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giovedì 16 novembre 2017

ZUPPETTA DI BACCALA' CON PATATE ED OLIO NUOVO


Quando rientro in casa , dopo una giornata passata nel campo degli olivi , la prima cosa che faccio è quella di accendere la stufa a legna per cercare immediatamente conforto e calore .
Passerei una vita intera , se la campagna potesse consentirmi di vivere con i suoi introiti , ad ascoltare il ritmo ed i tempi legati alla natura .
Quando con mia sorella camminiamo tra un olivo ed un altro , il tempo scorre lento ed ogni cosa riprende forma  ,senza che lo stress  ed i ritmi della vita in cui ciascuno è trasportato ,  ci sovrastino ma anzi scompaiono improvvisamente . Ed è meraviglioso sentire il vento che soffia forte e scuote i rami  ,o il ticchettio delle olive che , raccolte ancora con le mani cadendo sbattono nei pioli della scala di legno .
Come quando ero piccola , li non sembra essere cambiato niente , se non fosse a ricordare che così non è , l'assenza di tante persone scomparse e le rughe che mi si sono formate attorno agli occhi e alle labbra .
Adesso non salgo più nelle piante , come quando fin da piccola , esse rappresentavano al loro interno , una sorta di mio nascondiglio segreto.
Raccolgo i teli , tolgo le foglie dai mucchietti  di olive raccolte e attendo che al calare del sole , si riponga ogni cosa nel piccolo carrello trainato dal vecchio trattore , che seguiamo , come in una silenziosa processione , fino alla stanza davanti a casa , dove le cassette vengono pesate in una vecchia stadera e messe in casse di legno nella breve attesa di essere trasportate al frantoio .
Stasera ne ho "rubate" una piccola ciotola , per riprodurre , almeno spero una vecchia ricetta che  nonna cucinava ogni anno .
Delle olive speziate con aglio , finocchio  ,scorze di limone , sale e peperoncino che per oltre un mese riposano assorbendo gli aromi , per essere poi consumate a Natale .
Ma cucinare qualcosa di caldo , che non sia la solita minestra è doveroso .
Zuppa e si pensa solo a qualcosa legato a verdure , cereali ,legumi , stasera l'ho reinventata con dell'ottimo  baccalà e delle patate rosse di Colfiorito...e chiaramente accompagnando il tutto con del pane abbrustolito con olio nuovo...



INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • baccalà già ammollato e senza lisca , circa 400 g
  • farina , 1 cucchiaio
  • patate rosse , 3 medie 
  • cipolla ,1
  • aglio , 1 spicchio
  • passata di pomodoro , 2 bicchieri
  • pomodorini ciliegino, 3/4
  • pane salato 
  • vino bianco , mezzo bicchiere 
  • olio , sale , pepe


Fate a piccoli pezzi il baccalà ed infarinatelo .
Nel frattempo soffriggete la cipolla e l'aglio tritati fini in poco olio.


Aggiungete quindi la passata di pomodoro e le patate che avrete sbucciato e fatte in piccoli pezzi .
Fate cuocere a fiamma bassa e mescolate di tanto in tanto .



Quando le patate saranno quasi cotte , aggiungete i pomodorini ed il baccalà, un po' di acqua calda salata , circa un bicchiere , sale pepe , mezzo bicchiere di vino bianco e coprite il tutto , lasciando cuocere per un oretta circa .


Abbrustolite le fette di pane , se vi piacciono "agliatele" con poco aglio e bagnatele con dell'olio novello.
Preparate delle scodelline dove metterete le fette di pane e bagnerete con la zuppetta di baccalà  ,che nel frattempo si sarà ben amalgamato alle patate cremose .
Continuate con poca erba cipollina e se necessario pepe ..
Servite molto calda .



