giovedì 23 novembre 2017

CROSTATA CON FROLLA CON FARINA DI RISO ,RICOTTA E MARMELLATA



Chissà perché,quando penso alle crostate,è come se avessi nonna davanti o accanto ,nella mia piccola cucina a darmi indicazioni o correggere i miei  errori su come procedo nel manipolare la pasta o stendere la frolla .
Crostata era praticamente l'unico dolce che mangiavamo fatto in casa da lei , o per lo meno, quello che veniva fatto di più.
Obbligo era avere due o tre crostate per il giorno di Pasqua , tradizione che si è spenta qualche anno prima della morte della nonna , perché la mamma di dolci non ne ha mai voluto parlare .
La zia Clara invece era la pasticcera di famiglia , e ci deliziava spesso con dolci le cui ricette , si tramandavano oralmente da amica ad amica .
Credo che in ogni dove , fatta eccezione per le famiglie nobili ed abbienti , le ricette venissero tramandate di madre in figlia , si guardava , si rubava con gli occhi ..
Passavo interi pomeriggi sopra la spianatoia con i gomiti appoggiati per osservare ogni minimo movimento di mattarello , di mani infarinate e di magiche dita che, una volta facevano il buco nello gnocco di patate , un 'altra modellavano le losanghe per la crostata .Non ero mai sazia di guardare , nonostante tutti i moniti delle donne grandi ,nonna ,mamma ,zia ,quando mi supplicavano di spostare le piccole braccia che erano d'impiccio per il  loro lavoro .
E poi ogni domenica la spianatoia veniva tirata fuori per fare le pappardelle , ma quello spesso era compito del babbo .
Nuvole di farina investivano la cucina quando mi sporcavo bene bene le manine e le sbattevo soltanto per il piacere di vedere la polvere svolazzare e depositarsi nei miei capelli neri come il carbone, e in quelli della nonna , la quale faceva finta di arrabbiarsi per non contrastare le urla della mamma , e con il suo sorriso sornione che riservava solo a me , mi intimava di finirla  .
Oggi le impastatrici , i Bimby ed altri robot sostituiscono questo arduo ed artistico lavoro , e questo è un bene se si pensa alla fatica di quelle povere braccia , ma il risvolto è che manca quell'aria di festa e gioiosa che ho sempre cercato di riproporre anche ai miei figli , quando da piccoli li facevo giocare con acqua e farina o facevamo assieme i biscotti di Natale .
Avremmo potuto comprarli , ma il punto non era il fine della cosa ...
E poi c'è la mia amica Cri,che  è celiaca quindi ho sperimentato per lei , una domenica che era a cena da noi ,questa crostata con frolla a base di farina di riso.



Devo dire che è molto buona , quindi facciamo che la metterò in una sezione dedicata a coloro che sono intolleranti al glutine , ma perché no , la trovo ottima per tutti anche perché molto friabile e leggera.
Però non cadete nel tranello che per disintossicarsi ogni tanto è bene mangiare prodotti senza glutine .
Quelli sono nati per chi ha  gravi patologie e tali devono rimanere ...
Vedo troppa gente acquistare  i prodotti gluten free semplicemente perché convinta che facciano bene in alternanza agli altri..assolutamente no...ma una farina di riso o pasta di mais si può azzardare !

INGREDIENTI PER UNA CROSTATA DA 24 CM

PER LA FROLLA 

  • farina di riso (Alce Nero biologica è quella che ho usato ) , 250 g
  • burro a temperatura di frigorifero , 125 g
  • zucchero a velo , 90 g
  • uovo , 1 intero 
  • sale , un pizzico
PER LA COPERTURA 

  • ricotta di bufala , 300 g( se preferite vaccina o di pecora )
  • limone , qualche scorzetta 
  • zucchero , 1 cucchiaio
  • marmellata di more . 1 vasetto 

Preparate la frolla come di consueto e cioè mescolando farina e zucchero a velo , quindi i pezzetti di burro appena tolto dal frigo e facendo un impasto sabbioso al quale aggiungerete l'uovo ed il pizzichino di sale .
Non lavorate troppo la frolla , compattatela e ponetela, all'interno di un piatto coperta con  pellicola , in frigo per almeno un'ora .


