venerdì 10 novembre 2017

MARMELLATA DI MELE COTOGNE



Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti  abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti  ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano  ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le  tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i  parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano  rape , conigli ,polli  e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente  a  tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti  ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere  per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni  le donne anziane  ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...

Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....



INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G

  • mele cotogne con la buccia , una decina 
  • zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
  • rum o passito , mezzo bicchiere
  • cannella , una spolverata 
  • zucchero a velo
  • mezzo limone , il succo
  • acqua
  • barattoli sterilizzati

Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche  le parti ammaccate e deteriorate, poi  fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .




Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .



Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .





Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore  e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..




BUON APPETITO ..
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giovedì 9 novembre 2017

FIORELLINI DI SFOGLIA CON PRUGNE


Raccontare di un'emozione non è sempre facile , soprattutto se è una di quelle inaspettate , fatta di coincidenze strane , destini incrociati.
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia un proprio destino , puoi leggermente plasmarlo , deviarne il corso , ma ciò che è scritto , lo è dal momento in cui i tuoi occhi vedono la luce .
Altrimenti  ,non ci sarebbero persone tanto sfortunate da nascere in posti in cui ogni giorno lottare con le difficoltà della vita è routine , ed altre nate con sette camice come diceva nonna .
Bambini che nascono con genitori anaffetivi che diventeranno i migliori figli del mondo , altri che nascono circondati da un mare d'amore e si scorderanno completamente di avere genitori.
Chi nasce in territori pieni di uranio e chi isolato nella cima di una montagna  ,dove respirare è un privilegio.
E sono convinta che ogni persona che incrociamo nella nostra vita , non vi entra per caso ..
Appena finito gli studi superiori , per non gravare alla mia famiglia , mi districavo tra cucire una scarpa in pura pelle , confezionare una maglia di pura lana con i ferri della nonna , e per circa due anni fui la "tata " di un bambino fantastico ,che aveva compiuto da poco un anno figlio di una signora Americana e di un Romano  .
Francesco , questo è il suo nome , mi fu totalmente affidato dalla mamma nelle ore in cui lei adempiva al suo lavoro .
Biondo occhi azzurrissimi come il cielo terso  ,era un bambino di una bontà ineguagliabile .
Spesso il giorno non era sufficiente alla madre occupata dal suo lavoro , e mi tenevo quel piccolo bambolotto anche a dormire con me , stretti nel lettone di casa dei miei , dentro una camera , nella quale già dormivamo io , mia sorella e la nonna .
Tante giornate trascorse insieme a questo piccolo , che ogni giorno diventava sempre di più il centro delle mie giornate ed impegnava un grande pezzo del mio cuore .
Poi le variabili e varianti della vita , mi portarono a cambiare totalmente lavoro e dovetti lasciare quel bimbo , non senza enorme sofferenza .
Durante gli anni l'ho pensato spesso , ho ritrovato fotografie che ci ritraevano insieme , ho rivisto a volte  la madre , la quale mi aveva detto che Francesco non viveva più in Italia ma si era trasferito a studiare in America .

In un normalissimo e anonimo pomeriggio di lavoro la scorsa settimana , seduta alla mia cassa , improvvisamente sento di dover alzare gli occhi dal nastro trasportatore , l'unica cosa che attira la mia attenzione mentre lavoro ,tranne e fatta eccezione per  qualche   sguardo dei  clienti più empatici ..
Di fronte a me , nella cassa davanti un bellissimo ed altissimo uomo contraccambia il mio sguardo, mi batte forte il cuore e a lui sembra altrettanto , fermo le mani e mi alzo in piedi , lui si avvicina , ed un abbraccio immenso e strettissimo conferma ciò che entrambi avevamo capito.
Io la sua baby sitter , lui il mio primo bambino amatissimo .
Mi emoziono e gli occhi si inumidiscono ..lui sorride felice dice che a primavera tornerà e si fermerà qualche mese..lo saluto , capiamo che non siamo due esseri estranei.
Dopo soli due giorni , mentre trafelata cucino la cena prima della mia solita ora in fisioterapia , con la finestra aperta nel giardino , mi accorgo che quattro figure sconosciute cominciano a mangiare i frutti di uno stupendo corbezzolo..
Commento con mio figlio che non è molto educato da parte loro , e mi ostino a guardare meglio per capire ..ancora lui , il mio Francesco  (ha anche lo stesso nome di mio figlio...)nascosto dal cespuglio ma ben riconoscibile..
Scherzosamente gli grido che non è corretto rubarmi i frutti del corbezzolo..lui rimane basito ..Sei tu !... ed abiti qui in questo posto divino..
Scendo le scale di corsa , chiamo a raduno mio figlio , il mio compagno e la mamma ..
Ci emozioniamo tutti , avevo parlato di lui a tutti ..la mamma offre loro un  caffè.
Francesco è insieme a tre ragazzi americani , stupiti e meravigliati della nostra accoglienza .
Ci abbracciamo , ci scambiamo il numero di telefono , ci facciamo una fotografia insieme , e mi prometti che non ci perderemo più.
Dici che quando sarai in America , curioserai nel mio blog , per cucinare piatti che ti ricordano casa ..
Sono felice di averti ritrovato e che tu mi abbia regalato questa splendida emozione.
E per festeggiare virtualmente ti regalo questi semplici dolcetti di pasta sfoglia ..i miei fiorellini con prugne e crema ..




