Ci sono dei piatti che rappresentano la cultura di territori , popoli .Attraverso di essi si interpretano in maniera eccellente gli usi , le abitudini di coloro che ci hanno preceduto .
Mi viene spesso da pensare a come siano nati , chissà quali esigenze ,oltre quelle chiaramente impellenti di soddisfare l'appetito e la sopravvivenza , avranno mosso le mani grosse e callose dei contadini , o dei frati che accoglievano gli orfani i trovatelli nei loro freddi e grandi conventi.
Immagino le fiamme che ardevano nei grandi camini ,all'interno dei quali una pentola appesa , nera di fuliggine emanava odore di zuppe e polente .
Mi piace pensare che tutto fosse fatto con la lentezza che non ci appartiene più , ma uno dei regali che mi sono proposta ultimamente è questo ; credo uno dei più belli ai quali potessi pensare . Assaporare tutto con coscienza e lentezza , cercare quello che rasserena , diventare un poco come un'esteta ma non della bellezza come canone che conosciamo , ma per esempio dell'entusiasmo nel vedere nascere piano piano una piantina di pomodori nell'orto.
E sporcarmi le mani , indossare una maglia che ho pazientemente fatto con i ferri da lana o un uncinetto , recuperare le stoviglie della nonna e collezionare emozioni durature .
Il riciclo fa parte della lentezza ? Forse si , anzi sicuramente .
Il fatto di recuperare in cucina e non solo gli avanzi è sicuramente un modo per assaporare ed arricchire la vita e soprattutto non buttare continuamente soldi in cose inutili .
Una delle cose che amo di più nella mia cucina è la vista del pane che si prepara lentamente , all'interno del cesto, alla cottura .Ormai ho imparato a capire l'impasto , a comunicare con lui ,accertare che sia non troppo morbido ma abbastanza idratato e a far attivare la sua lievitazione con una pasta madre che cresce in frigo come un piccolo essere dignitoso , giacché è alla base del nutrimento per eccezione .
Il profumo mette gioia e la riuscita mi entusiasma , mi da la forza di andare sempre avanti , provando e riprovando, sbagliando così tante volte che non le conto neppure io .
Ricotta e mortadella , due rimasugli nel ripiano del frigo sono diventati ottimi ingredienti per delle patate ripiene cotte nel forno a legna ..
PER TRE PERSONE VI SERVIRANNO :
- 6 PATATE MEDIE
- 3 FETTE DI MORTADELLA
- 150 G DI RICOTTA
- UOVO 1
- NOCE MOSCATA
- PARMIGIANO GRATTUGIATO , DUE CUCCHIAI
- OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
- SALE , PEPE NERO
- FAI LESSARE LE PATATE DOPO AVERLE BEN LAVATE CON LA LORO BUCCIA FINO A CHE I REBBI DI UNA FORCHETTA LE BUCHERANNO MA FACENDO ATTENZIONE A NON FARLE CUOCERE TROPPO
- UNA VOLTA COTTE , LASCIALE RAFFREDDARE PASSANDOLE PRIMA SOTTO ACQUA FREDDA CORRENTE
- MESCOLA NEL MIXER RICOTTA , MORTADELLA UOVA E PARMIGIANO
- DIVIDI LE PATATE A META' E AIUTANDOTI CON UN CUCCHIAIO TOGLI LA POLPA LASCIANDONE UN STRATO SOTTILE VICINO ALLA BUCCIA
- AGGIUNGI LA POLPA DELLE PATATE AGLI ALTRI INGREDIENTI NEL MIXER , REGOLA DI SALE PEPE NERO E NOCE MOSCATA
- RIEMPI LE PATATE CON LA FARCIA OTTENUTA E SISTEMA SOPRA UNA TEGLIA RIVESTITA DI CARTA DA FORNO BAGNA LA SUPERFICIE CON UN FILO DI OLIO , CUOCI A 170° PER CIRCA TRENTA MINUTI
- SERVI CALDE E BUON APPETITO !
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