Mentre la frolla riposa in frigo, lavorate la ricotta con il cucchiaio di zucchero fino a renderla una crema alla quale aggiungerete anche le scorzette di limone.
Riprendete la frolla e con l'aiuto di un foglio di carta da forno , stendetene i due terzi con il mattarello , con i quali andrete a rivestire una teglia precedentemente imburrata ed infarinata (con farina di riso se avete un celiaco !!).
 Coprite con la crema di ricotta .



Poi passate alla marmellata che stenderete sopra lo strato di ricotta .



Cercate di livellare bene il ripieno e quindi con il resto della frolla , create le decorazioni , io ho optato per dei fiori, ma potrete fare losanghe , foglie , cuori ...



A questo punto mettete in forno caldo a 180° statico e cuocete la crostata per circa trenta minuti nella parte bassa , poi posizionatela nella parte più centrale , seguite la cottura perché dipende molto dal tipo di forno .



Sfornate e lasciate raffreddare , dopodiché , spolverate con zucchero a velo senza glutine .



BUON APPETITO ...


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mercoledì 22 novembre 2017

CORONA NATALIZIA CON PANE AI SEMI



Questa volta vi parlo relativamente di cibo , delle sue tradizioni , ma di come esso stesso può diventare bellissimo arredo ed arricchire i giorni tanto attesi delle prossime  festività ..
Il pane a mio avviso, è sempre stato un qualcosa di benedetto , sarà perché la nonna mi faceva fare il segno della Croce prima di mangiarlo , sarà perché è un alimento che in svariate cotture , forme ,arricchimenti, troviamo ovunque , sarà perché , dietro l'affascinante momento dell'impastatura e della conseguente lievitazione io ho sempre visto qualcosa di miracoloso.
Certo le diatribe , volutamente fatte con mio figlio che spiega tutto in modo empirico e scientifico , fanno capire bene il perché l'impasto del pane tutta la notte gonfi all'interno di un forno come una vecchia chioccia intenta a covare le sue uova .
Ma io voglio , altre sì volutamente credere che ci sia un qualcosa di magico , dietro a questo cibo che ha sempre costituito elemento di unione e festa .
Provate a dire alle persone più anziane che momento di gioia fosse quello in cui le massaie infornavano venti , trenta pani nella grande gola del forno a legna , fatevi raccontare l'emozione che essi provavano nel sentire spandersi per km il profumo del pane in cottura ,e mai e poi mai la cottura veniva fatta di domenica , sarebbe stato un peccato da non lasciare impunito e ,nonna diceva il pane non avrebbe neppure lievitato .
Abbiamo perso tutta questa magia e ci ostiniamo a doverla per forza tentare di ricreare con giochi costosi , spese folli , arredi Natalizi ultra stellari, ma tutto ciò che facciamo è praticamente vano se non abbiamo un animo predisposto a godere delle cose semplici e poco roboanti.
La mia amica Cri , crea dei veri capolavori con le sue mani , ed arricchisce con questa sua arte e capacità , un Rione del suo paese , io non sono per niente brava in questo , ho sempre cercato , o forse lo hanno fatto anche gli altri , di schiacciare quel poco di vena artistica che c'era in me .
Ed oggi mi accontento di saper ben cucinare , e di rilassarmi in quella piccola cucina sempre in movimento , mai perfettamente a posto o in ordine , perché è li che vivo ed è li che prende forma tutto.
Ma soprattutto è lì , che attraverso profumi , colori e visioni rivivo ciò che ho voglia di tenere vivo dentro di me .
Così , anche se le foto non saranno perfette ed un piccolo pezzetto di corona si è leggermente staccata , ho preso spunto da una  pianta del giardino , per creare questo povero centro tavola Natalizio alla cui base sta proprio , lui , il mio amato pane ...



VI SERVIRANNO.....



