venerdì 24 novembre 2017

SANDWICHES DI POLENTA E COTECHINO



Ho sognato, che qualcuno nella notte mi tirasse il bulbo oculare talmente tanto forte , da strapparmelo via , e svegliandomi terrorizzata con un grido di dolore represso , ho sentito che il male c'era realmente .
Capita che dal niente ti ritrovi con un bel problemino e quindi oggi è stata la mia prima giornata con gli occhiali , visto che dovrò definitivamente abbandonare le mie tanto amate lenti a contatto.
Pensavo peggio..
Guardandomi nello specchio ho intravisto qualcuno che mi era appartenuto tanto tempo fa..Io ,da piccola con i primi occhiali da vista e anche guardando bene dei tratti di mio figlio Francesco , del quale non volendo ho copiato anche la montatura , all'incirca  .
Io che si appannavano le lenti quando scoperchiavo i tegami alla mamma , io che con le dita spingevo di continuo gli occhiali nel punto che toccavano il naso.
Franci ha detto che mi stanno benissimo e l ho guardato adorante , perché il suo parere per me è sempre fondamentale, come del resto quello del mio compagno .
Ma benissimo o malissimo , devo tenerli , tutto il resto è un'altra storia.
Il camino acceso d'inverno , voleva dire anche verdura cotta , cipolle,patate, rapi bianchi , sotto la brace , o meglio la cenere , e perché no , fiorentine e salsicce sopra ad una griglia rovente .
Ma molti caminetti avevano al centro di essi attaccata al muro , una sorta di catena ad anelli , la quale mi ha terrorizzata una vita .
Da piccola  pensavo che li ,venissero appesi e bruciati nelle fiamme tutti coloro che avevano commesso gravi peccati .
In verità ,insomma,  interpretavo la mia idea di Inferno così, e quando la carne veniva cotta sopra la griglia , pensavo anche che in realtà il profumo dei morti bruciati , non era nemmeno male .
Dove possa arrivare tanta immaginazione o meglio da dove , non lo so , ma certo sono convinta che , la pochezza di informazioni ed immagini che avevamo rispetto ad oggi , faceva galoppare la nostra fantasia .
Un giorno , nel camino di un contadino  dal quale eravamo invitati a cena , scoprì che la catena terminava con un grande paiolo nero , dentro il quale bolliva un a quantità ingente di polenta .
Svelato l'arcano , rimasi così contenta che servisse a questo , e chiesi al babbo di riattaccare anche nel nostro camino il paiolo alla catena .
Noi non lo usavamo mai se non per scaldare l'acqua quando , in occasione dell'uccisione e  salatura del maiale , veniva utilizzata per la soprassata(noto salume toscano...) .
La polenta invece veniva cucinata sopra il piano della stufa a legna , con il nonno che rimestava di continuo quando la nonna faceva scendere la farina gialla con tanta lentezza attraverso un piccolo setaccio di legno. Continuava per circa un'ora , ed io rimanevo a guardare  ,estasiata , quello spettacolo che spesso veniva celebrato come un rito.
Al posto del mestolo si usava un mattarello di legno ,lo stesso con il quale la nonna stendeva la sfoglia  , poi la polenta una volta cotta veniva fatta cadere sulla spianatoia di legno rigorosamente posizionata vicino alla finestra , affinché con il freddo "si fermasse e non scivolasse via " . Più tardi ho scoperto , nel paese in cui adesso vivo  ,che durante la cottura essa veniva arricchita con un soffritto a base di olio , pancetta tritata grossolanamente  ed aghi di rosmarino.
Niente male !
Appena cotta , nonna condiva la polenta con un ragù a base di funghi e salsiccia , e dato che ne veniva cucinata volutamente per un esercito intero , nei giorni che seguivano la cottura , mangiavamo polenta praticamente a tutti i pasti.
Fritta , in forno con i formaggi , sopra la gratella , in padella con quadretti di pane fritto e piccoli pezzetti di formaggio.
Il periodo era questo , novembre inoltrato ...
Costituiva una grande risorsa , perché con poco sfamava tanto e per molti giorni .
Adesso la cucino di rado  , generalmente precotta per accelerare i tempi , e vario i piatti a base di polenta ,quando anche a me ne avanza una bella quantità.
La lascio raffreddare , una volta presa la quantità che mangiamo condita calda ed immediatamente cucinata , sopra ad un foglio di carta da forno , livellandola bene all'interno di una teglia .
Tempo fa ho ideato questa ricetta , visto che avevo anche un cotechino delle scorse festività , e perché no , ho pensato che potrà essere un antipasto carino magari nei vari cenoni dei prossimi giorni...per questo ve lo propongo.




INGREDIENTI PER UNA DECINA DI SANDWICHES

  • Polenta già cotta , circa 300 g (io ho utilizzato la farina precotta di quelle che in tre minuti la polenta è pronta , poi una volta cotta l'ho lasciata raffreddare come ho spiegato sopra ..)
  • Cotechino , 1
  • Provola o altro formaggio a pasta dura , 150 g
  • sale ,pepe
  • rosmarino fresco 
  • olio extra vergine di oliva 


Preparate la polenta ed il cotechino come da istruzioni  nei loro involucri originali.
Fate raffreddare entrambi, separatamente.




Appena la polenta si sarà raffreddata e solidificata , procedete con una forma circolare a tagliare una ventina di dischi dal diametro leggermente più grande della  fetta del cotechino.

Posizionatene la metà sulla carta da forno predisposta nella teglia , e passate sopra ciascun disco qualche gocciolina di olio.





Tagliate anche il cotechino in fettine regolari  , non altissime , e farcite ogni disco di polenta con una fetta di carne tagliata .
Ricoprite a questo punto facendo una leggera pressione con il secondo disco di polenta , dando la forma di un panino.




Tagliate il formaggio in piccoli dadi e coprite la superficie del "panino" con essi , aggiungete qualche ago di rosmarino fresco e una goccia di olio.



Accendete il forno a 180° e lasciate la teglia per almeno trenta minuti dal momento in cui comincia ad essere caldo .







Lasciate che il formaggio si fonda e formi una crosticina croccante sopra la polenta , quindi servite caldissimi...

BUON APPETITO 





E siccome la polenta è ancora avanzata , la prossima ricetta sarà ancora una scoperta a base di farina gialla !!
A presto ed un abbraccio grande  a tutti voi , che  siete veramente tanti che mi seguite..

Silvia
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