martedì 14 novembre 2017

MEZZE MANICHE RIGATE CON CREMA DI FINOCCHI E TONNO


La siccità della scorsa estate non ha permesso agli alberi di olivo di dare i frutti aspettati ma , nonostante questo ,il fermento che caratterizza questo periodo dell'anno in casa , non ha praticamente eguali.
Si comincia a cogliere i primi di novembre e già questo , rispetto a quando ero piccola è un fatto piuttosto anomalo , perché i contadini ed il babbo , volevano necessariamente cominciare la raccolta dopo la Fiera di Santa Caterina , che coincide con il 25 novembre .
Fiaschette di vino e grappa , facevano compagnia alle scale con i pioli di legno , alla base dei pedoni di olivo , perché talvolta era talmente gelida l'aria che per riscaldarsi , i contadini , usavano bere qualcosa di forte ed avere la sensazione di affrontare il gelo in maniera   più decente.
Si , perché oltre alla date della raccolta , erano diverse anche le stagioni .
L'inverno era davvero inverno , di quelli che la terra scricchiolava sotto i piedi quando camminavi , perché la mattina fino a mezzogiorno , il ghiaccio che si era formato durante la notte , non riusciva a sciogliersi con il flebile sole , ma anzi in certi posti particolari , quelli esposti alla "merigge "  proprio non si scioglieva mai .
Mamma mi infilava una tuta imbottita e cerata sopra gli altri vestiti , un passamontagna di lana ed il cappuccio della stessa tuta , chiuso con una lunga cerniera , e mi infagottava talmente tanto che riuscivo a muovermi a stento .
Giornate intere passate con il freddo dentro alle ossa , con i contadini che mi facevano raccogliere le olive cadute per recuperare anche  l'ultima per  terra e non sprecare , ed io quando sentivo le piccole dita gelate , cominciavo con la punta di un sasso ad incidere piccoli solchi per terra nei quali nascondevo le olive e le ricoprivo con i piedi .
Quando il contadino che veniva pagato dal  babbo per  mantenere  il podere  ,venne a scoprirlo , mi sculacciò talmente tanto che quel giorno non sentì freddo e chiaramente per rincarare la dose , pensando di fare un dispetto agli altri , mi attaccai alla bottiglietta di grappa , finendo la giornata  sopra la tazza del bagno a piangere e vomitare e continuai così per tutta la notte  .
A queste giornate , seguiva immancabilmente , quella del frantoio con la macina a pietra .
L'odore di sansa che sprigionava mi faceva venire il mal di stomaco , e spesso mi addormentavo nelle barche di stoini puliti accanto alla stufa a legna del frantoio stesso ,  dopo che il mio entusiasmo nel vedere le prime gocce di olio uscire dalle olive  , era scemato .
Il rituale della prima bruschetta era quasi magico , e fino alle leccornie del Natale , non c'era altro di meglio che potesse sostituire quel piatto pieno di sapore e significati .
L'odore di aglio , che la nonna emanava tutta la notte mentre le dormivo accanto , mi ha fatto così odiare questa pianta  ,che attualmente lo uso solo il necessario per cucinare e mai crudo per strofinare il pane con l'olio nuovo ..
Certe tradizioni sono rimaste intatte in casa e così la sera della molitura ceniamo con bruschetta o fettunta , contornata però da fagioli , carne  ed ogni ben di Dio.In pratica  quello che è cambiato , è che adesso non è più pasto , ma un semplice  crostino che funge da antipasto frugale   ma  che al primo morso mi riporta ad altri tempi.
Tra le prime cose che cucino con l'olio nuovo c'è il risotto , ma anche questa pasta , che se volete potete fare con olio  della scorsa stagione , certo è che con quello nuovo acquista un valore ed un retrogusto tutto particolare ..
Il nostro olio Toscano , ha un certo pizzicore i primi tempi , dovuto alla molitura ed al tipo di albero , in questo pecchiamo di orgoglio sostenendo che come il nostro pochi ce ne sono , ma ogni toscano si vanta del proprio olio , sebbene ho assaggiato quello calabrese , ligure , siciliano che seppur diversi sono sempre notevoli...quindi cominciamo con la bollitura dei finocchi...






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • pasta di semola , formato mezze maniche , perché incorpora meglio la crema , 240 g
  • finocchio fresco , 1 grande
  • tonno sottolio 200 g circa 
  • olio extra vergine di oliva 
  • sale 
  • pepe nero
  • aglio , uno spicchio 
  • parmigiano grattugiato un bel cucchiaio
  • panna fresca liquida , 2 cucchiai



Fate a pezzetti il finocchi dopo averlo ben lavato , e mettetelo in una padella antiaderente con lo spicchio di aglio , coperto con acqua , un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale .
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere piano la verdura .
In una capiente casseruola , fate scaldare un altro cucchiaio di olio al quale aggiungerete successivamente il tonno sbriciolato , ed una spolverata di pepe nero.




Fate cuocere la pasta , e appena il finocchio sarà cotto passatelo al mixer .
Scolate la pasta al dente ,  buttatela nella casseruola e mescolatela al tonno e alla panna liquida .