  • 500 g circa di pasta per il pane
  • 2/3 bustine di semi misti (papavero , girasole , zucca...)
  • 1 uovo (il solo albume)
  • 60 g di burro
  • spugna sintetica (di quella usata dai fioristi)
  • ramoscelli di varie piante , agrifoglio , pungitopo ...
  • spray argento o oro
PROCEDURA

Ricavate dalla pasta per il pane  già lievitata , sedici piccole palline all'incirca di 30 g ciascuna , e disponetele all'interno di una teglia rotonda , distanziandole tra di loro di circa un cm.



Lasciatele così, coperte con una carta argentata a lievitare ulteriormente per circa un'ora , dopodiché fate fondere a fiamma bassa il burro e , una volta raffreddato , spennellate le palline di pane .



Sistematele in forno caldo e cuocete a 180° per circa quaranta minuti , fino a che non avranno raggiunto la giusta cottura ed un bel colore dorato.

Lasciate raffreddare .




Una volta raffreddate pennellatele con l'albume d'uovo precedentemente sbattuto con una forchetta , quindi ricoprite la parte superiore dei piccoli panini con la mistura di semi .

Fate riposare in modo che i semi si "incollino" bene.



Ponete la corona di pane all'interno di un vassoio e sistemate al centro di essa la spugna sintetica .
Procedete ora a ricoprire la spugna con i rametti alternando le varietà .
Spruzzate leggermente con uno spray argento o se preferite color oro.
Sistemate il vostro centro tavola .




Semplice ma di gran bell'effetto ...


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lunedì 20 novembre 2017

INVOLTINI DI POLLO E PANCETTA




A volte  ,trascorrono diversi giorni , prima che io pubblichi qualche ricetta , benché cucini lo stesso ed arricchisca la mia galleria fotografica .
Manca il tempo , manca l'energia , manca l'ispirazione per scrivere le mie solite righe che accompagnano la ricetta e che molti di voi sembrano apprezzare .
Nonostante ciò , mi rendo conto che posso arrivare ad avere lo stesso più di trecento visite al giorno , e questo mi emoziona tantissimo .
La settimana è ripartita , e dopo tre giorni di ferie prese per la raccolta delle olive , sono rientrata a lavoro , non con poca difficoltà.
La raccolta  ,in realtà la fanno gli altri , ma il fatto stesso di godere di aria e sole per me è già festa.
Come quella che abbiamo fatto ieri sera a cena , davanti al camino , con mio figlio , con mia sorella e la mamma , mio cognato e la coppia di amici di sempre , assaporando bruschette con l'olio novello ,la "fettunta" , e un ragù a base di cinghiale  che avevo fatto sobbollire per cinque ore lentamente e con il quale ho condito delle tagliatelle rigorosamente di mais , dato che la mia amica Cri è celiaca  , del pecorino avvolto da fieno con confettura di mele cotogne e pane rigorosamente fatto con lievito madre semola e farina 2 e tanti semi al suo interno.
 Abbiamo apprezzato tantissimo , e sono felice che vi sia sempre più varietà di cibo anche per chi ha delle problematiche di salute relative ad intolleranze ed allergie . E sono felice , quando devo cucinare per le persone che amo ,ma soprattutto di trascorrere serate bellissime senza tanti fronzoli e lustrini .
Nel contempo ammiravamo delle superbe foto  di  mio nipote e la sua ragazza che  ci inviava direttamente dal  locale del grande chef Antonio Cannavacciuolo , nel quale stavano festeggiando il compleanno di lei..
E' stato il dono di mio nipote alla sua amata , un pensiero stupendo , ed io incantata a guardare quelle immagini , mi domandavo se fossero dipinti o realmente piatti fatti  per sfamare persone.
Del resto  ,ci si incanta di fronte a tanta bellezza e si cerca sempre , quando si cucina , almeno per quel che mi riguarda di dare un bell'aspetto al piatto .
E come ormai ho più volte ho sottolineato , spesso anche nel campi culinario si ha un modello , un filo ispiratore , che per me è senza dubbio quello della Cucina Scacciapensieri . La passione , la precisione e la raffinatezza mista ad eleganza di Maddalena hanno pochi eguali .
Così visto che il lunedì equivale al petto di pollo , ho arricchito il piatto con della pancetta di San Gimignano , e della verdura , il tutto cotto in forno e servito caldissimo...


INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • pollo petto , circa 500 g
  • pancetta stagionata tagliata in fette sottili, circa una ventina di fette
  • sale ,pepe
  • olio extra vergine di oliva 
  • zucchine , 1
  • insalata songino 



Facile procedimento per una riuscita ottima.
Lavate e tagliate in piccoli pezzi il petto di pollo , disponetelo in un piatto di portata e aggiustatelo di sale e pepe .


Prendete intanto le fette di pancetta e stendetele bene sopra ad un tagliere di legno .
Cominciate  ad avvolgere ciascun pezzetto di carne con la pancetta e a sistemarlo poi all'interno di una teglia , alternando il bocconcino di carne con una fettina di zucchina tagliata con un affetta verdure .
Quando avrete terminato gli ingredienti , ponete tutto in forno caldo a 180° e cuocete per circa 45 minuti o fino a quando vedrete che la pancetta sarà trasparente e croccante .
Togliete dal forno e sistemate la carne sopra un letto di insalata songino o valeriana .
Alternate con fette di zucchine e ultimate con un filo di olio.

BUON APPETITO 






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giovedì 16 novembre 2017

ZUPPETTA DI BACCALA' CON PATATE ED OLIO NUOVO


Quando rientro in casa , dopo una giornata passata nel campo degli olivi , la prima cosa che faccio è quella di accendere la stufa a legna per cercare immediatamente conforto e calore .
Passerei una vita intera , se la campagna potesse consentirmi di vivere con i suoi introiti , ad ascoltare il ritmo ed i tempi legati alla natura .
Quando con mia sorella camminiamo tra un olivo ed un altro , il tempo scorre lento ed ogni cosa riprende forma  ,senza che lo stress  ed i ritmi della vita in cui ciascuno è trasportato ,  ci sovrastino ma anzi scompaiono improvvisamente . Ed è meraviglioso sentire il vento che soffia forte e scuote i rami  ,o il ticchettio delle olive che , raccolte ancora con le mani cadendo sbattono nei pioli della scala di legno .
Come quando ero piccola , li non sembra essere cambiato niente , se non fosse a ricordare che così non è , l'assenza di tante persone scomparse e le rughe che mi si sono formate attorno agli occhi e alle labbra .
Adesso non salgo più nelle piante , come quando fin da piccola , esse rappresentavano al loro interno , una sorta di mio nascondiglio segreto.
Raccolgo i teli , tolgo le foglie dai mucchietti  di olive raccolte e attendo che al calare del sole , si riponga ogni cosa nel piccolo carrello trainato dal vecchio trattore , che seguiamo , come in una silenziosa processione , fino alla stanza davanti a casa , dove le cassette vengono pesate in una vecchia stadera e messe in casse di legno nella breve attesa di essere trasportate al frantoio .
Stasera ne ho "rubate" una piccola ciotola , per riprodurre , almeno spero una vecchia ricetta che  nonna cucinava ogni anno .
Delle olive speziate con aglio , finocchio  ,scorze di limone , sale e peperoncino che per oltre un mese riposano assorbendo gli aromi , per essere poi consumate a Natale .
Ma cucinare qualcosa di caldo , che non sia la solita minestra è doveroso .
Zuppa e si pensa solo a qualcosa legato a verdure , cereali ,legumi , stasera l'ho reinventata con dell'ottimo  baccalà e delle patate rosse di Colfiorito...e chiaramente accompagnando il tutto con del pane abbrustolito con olio nuovo...



INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • baccalà già ammollato e senza lisca , circa 400 g
  • farina , 1 cucchiaio
  • patate rosse , 3 medie 
  • cipolla ,1
  • aglio , 1 spicchio
  • passata di pomodoro , 2 bicchieri
  • pomodorini ciliegino, 3/4
  • pane salato 
  • vino bianco , mezzo bicchiere 
  • olio , sale , pepe


Fate a piccoli pezzi il baccalà ed infarinatelo .
Nel frattempo soffriggete la cipolla e l'aglio tritati fini in poco olio.


