martedì 24 gennaio 2017

GRAFFE NAPOLETANE


Non ho mai amato particolarmente il Carnevale , anche se ho dei bei ricordi legati all'infanzia ,quando  indossavo il vestito rosso e nero da spagnola  per giorni e giorni e mi ci addormentavo sfinita dal pianto perché non volevo toglierlo neppure per andare a dormire .
E poi le feste dell'ultimo giorno di Carnevale ..il pomeriggio zia Clara ci portava in un locale della mia città , dove si facevano feste mascherate per bambini , e già li avrei dovuto cominciare a capire il mondo .
Non era bello chi aveva degli occhi espressivi o dei bei capelli , ma chi indossava il costume più bello .Un po' come oggi , non vale chi ha valori intrinsechi  ,ma chi ottiene più mi piace su Instagram , chi ha una miriade di followers(è così che si chiamano no??) ,chi si plastifica per piacere (a chi ???? ) insomma chi fa parte di un certo teatro, mentre ti accorgi che chi vale davvero , è di un'umiltà infinita. 
Ricordo che un anno tornai a casa piangendo  , perché ero partita convinta che avrei vinto il  primo premio come migliore maschera  , invece lo vinse un mio compagno di classe che indossava un vestito da Indiano .
La delusione però durò molto poco , il tempo in cui mamma mi spiegò che la madre  di quel bambino lavorava da sarta per tirare avanti , e aveva cucito il vestitino durante la notte per permettere al figlio di non sentirsi diverso dagli altri .
Ricordo che il mattino seguente, lo abbracciai forte a scuola e gli dissi in un orecchio di essere felicissima per il suo premio .
Lui mi chiese di diventare la sua fidanzatina e la nostra  "storia" durò per tutto il tempo delle elementari .
Così come me , mio figlio era solito indossare i suoi costumi  da Carnevale ,durante i giorni di tutto l'anno , non c'era un perché o per come .
Tornava da scuola e decideva che in quella giornata sarebbe stato l' Uomo Ragno , ed io lasciavo che si sentisse così perché capivo ...era soprattutto durante la raccolta delle olive che trascorreva pomeriggi interi con i polsi rivolti verso il cielo a cercare di tessere una ragnatela invisibile verso di me che ero intenta a raccogliere sopra l'albero le olive  e ancor di più  i suoi sputi che servivano ad imitare il personaggio ..ndr....quella ragnatela che ancora ci tiene silenziosamente uniti , come quando mi guarda triste mentre sono seduta e mi porta un caffè ..il suo gesto d'amore estemporaneo,uno dei tanti , che nasconde dietro la sua apparente rudezza una dolcezza infinita , tipico degli animi nobili .Le graffe sono un  dolce di Carnevale napoletano probabilmente  nacquero dietro il dominio   Asburgico in quel territorio , quando appunto i  loro Krapfen diventarono similmente le graffe attuali...
Le ho fatte ieri  ,non so quando sia il martedì o il giovedì grasso , ma per me c'è sempre un motivo per festeggiare la vita...

INGREDIENTI PER CIRCA 20 GRAFFE

  • 500 G DI FARINA MANITOBA
  • 50 G DI ZUCCHERO SEMOLATO
  • 280 G DI PATATE 
  • 50 G DI BURRO 
  • 1 PIZZICO DI SALE 
  • 3 UOVA
  • LA SCORZA DI 1 LIMONE 
  • 70 G DI LATTE 
  • 25 G DI LIEVITO DI BIRRA
  • OLIO DI ARACHIDI PER FRIGGERE 
  • CARTA DA FORNO
  • ZUCCHERO PER GUARNIRE



Lessate le patate con la loro buccia poi lasciatele raffreddare .
Sciogliete il lievito di birra nel latte tiepido.
Sbucciate le patate e passatele  in uno schiacciapatate ,raccogliete la purea  in un piatto .
Sbattete le uova intere con lo zucchero e quando saranno belle spumose  aggiungete , il burro a pezzetti (facendo attenzione ad  aggiungere un pezzetto solo dopo che avranno assorbito quello precedente)
la scorza del limone grattugiata, ed il pizzico di sale .
Successivamente , aggiungete il latte con il lievito , fate amalgamare bene il tutto quindi passate alle patate schiacciate e alla farina .
Potete fare l'impasto con una planetaria ma anche a mano perché si mescola bene , fate attenzione però che tende molto ad appiccicarsi .
Non siate tentati dall'aggiungere altra farina , altrimenti le graffe perderanno la loro sofficità.
Per maneggiare bene l'impasto spalmatevi del burro nelle mani .
Non appena l'impasto è pronto mettetelo a riposare coperto da pellicola  in una terrina, cosparsa anch'essa di burro ,  all'interno del forno spento con la luce accesa .
Lasciatelo almeno un paio d'ore .



Quando sarà ben lievitato , cominciate a prenderne dei pizzicotti di circa 60 g ciascuno lavorateli come fossero dei bastoncini e chiudeteli alle estremità formando una ciambella ,lasciate il foro centrale grande perché durante la seconda lievitazione tenderà a richiudersi.
Sistemate tutte le ciambelle sopra ad una teglia da forno rivestita di carta .
Rimettete la teglia in forno spento con la luce accesa , lasciate almeno un'ora .


Trascorso il tempo prestabilito le ciambelle saranno belle gonfie quindi cominciate a preparare la frittura .
Un piatto con della carta assorbente , un piatto colmo di zucchero , pinze metalliche e schiumaiola .
Mettete abbondante olio di arachidi in una casseruola non grande ma alta  ,io ho fritto una ciambella alla volta , perché la ciambella deve friggere in abbondante olio .
Per evitare che la lievitazione si compromettesse , ho tagliato ciascun pezzetto di carta da forno dove era adagiata la ciambella , e appena l'olio era caldo ho cominciato a mettere le ciambelle in frittura con la loro carta .
Le pinze vi serviranno a questo , a togliere la carta da forno che scivolerà via da sola dopo qualche secondo .
Friggete le ciambelle per pochi secondi , altrimenti diventeranno troppo colorite .
Lasciatele asciugare nella carta assorbente dopodiché passatele nel piatto con lo zucchero facendolo aderire bene in ogni parte della superficie della ciambella.

Calde sono eccezionali , ma anche per la colazione di stamani, avevano mantenuta quasi intatta la loro morbidezza ..


BUON APPETITO





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