BUON APPETITO ..
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martedì 14 novembre 2017

MEZZE MANICHE RIGATE CON CREMA DI FINOCCHI E TONNO


La siccità della scorsa estate non ha permesso agli alberi di olivo di dare i frutti aspettati ma , nonostante questo ,il fermento che caratterizza questo periodo dell'anno in casa , non ha praticamente eguali.
Si comincia a cogliere i primi di novembre e già questo , rispetto a quando ero piccola è un fatto piuttosto anomalo , perché i contadini ed il babbo , volevano necessariamente cominciare la raccolta dopo la Fiera di Santa Caterina , che coincide con il 25 novembre .
Fiaschette di vino e grappa , facevano compagnia alle scale con i pioli di legno , alla base dei pedoni di olivo , perché talvolta era talmente gelida l'aria che per riscaldarsi , i contadini , usavano bere qualcosa di forte ed avere la sensazione di affrontare il gelo in maniera   più decente.
Si , perché oltre alla date della raccolta , erano diverse anche le stagioni .
L'inverno era davvero inverno , di quelli che la terra scricchiolava sotto i piedi quando camminavi , perché la mattina fino a mezzogiorno , il ghiaccio che si era formato durante la notte , non riusciva a sciogliersi con il flebile sole , ma anzi in certi posti particolari , quelli esposti alla "merigge "  proprio non si scioglieva mai .
Mamma mi infilava una tuta imbottita e cerata sopra gli altri vestiti , un passamontagna di lana ed il cappuccio della stessa tuta , chiuso con una lunga cerniera , e mi infagottava talmente tanto che riuscivo a muovermi a stento .
Giornate intere passate con il freddo dentro alle ossa , con i contadini che mi facevano raccogliere le olive cadute per recuperare anche  l'ultima per  terra e non sprecare , ed io quando sentivo le piccole dita gelate , cominciavo con la punta di un sasso ad incidere piccoli solchi per terra nei quali nascondevo le olive e le ricoprivo con i piedi .
Quando il contadino che veniva pagato dal  babbo per  mantenere  il podere  ,venne a scoprirlo , mi sculacciò talmente tanto che quel giorno non sentì freddo e chiaramente per rincarare la dose , pensando di fare un dispetto agli altri , mi attaccai alla bottiglietta di grappa , finendo la giornata  sopra la tazza del bagno a piangere e vomitare e continuai così per tutta la notte  .
A queste giornate , seguiva immancabilmente , quella del frantoio con la macina a pietra .
L'odore di sansa che sprigionava mi faceva venire il mal di stomaco , e spesso mi addormentavo nelle barche di stoini puliti accanto alla stufa a legna del frantoio stesso ,  dopo che il mio entusiasmo nel vedere le prime gocce di olio uscire dalle olive  , era scemato .
Il rituale della prima bruschetta era quasi magico , e fino alle leccornie del Natale , non c'era altro di meglio che potesse sostituire quel piatto pieno di sapore e significati .
L'odore di aglio , che la nonna emanava tutta la notte mentre le dormivo accanto , mi ha fatto così odiare questa pianta  ,che attualmente lo uso solo il necessario per cucinare e mai crudo per strofinare il pane con l'olio nuovo ..
Certe tradizioni sono rimaste intatte in casa e così la sera della molitura ceniamo con bruschetta o fettunta , contornata però da fagioli , carne  ed ogni ben di Dio.In pratica  quello che è cambiato , è che adesso non è più pasto , ma un semplice  crostino che funge da antipasto frugale   ma  che al primo morso mi riporta ad altri tempi.
Tra le prime cose che cucino con l'olio nuovo c'è il risotto , ma anche questa pasta , che se volete potete fare con olio  della scorsa stagione , certo è che con quello nuovo acquista un valore ed un retrogusto tutto particolare ..
Il nostro olio Toscano , ha un certo pizzicore i primi tempi , dovuto alla molitura ed al tipo di albero , in questo pecchiamo di orgoglio sostenendo che come il nostro pochi ce ne sono , ma ogni toscano si vanta del proprio olio , sebbene ho assaggiato quello calabrese , ligure , siciliano che seppur diversi sono sempre notevoli...quindi cominciamo con la bollitura dei finocchi...