Aggiungete quindi la passata di pomodoro e le patate che avrete sbucciato e fatte in piccoli pezzi .
Fate cuocere a fiamma bassa e mescolate di tanto in tanto .



Quando le patate saranno quasi cotte , aggiungete i pomodorini ed il baccalà, un po' di acqua calda salata , circa un bicchiere , sale pepe , mezzo bicchiere di vino bianco e coprite il tutto , lasciando cuocere per un oretta circa .


Abbrustolite le fette di pane , se vi piacciono "agliatele" con poco aglio e bagnatele con dell'olio novello.
Preparate delle scodelline dove metterete le fette di pane e bagnerete con la zuppetta di baccalà  ,che nel frattempo si sarà ben amalgamato alle patate cremose .
Continuate con poca erba cipollina e se necessario pepe ..
Servite molto calda .



BUON APPETITO ..
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martedì 14 novembre 2017

MEZZE MANICHE RIGATE CON CREMA DI FINOCCHI E TONNO


La siccità della scorsa estate non ha permesso agli alberi di olivo di dare i frutti aspettati ma , nonostante questo ,il fermento che caratterizza questo periodo dell'anno in casa , non ha praticamente eguali.
Si comincia a cogliere i primi di novembre e già questo , rispetto a quando ero piccola è un fatto piuttosto anomalo , perché i contadini ed il babbo , volevano necessariamente cominciare la raccolta dopo la Fiera di Santa Caterina , che coincide con il 25 novembre .
Fiaschette di vino e grappa , facevano compagnia alle scale con i pioli di legno , alla base dei pedoni di olivo , perché talvolta era talmente gelida l'aria che per riscaldarsi , i contadini , usavano bere qualcosa di forte ed avere la sensazione di affrontare il gelo in maniera   più decente.
Si , perché oltre alla date della raccolta , erano diverse anche le stagioni .
L'inverno era davvero inverno , di quelli che la terra scricchiolava sotto i piedi quando camminavi , perché la mattina fino a mezzogiorno , il ghiaccio che si era formato durante la notte , non riusciva a sciogliersi con il flebile sole , ma anzi in certi posti particolari , quelli esposti alla "merigge "  proprio non si scioglieva mai .
Mamma mi infilava una tuta imbottita e cerata sopra gli altri vestiti , un passamontagna di lana ed il cappuccio della stessa tuta , chiuso con una lunga cerniera , e mi infagottava talmente tanto che riuscivo a muovermi a stento .
Giornate intere passate con il freddo dentro alle ossa , con i contadini che mi facevano raccogliere le olive cadute per recuperare anche  l'ultima per  terra e non sprecare , ed io quando sentivo le piccole dita gelate , cominciavo con la punta di un sasso ad incidere piccoli solchi per terra nei quali nascondevo le olive e le ricoprivo con i piedi .
Quando il contadino che veniva pagato dal  babbo per  mantenere  il podere  ,venne a scoprirlo , mi sculacciò talmente tanto che quel giorno non sentì freddo e chiaramente per rincarare la dose , pensando di fare un dispetto agli altri , mi attaccai alla bottiglietta di grappa , finendo la giornata  sopra la tazza del bagno a piangere e vomitare e continuai così per tutta la notte  .
A queste giornate , seguiva immancabilmente , quella del frantoio con la macina a pietra .
L'odore di sansa che sprigionava mi faceva venire il mal di stomaco , e spesso mi addormentavo nelle barche di stoini puliti accanto alla stufa a legna del frantoio stesso ,  dopo che il mio entusiasmo nel vedere le prime gocce di olio uscire dalle olive  , era scemato .
Il rituale della prima bruschetta era quasi magico , e fino alle leccornie del Natale , non c'era altro di meglio che potesse sostituire quel piatto pieno di sapore e significati .
L'odore di aglio , che la nonna emanava tutta la notte mentre le dormivo accanto , mi ha fatto così odiare questa pianta  ,che attualmente lo uso solo il necessario per cucinare e mai crudo per strofinare il pane con l'olio nuovo ..
Certe tradizioni sono rimaste intatte in casa e così la sera della molitura ceniamo con bruschetta o fettunta , contornata però da fagioli , carne  ed ogni ben di Dio.In pratica  quello che è cambiato , è che adesso non è più pasto , ma un semplice  crostino che funge da antipasto frugale   ma  che al primo morso mi riporta ad altri tempi.
Tra le prime cose che cucino con l'olio nuovo c'è il risotto , ma anche questa pasta , che se volete potete fare con olio  della scorsa stagione , certo è che con quello nuovo acquista un valore ed un retrogusto tutto particolare ..
Il nostro olio Toscano , ha un certo pizzicore i primi tempi , dovuto alla molitura ed al tipo di albero , in questo pecchiamo di orgoglio sostenendo che come il nostro pochi ce ne sono , ma ogni toscano si vanta del proprio olio , sebbene ho assaggiato quello calabrese , ligure , siciliano che seppur diversi sono sempre notevoli...quindi cominciamo con la bollitura dei finocchi...






