Estate voleva dire per la mia famiglia trasferirsi nella casa in campagna , che il babbo aveva comprato quando io avevo ancora da festeggiare i sei anni.
Diciamo , quindi ,che i ricordi più vividi che ho della mia infanzia , risalgono a questo posto e questo paese .
La casa in campagna , e le giornate passate con mia sorella Laura e mia cugina Susy , quando bastava un semplice bastone a farci da fantomatico cavallo per trascorrere giornate intere nei campi coltivati ad olivi , sotto ai quali il contadino che il babbo pagava per curare la nostra tenuta , seminava puntualmente le rape.
Il periodo più bello era questo , quando ormai le rape mostravano tutte le loro infiorescenze , e noi correvamo dentro a questo mare giallo che fluttuava in base alla corrente del vento come se davvero vi fossero onde a trasportarlo avanti e indietro.
Il lunedì puntualmente ero ammalata almeno fino a quando all'età di dodici anni non subì l'intervento di asportazione delle tonsille.
ll ricordo di quel primo ricovero mi fa venire ancora i brividi se penso che per ingurgitare anche solo la saliva piangevo lacrime salate ed il gelato per una settimana fu il mio unico nutrimento.
Ricordo bene che , appunto dopo una settimana , la mamma che non aveva risentito la mia voce , mi trovò in camera a cantare una canzone , sigla di un varietà del sabato sera che conduceva il mitico Renato Rascel..
Che ricordi , vivissimi ,impressi nella memoria.
Il mercoledì era giorno di mercato , il che voleva dire vestirsi di tutto punto e andare tutti con la 500 della mamma in paese .
Giornata di festa e di ricorrenze abituali , tra le quali primeggiava la colazione al famoso bar della Luna .
Guardando i banchi odierni delle pasticcerie , mi viene da ridere a pensare come effettivamente noi ci accontentassimo di poco , ma di quanto sicuramente eravamo più felici.
Al bar si ritrovava tutto il paese nel giorno di mercato e la domenica , quando dopo essere usciti dalla Messa , era pressoché impossibile non incontrare una persona con il vassoio di paste da portare a casa .
Così faceva anche il babbo , che tra le altre prelibatezze , credo quattro o cinque referenze , portava i budini di riso.
Tipicamente toscano , è un dolce molto semplice per il quale mia sorella andava letteralmente pazza tanto che stamani alzandomi , ho pensato di rifarle i suoi budini di riso..
Si è quasi commossa quando li ha visti e le ho detto che stamani è stata il mio primo pensiero.
Perché se penso all'infanzia non posso che pensare a lei , a tutti i momenti insieme , quando a dividerci c'erano soltanto le ore che passavamo a scuola e ad unirci c'era l'immancabile budino di riso,una tra le tantissime cose ..
INGREDIENTI PER UNA QUINDICINA DI BUDINI
PER LA PASTA FROLLA ESTERNA
- 500 G DI FARINA 00
- 200 G DI ZUCCHERO A VELO
- 4 TUORLI
- 250 G DI BURRO
- 1 PIZZICO DI SALE
PER IL RIPIENO
- 1 LITRO DI LATTE (IO USATO QUELLO DI RISO
- 250 G DI RISO ARBORIO
- 3 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
- 2 UOVA
- 1 AROMA VANIGLIA IN FIALE
- ZUCCHERO A VELO
Preparate la pasta frolla . mettendo nel mixer la farina con il burro freddo , poi aggiungete lo zucchero a velo e incorporate le uova con il pizzico di sale .
Lavorate l'impasto brevemente solo il tempo che serve per farlo amalgamare quindi , formate una palla che metterete nel frigo su un piatto coperta da pellicola .
Nel frattempo portate a bollore il litro di latte e quando inizia il bollore, gettatevi il riso , abbassate la fiamma e fate cuocere fino a che il riso non avrà assorbito tutto il latte , spegnete la fiamma e lasciate raffreddare .
Mentre il riso si raffredda imburrate ed infarinate gli stampi da muffins o quelli in stagnola piccoli monoporzione che si trovano nei supermercati .
Tagliate la pasta frolla in dodici/quindici pezzi uguali fate con ognuno delle piccole paline che spianerete e sistemerete negli stampi come a foderare ogni foro.
Riprendete il riso , che si sarà raffreddato nel frattempo e unite tre cucchiai di zucchero , la fialetta di vaniglia , i tuorli e le chiare montate a neve ben ferma .
Mescolate bene tutto l'impasto e riempite con un cucchiaio ciascun tortino di pasta frolla.
Cuocete in forno caldo a 180° circa per 40 minuti.
Togliete dal forno ,lasciate raffreddare e spolverate bene con zucchero a velo .
Ottimi , profumano di infanzia e di sapori semplici...
Semplici come una torre di un piccolo paesino della mia Toscana , non il mio ma molto vicino ,dove tutto , dal colore , alla cucina e la gente , parla di bontà e semplicità.
Ps..il "cittina" tradotto in italiano è bambina , parola toscana o meglio aretina ...ndr
BUON APPETITO
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