INGREDIENTI PER CIRCA 12 FIORELLINI

  • pasta sfoglia , 1 rotolo
  • prugne denocciolate , 12
  • panna liquida , 3 cucchiai
  • preparato per crema Paneangeli  ,3 cucchiai
  • zucchero a velo
  • perline argentate 




Con degli stampini a fiore medio grandi  , andate a ritagliare circa dodici pezzi nel rotolo di pasta sfoglia .
Amalgamate la polvere per crema con la panna liquida fino a creare una crema densa che userete per coprire il centro del fiore .
Stendete gli avanzi della sfoglia  , e ritagliate dei fiorellini più piccoli nel cui centro andrete a fare un piccolo foro.
Coprite con i fiori piccoli quelli grandi ed appoggiate al centro di ciascuno , sopra il foro la prugna denocciolata e le perline argentate .




Accendete il forno a 180° e sistemate la teglia nella quale avrete disposto carta da forno e fiori .
Cuocete per circa 15 minuti , controllando che la sfoglia non si colori troppo.

Togliete dal forno lasciate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.




Gustate e conservate a temperatura ambiente ...


BUON APPETITO


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mercoledì 8 novembre 2017

BUCATINI AL PESTO DI RAPE ROSSE



E poi ci sono quei giorni pieni di ricordi , di emozioni , quelli in cui ripercorri una strada che hai percorso mille volte , ed ogni angolo ti ricorda un particolare momento della tua vita .
Non so se possa trattarsi di nostalgia legata al trascorrere degli anni , o di mancanza di qualcosa , o meglio di qualcuno.
Generalmente non sono brava a ricordare gli anniversari piuttosto che le date di compleanno , e di questo a volte mi dispiaccio moltissimo , ma il giorno in cui è venuta a mancare una delle persone più importanti della mia vita , mi ronza sempre intorno e quando arriva , come oggi  ,non faccio che posare lo sguardo sulle foglie ingiallite cadute ai margini dei viali , come a simboleggiare la fine di un ciclo di vita .
Lo zio , che probabilmente ho già descritto in questo contesto , è quella persona che in molti casi ha sostituito egregiamente mio padre , spesso assente per troppo lavoro anche se fisicamente ma non con il cuore  , quello che mi riconduce a migliaia di ricordi meravigliosi.
Lo zio e il cibo , il suo parallelo amore tra vita e cibo .
Chi ama la vita , lo si riconosce anche a tavola , ci sono gesti degli occhi , delle mani , strani buffetti , che contraddistinguono i veri amanti della vita anche a tavola .
Lo zio mi ha insegnato una volta  a tavola quando ero molto piccola , che non si parla con il boccone in bocca , non si mastica a bocca piena e non si fanno rumori mentre si beve o si termina il bicchiere di acqua..non si tira su il caffè ne la minestra .
Sono questi gli insegnamenti di vita , pochi fra migliaia che mi ha lasciato , che ricordo perfettamente , forse perché  fanno parte di una gestualità quotidiana .
Lo zio che ci e mi ha lasciato in questo otto novembre  ,lo ha fatto tra le mie braccia , con un'ultima frase leggermente sospirata , che fu...quando chiamano bisogna partire ..
Ed è con questo monito che vivo ,quando chiamano bisogna partire , anche se la direzione che vorresti prendere , spesso è opposta alla tua volontà.
Si dice che i migliori mangiatori oltre che amanti della vita sono amanti perfetti..
Si dice che un giorno pieno di foglie gialle necessita di un po' di colore per scacciare la solitudine che mi pervade ...un pesto di rape rosse ha colorato perfettamente i miei bucatini , mangiati da sola davanti ad una fotografia che ancora fa scendere qualche lacrima , benefica e liberatoria.




INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • bucatini o altro formato di pasta , 240 g
  • rape rosse , 2 anche già lessate 
  • noci una decina circa 
  • parmigiano , 100 g
  • olio extra vergine di oliva 
  • qualche foglia di menta 
  • sale ,pepe nero
Se utilizzate le rape rosse già lessate , scaldatele cinque minuti in acqua calda leggermente salata.



Mentre la pasta cuoce , preparate nel mixer il pesto per il condimento.
Fate a pezzetti la rapa rossa , aggiungete le noci sbucciate , due o tre foglie di menta , il parmigiano a pezzetti ,due cucchiai di olio evo un pizzichino di sale e pepe nero  .
Mixate il tutto fino quasi ad omogeneizzare .



Scolate la pasta al dente e conditela con il pesto preparato , aggiungendo a piacere , qualche gheriglio di noce e piccole foglie di menta , una spolverata di pepe nero ...e gustate !





BUON APPETITO





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lunedì 6 novembre 2017

TORTA SALATA CON SCAROLA



Scarola sembra il nomignolo di qualche fata dell'orto , di quelle leggiadre che calpestano ortica infestante e soffiano nei nuovi germogli per scacciare i piccoli vermicelli che si nutrono indisturbati di ciò che non è loro.
Qualche giorno fa , immediatamente dopo il pranzo colazione , così come lo chiamo quando ho il turno di pomeriggio a lavoro , mentre correvo trafelata per sistemare le cose in cucina , è suonato il campanello.
Non aspettavo visite a quell'ora ed affacciandomi con grande piacevole sorpresa in fondo alle scale due meravigliosi clienti , tenevano in mano una cassetta di legno con mele cotogne , quelle gialle ,profumate e ruvide,che sanno di antichi sapori di una volta  , ed in mezzo ad esse , spiccava un cesto immenso di insalata da mille tonalità di verde ... 
E' scarola ! Così mi hanno urlato !
Rendendosi conto che avevo già indossato la divisa  si sono dileguati senza che nemmeno avessi modo e e tempo do offrire loro un caffè , ed un grazie immenso per un gesto che per me , rappresenta molto di più di tante altre cose .
Ho riposto l'insalata in frigo .



Leggermente amarognola , condita con poco sale , aceto di mele , ed il nostro oro liquido , l'olio verde di recente spremitura , è stato il piatto che ho apprezzato più di ogni altro .
E non solo per il sapore , ma perché era un dono di due persone anziane che con questo gesto mi hanno voluto far capire tante cose , verdura prodotta da loro , frutta raccolta con le loro mani , recapitata direttamente a casa .
Mi hai fatto notare che quando mi descrivi come meravigliosa , ne hai tutti i motivi , come sostieni , visto che anche i clienti mi amano così .
Gesti che riescono ancora , grazie a Dio ad emozionarmi e a rendermi felice più che se ricevessi un diamante .
Sono diversa si, per fortuna apprezzo le piccole cose , anche la bellezza di un filo d'erba accanto all'ulivo ..
Con la scarola che non ho mangiato cruda ho cucinato una splendida torta salata .
Il gusto amaro si confonde con il dolce dell'uvetta ed i pinoli , mentre la provola lega tutto con un filo di morbida crema ..
Provatela se amate questi sapori..

INGREDIENTI PER UNA TORTA DI CIRCA 18 CM DI DIAMETRO

  • pasta sfoglia , un rotolo 
  • scarola , un cesto medio
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • 1 cucchiaio di uvetta 
  • 2 cucchiai di olive taggiasche 
  • 200 g di provola dolce 
  • aglio , 1 spicchio
  • 1 uovo
  • sale , pepe 
  • olio extra vergine di oliva 

Fate bollire due minuti la scarola in acqua salata calda , e poi scolatela e lasciatela asciugare .
Sbucciate lo spicchio d'aglio e schiacciatelo con il palmo della mano , lasciatelo scaldare in poco olio caldo , quindi aggiungete la scarola e fatela insaporire nell'olio .

Insaporite con sale e pepe nero , quindi aggiungete le uvette , i pinoli e le olive taggiasche .

Fate cuocere per circa cinque minuti per permettere ai sapori di amalgamarsi bene .



Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare , intanto stendete metà della pasta sfoglia .


Bucherellate con i rebbi di una forchetta la pasta , poi riempite con il ripieno preparato a base di scarola .



Aggiungete anche la provola tagliata a pezzi e poi ricoprite con l'altro disco di pasta sfoglia .



Sbattete il tuorlo dell'uovo e spennellatelo sulla superficie della torta .



Sigillate bene il bordo e bucherellate anche la parte superiore, poi mettete in forno caldo statico a 180° per circa 40 minuti .
Controllate visivamente  e sfornate  la torta .




Servite la torta 
salata calda , come antipasto o piatto unico .

BUON APPETITO .


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