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • pasta di semola , formato mezze maniche , perché incorpora meglio la crema , 240 g
  • finocchio fresco , 1 grande
  • tonno sottolio 200 g circa 
  • olio extra vergine di oliva 
  • sale 
  • pepe nero
  • aglio , uno spicchio 
  • parmigiano grattugiato un bel cucchiaio
  • panna fresca liquida , 2 cucchiai



Fate a pezzetti il finocchi dopo averlo ben lavato , e mettetelo in una padella antiaderente con lo spicchio di aglio , coperto con acqua , un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale .
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere piano la verdura .
In una capiente casseruola , fate scaldare un altro cucchiaio di olio al quale aggiungerete successivamente il tonno sbriciolato , ed una spolverata di pepe nero.




Fate cuocere la pasta , e appena il finocchio sarà cotto passatelo al mixer .
Scolate la pasta al dente ,  buttatela nella casseruola e mescolatela al tonno e alla panna liquida .


Aggiungete la crema di finocchi , amalgamate bene spolverate con parmigiano e pepe nero.
Decorate  con qualche rametto di finocchio fresco e servite calda .

BUON APPETITO 



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venerdì 10 novembre 2017

MARMELLATA DI MELE COTOGNE



Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti  abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti  ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano  ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le  tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i  parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano  rape , conigli ,polli  e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente  a  tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti  ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere  per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni  le donne anziane  ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...

Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....



INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G

  • mele cotogne con la buccia , una decina 
  • zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
  • rum o passito , mezzo bicchiere
  • cannella , una spolverata 
  • zucchero a velo
  • mezzo limone , il succo
  • acqua
  • barattoli sterilizzati

Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche  le parti ammaccate e deteriorate, poi  fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .




Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .



Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .





Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore  e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..




BUON APPETITO ..
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giovedì 9 novembre 2017

FIORELLINI DI SFOGLIA CON PRUGNE


Raccontare di un'emozione non è sempre facile , soprattutto se è una di quelle inaspettate , fatta di coincidenze strane , destini incrociati.
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia un proprio destino , puoi leggermente plasmarlo , deviarne il corso , ma ciò che è scritto , lo è dal momento in cui i tuoi occhi vedono la luce .
Altrimenti  ,non ci sarebbero persone tanto sfortunate da nascere in posti in cui ogni giorno lottare con le difficoltà della vita è routine , ed altre nate con sette camice come diceva nonna .
Bambini che nascono con genitori anaffetivi che diventeranno i migliori figli del mondo , altri che nascono circondati da un mare d'amore e si scorderanno completamente di avere genitori.
Chi nasce in territori pieni di uranio e chi isolato nella cima di una montagna  ,dove respirare è un privilegio.
E sono convinta che ogni persona che incrociamo nella nostra vita , non vi entra per caso ..
Appena finito gli studi superiori , per non gravare alla mia famiglia , mi districavo tra cucire una scarpa in pura pelle , confezionare una maglia di pura lana con i ferri della nonna , e per circa due anni fui la "tata " di un bambino fantastico ,che aveva compiuto da poco un anno figlio di una signora Americana e di un Romano  .
Francesco , questo è il suo nome , mi fu totalmente affidato dalla mamma nelle ore in cui lei adempiva al suo lavoro .
Biondo occhi azzurrissimi come il cielo terso  ,era un bambino di una bontà ineguagliabile .
Spesso il giorno non era sufficiente alla madre occupata dal suo lavoro , e mi tenevo quel piccolo bambolotto anche a dormire con me , stretti nel lettone di casa dei miei , dentro una camera , nella quale già dormivamo io , mia sorella e la nonna .
Tante giornate trascorse insieme a questo piccolo , che ogni giorno diventava sempre di più il centro delle mie giornate ed impegnava un grande pezzo del mio cuore .
Poi le variabili e varianti della vita , mi portarono a cambiare totalmente lavoro e dovetti lasciare quel bimbo , non senza enorme sofferenza .
Durante gli anni l'ho pensato spesso , ho ritrovato fotografie che ci ritraevano insieme , ho rivisto a volte  la madre , la quale mi aveva detto che Francesco non viveva più in Italia ma si era trasferito a studiare in America .