Aggiungete la crema di finocchi , amalgamate bene spolverate con parmigiano e pepe nero.
Decorate  con qualche rametto di finocchio fresco e servite calda .

BUON APPETITO 



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venerdì 10 novembre 2017

MARMELLATA DI MELE COTOGNE



Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti  abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti  ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano  ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le  tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i  parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano  rape , conigli ,polli  e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente  a  tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti  ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere  per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni  le donne anziane  ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...

Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....



INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G

  • mele cotogne con la buccia , una decina 
  • zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
  • rum o passito , mezzo bicchiere
  • cannella , una spolverata 
  • zucchero a velo
  • mezzo limone , il succo
  • acqua
  • barattoli sterilizzati

Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche  le parti ammaccate e deteriorate, poi  fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .




Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .



Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .





Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore  e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..




BUON APPETITO ..
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giovedì 9 novembre 2017

FIORELLINI DI SFOGLIA CON PRUGNE


Raccontare di un'emozione non è sempre facile , soprattutto se è una di quelle inaspettate , fatta di coincidenze strane , destini incrociati.
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia un proprio destino , puoi leggermente plasmarlo , deviarne il corso , ma ciò che è scritto , lo è dal momento in cui i tuoi occhi vedono la luce .
Altrimenti  ,non ci sarebbero persone tanto sfortunate da nascere in posti in cui ogni giorno lottare con le difficoltà della vita è routine , ed altre nate con sette camice come diceva nonna .
Bambini che nascono con genitori anaffetivi che diventeranno i migliori figli del mondo , altri che nascono circondati da un mare d'amore e si scorderanno completamente di avere genitori.
Chi nasce in territori pieni di uranio e chi isolato nella cima di una montagna  ,dove respirare è un privilegio.
E sono convinta che ogni persona che incrociamo nella nostra vita , non vi entra per caso ..
Appena finito gli studi superiori , per non gravare alla mia famiglia , mi districavo tra cucire una scarpa in pura pelle , confezionare una maglia di pura lana con i ferri della nonna , e per circa due anni fui la "tata " di un bambino fantastico ,che aveva compiuto da poco un anno figlio di una signora Americana e di un Romano  .
Francesco , questo è il suo nome , mi fu totalmente affidato dalla mamma nelle ore in cui lei adempiva al suo lavoro .
Biondo occhi azzurrissimi come il cielo terso  ,era un bambino di una bontà ineguagliabile .
Spesso il giorno non era sufficiente alla madre occupata dal suo lavoro , e mi tenevo quel piccolo bambolotto anche a dormire con me , stretti nel lettone di casa dei miei , dentro una camera , nella quale già dormivamo io , mia sorella e la nonna .
Tante giornate trascorse insieme a questo piccolo , che ogni giorno diventava sempre di più il centro delle mie giornate ed impegnava un grande pezzo del mio cuore .
Poi le variabili e varianti della vita , mi portarono a cambiare totalmente lavoro e dovetti lasciare quel bimbo , non senza enorme sofferenza .
Durante gli anni l'ho pensato spesso , ho ritrovato fotografie che ci ritraevano insieme , ho rivisto a volte  la madre , la quale mi aveva detto che Francesco non viveva più in Italia ma si era trasferito a studiare in America .

In un normalissimo e anonimo pomeriggio di lavoro la scorsa settimana , seduta alla mia cassa , improvvisamente sento di dover alzare gli occhi dal nastro trasportatore , l'unica cosa che attira la mia attenzione mentre lavoro ,tranne e fatta eccezione per  qualche   sguardo dei  clienti più empatici ..
Di fronte a me , nella cassa davanti un bellissimo ed altissimo uomo contraccambia il mio sguardo, mi batte forte il cuore e a lui sembra altrettanto , fermo le mani e mi alzo in piedi , lui si avvicina , ed un abbraccio immenso e strettissimo conferma ciò che entrambi avevamo capito.
Io la sua baby sitter , lui il mio primo bambino amatissimo .
Mi emoziono e gli occhi si inumidiscono ..lui sorride felice dice che a primavera tornerà e si fermerà qualche mese..lo saluto , capiamo che non siamo due esseri estranei.
Dopo soli due giorni , mentre trafelata cucino la cena prima della mia solita ora in fisioterapia , con la finestra aperta nel giardino , mi accorgo che quattro figure sconosciute cominciano a mangiare i frutti di uno stupendo corbezzolo..
Commento con mio figlio che non è molto educato da parte loro , e mi ostino a guardare meglio per capire ..ancora lui , il mio Francesco  (ha anche lo stesso nome di mio figlio...)nascosto dal cespuglio ma ben riconoscibile..
Scherzosamente gli grido che non è corretto rubarmi i frutti del corbezzolo..lui rimane basito ..Sei tu !... ed abiti qui in questo posto divino..
Scendo le scale di corsa , chiamo a raduno mio figlio , il mio compagno e la mamma ..
Ci emozioniamo tutti , avevo parlato di lui a tutti ..la mamma offre loro un  caffè.
Francesco è insieme a tre ragazzi americani , stupiti e meravigliati della nostra accoglienza .
Ci abbracciamo , ci scambiamo il numero di telefono , ci facciamo una fotografia insieme , e mi prometti che non ci perderemo più.
Dici che quando sarai in America , curioserai nel mio blog , per cucinare piatti che ti ricordano casa ..
Sono felice di averti ritrovato e che tu mi abbia regalato questa splendida emozione.
E per festeggiare virtualmente ti regalo questi semplici dolcetti di pasta sfoglia ..i miei fiorellini con prugne e crema ..