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • pasta di semola , formato mezze maniche , perché incorpora meglio la crema , 240 g
  • finocchio fresco , 1 grande
  • tonno sottolio 200 g circa 
  • olio extra vergine di oliva 
  • sale 
  • pepe nero
  • aglio , uno spicchio 
  • parmigiano grattugiato un bel cucchiaio
  • panna fresca liquida , 2 cucchiai



Fate a pezzetti il finocchi dopo averlo ben lavato , e mettetelo in una padella antiaderente con lo spicchio di aglio , coperto con acqua , un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale .
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere piano la verdura .
In una capiente casseruola , fate scaldare un altro cucchiaio di olio al quale aggiungerete successivamente il tonno sbriciolato , ed una spolverata di pepe nero.




Fate cuocere la pasta , e appena il finocchio sarà cotto passatelo al mixer .
Scolate la pasta al dente ,  buttatela nella casseruola e mescolatela al tonno e alla panna liquida .


Aggiungete la crema di finocchi , amalgamate bene spolverate con parmigiano e pepe nero.
Decorate  con qualche rametto di finocchio fresco e servite calda .

BUON APPETITO 



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venerdì 10 novembre 2017

MARMELLATA DI MELE COTOGNE



Quando trascorrevamo il giorno dei Santi o dei defunti nella casa degli zii della mamma a Camucia , era sempre gran festa per tutti.
Ho ricordi vividi di quelle giornate spensierate , benché il babbo ci mettesse in punizione , qualora , nonostante fossimo un gruppo nutrito di piccoli cuginetti  abbastanza scalmanati , le risa superavano un certo decibel , perché ai miei tempi , il giorno dei Santi e dei defunti  ,anche in radio veniva trasmessa eccezionalmente solo musica lirica , ed era quindi proibito divertirsi, e non sto parlando di secoli fa .
I tempi cambiano  ,e le nostre abitudini sono ormai surclassate dalla festa della zucca e le orribili maschere di Halloween , ma ciò che rimane quasi immutata , è la mia caparbietà nel mantenere vive le  tradizioni.
Il bagagliaio della vecchia Alfa Romeo del babbo , veniva riempito , in quell'occasione , dai prodotti che gli zii avevano premura di coltivare per rifornire i  parenti di città, così che , oltre che pieni di emozioni , ripartivamo pieni di cibo ingurgitato e delle scorte meticolosamente sistemate in cassette di legno , equamente divise tra noi ed i nonni .
Nonno Umberto che era ferroviere , non aveva mai preso la patente , ed i nostri viaggi erano sempre in auto con il babbo che guidava , io ed il nonno nel sedile accanto , e dietro , la mamma la nonna e mia sorella .
Io restavo accovacciata tra le gambe del nonno , ad ogni frenata sbattevo leggermente la testa nel cruscotto ma non mi lamentavo , perché ero felice di viaggiare così , tutti assieme .
Tornando dalle campagne di Camucia , tra me ed il nonno era capace di infiltrarsi anche qualche pane o animale da cortile in qualche sacchetto , tanto riempivamo l'auto di tutto.
Non mancavano  rape , conigli ,polli  e cachi , noci , sorbe e mele cotogne .
Frutti antichi , alcuni quasi scomparsi come i frutti del sorbo, maturi polposi , pieni di semi che ci divertivamo anche a tirare per vedere la polpa spiaccicarsi negli alberi fino a che lo zio più anziano , tra l'altro claudicante , non arrivava furtivamente  a  tirarci le orecchie da dietro ed allora scappavamo fino a disperderci tutti come piccoli topi sorpresi a mangiare formaggio.
Le mele cotogne mature , servivano alla mamma ed alla nonna per profumare la biancheria e per arricchire gli arrosti  ,ma non credo che venissero utilizzate per le marmellate .
I signori che me le regalano non sanno che gran dono mi fanno .
Vedere  per alcuni giorni la cassetta in cima alle scale è come tornare indietro nel tempo.
E mi aiutano a mantenere vive le tradizioni  le donne anziane  ,dalle quali imparo sempre qualcosa , trucchi , segreti , piccole astuzie che attraverso questo blog vorrei tramandare a tutti coloro che ancora hanno voglia di imparare e necessità di rimanere attaccati alle radici.
Un grazie particolare a chi apprezza , non solo le mie ricette , ma i miei "racconti " di vita , a coloro che mi fanno arrossire in cassa per gli apprezzamenti , a chi ha stima di me .Contraccambio con e dal cuore ogni vostro sentimento ...

