fedeli registratori della vita quotidiana savinese nel corso dei secoli, così si esprimevano su di essa usando come fonte lo Zibaldone comunale del XVII secolo: “Questa fiera grossa rimonta al 1551 in cui i Di Monte la chiesero al granduca, che benignamente la concesse con le stesse esenzioni e privilegi che godevano la fiera per San Simone in Arezzo e quella rinomatissima a Cortona. La fiera incominciava il 1 novembre prolungandosi per pochi giorni, se nonché divenuto il paese principato sotto Mattias, questi ne segnò il termine il 25 novembre ed in seguito, tenuto conto del gran concorso e dell’importanza che acquisiva, fu prolungata fino al 12 dicembre durando così 42 giorni”. Col passare degli anni, specialmente a seguito dell’esodo delle campagne, la ‘Fiera’ era ridotta a molto meno di un mercato settimanale. Era quindi necessario trovare un correttivo per rilanciare quest’antica manifestazione.
Con lo spostamento all’ultimo sabato e domenica di novembre, la Fiera ha recuperato il suo antico splendore, richiamando nella città del Sansovino numerosi turisti.
Se cerco su Google o qualsiasi altro motore di ricerca la Fiera Grossa , ecco che trovo la definizione che ho fedelmente riportata sopra .
Benché io non sia nata in questo paese toscano , ma nel capoluogo , esso è diventato ormai casa .
Un piccolo paese che in questa giornata appunto si veste a festa , tutto pronto per le prossime festività Natalizie , e si adorna di banchi e banchini che vendono di tutto.
Credo di non essere più tornata alla fiera da anni , non amo molto la folla , e poi non rappresenta più quello che una volta era .
Ultimo giorno in cui i contadini lasciavano le loro campagne per recarsi al paese e acquistare tutto quello che dovevano e potevano , fino probabilmente alla successiva primavera , vi era uno scambio di merci e in tempi meno remoti , era facile trovare oggetti inconsueti. Il detto era , che tra genitori e figli , fidanzati , marito e moglie , ci si "sfierava" , riferendosi a piccoli doni che si scambiavano reciprocamente .
Adesso , ogni giorno si trova di tutto ovunque , e quindi anche la fiera ha perso quel valore che rivestiva .
Dopo la fiera le campagne si animavano per la raccolta delle olive .
Era così anche per noi . Il babbo voleva che anche noi ,non cominciassimo prima di questa data .
Ed in quelle sere , magari il sabato pomeriggio , l'unico che si concedeva a casa a riposo , era solito cucinare la sua Amatriciana ed il classico "baldino " più comunemente noto come castagnaccio.
Farina di castagne , pinoli , olio nuovo , rosmarino e zucchero .
Cuoceva lentamente nel forno della stufa a legna e si crepava in superficie , dove , a metà cottura il babbo metteva gli aghi di rosmarino.
Non amavo molto quel dolce , ma era fatto dal babbo , ed uno dei pochi che mangiavamo.
Oggi ho riesumato della farina di castagne che avevo in casa ma ne ho fatto un uso diverso.
Assieme a della farina di riso , ho fatto una torta , che è venuta buona e soprattutto ho subito pensato che è adattissima agli intolleranti al glutine , essendo priva di farina di grano...
E' piaciuta e ve la ripropongo , anche perché è molto adatta alla stagione e semplicissima da fare ...
INGREDIENTI PER UNA TORTA DI 26 CM DI DIAMETRO
- farina di castagne , 200 g
- 200 g di farina di riso (se non siete celiaci va benissimo la farina di grano 2)
- lievito per dolci senza glutine (normale se non avete problemi di intolleranza )
- zucchero semolato , 110 g
- cioccolato fondente , 90 g
- burro , g 150
- panna fresca per dolci , 500 ml
- albumi , 3
- uvetta , 2 cucchiai da minestra
- castagne cotte (Noberasco ) 1 confezione
- zucchero a velo , 1 cucchiaio
Mescolate le due farine setacciate , e tritate grossolanamente il cioccolato mentre fate sciogliere a fiamma bassa il burro.
Amalgamate le farine allo zucchero semolato quindi , aggiungete la panna liquida .
Procedete quindi con l'aggiungere il cioccolato tritato, il lievito per dolci e l'uvetta .
Poi sarà la volta delle castagne , che avrete diviso in quattro pezzi.
Mettete nell'impasto il burro liquido raffreddato , ed in ultimo le chiare montate a neve ben ferma .
Imburrate ed infarinate la tortiera ed accendete il forno portandolo a 170°.
Rovesciate l'impasto nella tortiera e mettete in forno statico , nel piano medio del forno.
Cuocete per circa 45 minuti , controllate dal vetro la cottura e dopo 40 minuti circa fate la prova stecchino per accertarvi che il centro della torta sia asciutto .
Sfornate e lasciate raffreddare , poi impiattate e decorate con zucchero a velo , frutta fresca e qualche castagna ..
BUON APPETITO
Nessun commento
Posta un commento