INGREDIENTI PER CIRCA 12 FIORELLINI

  • pasta sfoglia , 1 rotolo
  • prugne denocciolate , 12
  • panna liquida , 3 cucchiai
  • preparato per crema Paneangeli  ,3 cucchiai
  • zucchero a velo
  • perline argentate 




Con degli stampini a fiore medio grandi  , andate a ritagliare circa dodici pezzi nel rotolo di pasta sfoglia .
Amalgamate la polvere per crema con la panna liquida fino a creare una crema densa che userete per coprire il centro del fiore .
Stendete gli avanzi della sfoglia  , e ritagliate dei fiorellini più piccoli nel cui centro andrete a fare un piccolo foro.
Coprite con i fiori piccoli quelli grandi ed appoggiate al centro di ciascuno , sopra il foro la prugna denocciolata e le perline argentate .




Accendete il forno a 180° e sistemate la teglia nella quale avrete disposto carta da forno e fiori .
Cuocete per circa 15 minuti , controllando che la sfoglia non si colori troppo.

Togliete dal forno lasciate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.




Gustate e conservate a temperatura ambiente ...


BUON APPETITO


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mercoledì 8 novembre 2017

BUCATINI AL PESTO DI RAPE ROSSE



E poi ci sono quei giorni pieni di ricordi , di emozioni , quelli in cui ripercorri una strada che hai percorso mille volte , ed ogni angolo ti ricorda un particolare momento della tua vita .
Non so se possa trattarsi di nostalgia legata al trascorrere degli anni , o di mancanza di qualcosa , o meglio di qualcuno.
Generalmente non sono brava a ricordare gli anniversari piuttosto che le date di compleanno , e di questo a volte mi dispiaccio moltissimo , ma il giorno in cui è venuta a mancare una delle persone più importanti della mia vita , mi ronza sempre intorno e quando arriva , come oggi  ,non faccio che posare lo sguardo sulle foglie ingiallite cadute ai margini dei viali , come a simboleggiare la fine di un ciclo di vita .
Lo zio , che probabilmente ho già descritto in questo contesto , è quella persona che in molti casi ha sostituito egregiamente mio padre , spesso assente per troppo lavoro anche se fisicamente ma non con il cuore  , quello che mi riconduce a migliaia di ricordi meravigliosi.
Lo zio e il cibo , il suo parallelo amore tra vita e cibo .
Chi ama la vita , lo si riconosce anche a tavola , ci sono gesti degli occhi , delle mani , strani buffetti , che contraddistinguono i veri amanti della vita anche a tavola .
Lo zio mi ha insegnato una volta  a tavola quando ero molto piccola , che non si parla con il boccone in bocca , non si mastica a bocca piena e non si fanno rumori mentre si beve o si termina il bicchiere di acqua..non si tira su il caffè ne la minestra .
Sono questi gli insegnamenti di vita , pochi fra migliaia che mi ha lasciato , che ricordo perfettamente , forse perché  fanno parte di una gestualità quotidiana .
Lo zio che ci e mi ha lasciato in questo otto novembre  ,lo ha fatto tra le mie braccia , con un'ultima frase leggermente sospirata , che fu...quando chiamano bisogna partire ..
Ed è con questo monito che vivo ,quando chiamano bisogna partire , anche se la direzione che vorresti prendere , spesso è opposta alla tua volontà.
Si dice che i migliori mangiatori oltre che amanti della vita sono amanti perfetti..
Si dice che un giorno pieno di foglie gialle necessita di un po' di colore per scacciare la solitudine che mi pervade ...un pesto di rape rosse ha colorato perfettamente i miei bucatini , mangiati da sola davanti ad una fotografia che ancora fa scendere qualche lacrima , benefica e liberatoria.




INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • bucatini o altro formato di pasta , 240 g
  • rape rosse , 2 anche già lessate 
  • noci una decina circa 
  • parmigiano , 100 g
  • olio extra vergine di oliva 
  • qualche foglia di menta 
  • sale ,pepe nero
Se utilizzate le rape rosse già lessate , scaldatele cinque minuti in acqua calda leggermente salata.



Mentre la pasta cuoce , preparate nel mixer il pesto per il condimento.
Fate a pezzetti la rapa rossa , aggiungete le noci sbucciate , due o tre foglie di menta , il parmigiano a pezzetti ,due cucchiai di olio evo un pizzichino di sale e pepe nero  .
Mixate il tutto fino quasi ad omogeneizzare .



Scolate la pasta al dente e conditela con il pesto preparato , aggiungendo a piacere , qualche gheriglio di noce e piccole foglie di menta , una spolverata di pepe nero ...e gustate !





BUON APPETITO





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