In un normalissimo e anonimo pomeriggio di lavoro la scorsa settimana , seduta alla mia cassa , improvvisamente sento di dover alzare gli occhi dal nastro trasportatore , l'unica cosa che attira la mia attenzione mentre lavoro ,tranne e fatta eccezione per  qualche   sguardo dei  clienti più empatici ..
Di fronte a me , nella cassa davanti un bellissimo ed altissimo uomo contraccambia il mio sguardo, mi batte forte il cuore e a lui sembra altrettanto , fermo le mani e mi alzo in piedi , lui si avvicina , ed un abbraccio immenso e strettissimo conferma ciò che entrambi avevamo capito.
Io la sua baby sitter , lui il mio primo bambino amatissimo .
Mi emoziono e gli occhi si inumidiscono ..lui sorride felice dice che a primavera tornerà e si fermerà qualche mese..lo saluto , capiamo che non siamo due esseri estranei.
Dopo soli due giorni , mentre trafelata cucino la cena prima della mia solita ora in fisioterapia , con la finestra aperta nel giardino , mi accorgo che quattro figure sconosciute cominciano a mangiare i frutti di uno stupendo corbezzolo..
Commento con mio figlio che non è molto educato da parte loro , e mi ostino a guardare meglio per capire ..ancora lui , il mio Francesco  (ha anche lo stesso nome di mio figlio...)nascosto dal cespuglio ma ben riconoscibile..
Scherzosamente gli grido che non è corretto rubarmi i frutti del corbezzolo..lui rimane basito ..Sei tu !... ed abiti qui in questo posto divino..
Scendo le scale di corsa , chiamo a raduno mio figlio , il mio compagno e la mamma ..
Ci emozioniamo tutti , avevo parlato di lui a tutti ..la mamma offre loro un  caffè.
Francesco è insieme a tre ragazzi americani , stupiti e meravigliati della nostra accoglienza .
Ci abbracciamo , ci scambiamo il numero di telefono , ci facciamo una fotografia insieme , e mi prometti che non ci perderemo più.
Dici che quando sarai in America , curioserai nel mio blog , per cucinare piatti che ti ricordano casa ..
Sono felice di averti ritrovato e che tu mi abbia regalato questa splendida emozione.
E per festeggiare virtualmente ti regalo questi semplici dolcetti di pasta sfoglia ..i miei fiorellini con prugne e crema ..




INGREDIENTI PER CIRCA 12 FIORELLINI

  • pasta sfoglia , 1 rotolo
  • prugne denocciolate , 12
  • panna liquida , 3 cucchiai
  • preparato per crema Paneangeli  ,3 cucchiai
  • zucchero a velo
  • perline argentate 




Con degli stampini a fiore medio grandi  , andate a ritagliare circa dodici pezzi nel rotolo di pasta sfoglia .
Amalgamate la polvere per crema con la panna liquida fino a creare una crema densa che userete per coprire il centro del fiore .
Stendete gli avanzi della sfoglia  , e ritagliate dei fiorellini più piccoli nel cui centro andrete a fare un piccolo foro.
Coprite con i fiori piccoli quelli grandi ed appoggiate al centro di ciascuno , sopra il foro la prugna denocciolata e le perline argentate .




Accendete il forno a 180° e sistemate la teglia nella quale avrete disposto carta da forno e fiori .
Cuocete per circa 15 minuti , controllando che la sfoglia non si colori troppo.

Togliete dal forno lasciate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.




Gustate e conservate a temperatura ambiente ...


BUON APPETITO


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mercoledì 8 novembre 2017

BUCATINI AL PESTO DI RAPE ROSSE



E poi ci sono quei giorni pieni di ricordi , di emozioni , quelli in cui ripercorri una strada che hai percorso mille volte , ed ogni angolo ti ricorda un particolare momento della tua vita .
Non so se possa trattarsi di nostalgia legata al trascorrere degli anni , o di mancanza di qualcosa , o meglio di qualcuno.
Generalmente non sono brava a ricordare gli anniversari piuttosto che le date di compleanno , e di questo a volte mi dispiaccio moltissimo , ma il giorno in cui è venuta a mancare una delle persone più importanti della mia vita , mi ronza sempre intorno e quando arriva , come oggi  ,non faccio che posare lo sguardo sulle foglie ingiallite cadute ai margini dei viali , come a simboleggiare la fine di un ciclo di vita .
Lo zio , che probabilmente ho già descritto in questo contesto , è quella persona che in molti casi ha sostituito egregiamente mio padre , spesso assente per troppo lavoro anche se fisicamente ma non con il cuore  , quello che mi riconduce a migliaia di ricordi meravigliosi.
Lo zio e il cibo , il suo parallelo amore tra vita e cibo .
Chi ama la vita , lo si riconosce anche a tavola , ci sono gesti degli occhi , delle mani , strani buffetti , che contraddistinguono i veri amanti della vita anche a tavola .
Lo zio mi ha insegnato una volta  a tavola quando ero molto piccola , che non si parla con il boccone in bocca , non si mastica a bocca piena e non si fanno rumori mentre si beve o si termina il bicchiere di acqua..non si tira su il caffè ne la minestra .
Sono questi gli insegnamenti di vita , pochi fra migliaia che mi ha lasciato , che ricordo perfettamente , forse perché  fanno parte di una gestualità quotidiana .
Lo zio che ci e mi ha lasciato in questo otto novembre  ,lo ha fatto tra le mie braccia , con un'ultima frase leggermente sospirata , che fu...quando chiamano bisogna partire ..
Ed è con questo monito che vivo ,quando chiamano bisogna partire , anche se la direzione che vorresti prendere , spesso è opposta alla tua volontà.
Si dice che i migliori mangiatori oltre che amanti della vita sono amanti perfetti..
Si dice che un giorno pieno di foglie gialle necessita di un po' di colore per scacciare la solitudine che mi pervade ...un pesto di rape rosse ha colorato perfettamente i miei bucatini , mangiati da sola davanti ad una fotografia che ancora fa scendere qualche lacrima , benefica e liberatoria.




INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • bucatini o altro formato di pasta , 240 g
  • rape rosse , 2 anche già lessate 
  • noci una decina circa 
  • parmigiano , 100 g
  • olio extra vergine di oliva 
  • qualche foglia di menta 
  • sale ,pepe nero
Se utilizzate le rape rosse già lessate , scaldatele cinque minuti in acqua calda leggermente salata.



Mentre la pasta cuoce , preparate nel mixer il pesto per il condimento.
Fate a pezzetti la rapa rossa , aggiungete le noci sbucciate , due o tre foglie di menta , il parmigiano a pezzetti ,due cucchiai di olio evo un pizzichino di sale e pepe nero  .
Mixate il tutto fino quasi ad omogeneizzare .



Scolate la pasta al dente e conditela con il pesto preparato , aggiungendo a piacere , qualche gheriglio di noce e piccole foglie di menta , una spolverata di pepe nero ...e gustate !





BUON APPETITO





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