Adesso vi insegno come fare la marmellata di mele cotogne così come lo hanno fatto con me , e devo dire che a noi è piaciuta veramente tanto.
Le dosi proverò a sintetizzarle , ma non ho pesato niente , bisogna avere occhio assaggiare , tutto è nato quando mi sono lamentata con una cliente in cassa perché era faticoso sbucciare tante mele così dure e coriacee ...
NOO! Devi fare la marmellata senza sbucciare....



INGREDIENTI PER CIRCA 7/8 VASETTI DA 300G

  • mele cotogne con la buccia , una decina 
  • zucchero semolato , 2 cucchiai a mela
  • rum o passito , mezzo bicchiere
  • cannella , una spolverata 
  • zucchero a velo
  • mezzo limone , il succo
  • acqua
  • barattoli sterilizzati

Lavate accuratamente le mele togliendo loro la peluria che le riveste , togliete anche  le parti ammaccate e deteriorate, poi  fateli a pezzetti non troppo piccoli.
Eliminate torsolo e parte centrale dura , e ponete i pezzi di mela all'interno di un largo tegame di alluminio .




Quando avrete tagliato in pezzi tutte le mele aggiungete anche due terzi dello zucchero totale , qualche cucchiaio di acqua , il bicchiere di liquore e la cannella spolverata sopra .



Accendete il forno a 190 gradi e posizionate la vostra pentola completamente coperta con carta stagnola nel ripiano in basso del forno .





Lasciate cuocere senza scoprire per almeno un ora e mezzo / due ore  e soltanto nell'ultima mezz'ora scoprite per mescolare .
Tutto questo serve per non far scurire la marmellata .
Appena vedrete che le mele si sono trasformate in purea , passate tutto al mixer , rimettete sul fuoco con due cucchiai di zucchero a velo e uno di limone .
Mescolate e passate tutto nelle caraffe sterilizzate.
Chiudete ermeticamente e mettete le caraffe a sterilizzare in una casseruola ampia facendole bollire almeno quaranta minuti .
Lasciate raffreddare le caraffe di marmellata nell'acqua dentro la quale hanno bollito.
Si conserveranno anche fino alla prossima stagione se resisterete a tanta bontà.
Oltre che come confettura , provate a gustare questa preparazione su formaggi erborinati.
Con affetto immenso..




BUON APPETITO ..
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giovedì 9 novembre 2017

FIORELLINI DI SFOGLIA CON PRUGNE


Raccontare di un'emozione non è sempre facile , soprattutto se è una di quelle inaspettate , fatta di coincidenze strane , destini incrociati.
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia un proprio destino , puoi leggermente plasmarlo , deviarne il corso , ma ciò che è scritto , lo è dal momento in cui i tuoi occhi vedono la luce .
Altrimenti  ,non ci sarebbero persone tanto sfortunate da nascere in posti in cui ogni giorno lottare con le difficoltà della vita è routine , ed altre nate con sette camice come diceva nonna .
Bambini che nascono con genitori anaffetivi che diventeranno i migliori figli del mondo , altri che nascono circondati da un mare d'amore e si scorderanno completamente di avere genitori.
Chi nasce in territori pieni di uranio e chi isolato nella cima di una montagna  ,dove respirare è un privilegio.
E sono convinta che ogni persona che incrociamo nella nostra vita , non vi entra per caso ..
Appena finito gli studi superiori , per non gravare alla mia famiglia , mi districavo tra cucire una scarpa in pura pelle , confezionare una maglia di pura lana con i ferri della nonna , e per circa due anni fui la "tata " di un bambino fantastico ,che aveva compiuto da poco un anno figlio di una signora Americana e di un Romano  .
Francesco , questo è il suo nome , mi fu totalmente affidato dalla mamma nelle ore in cui lei adempiva al suo lavoro .
Biondo occhi azzurrissimi come il cielo terso  ,era un bambino di una bontà ineguagliabile .
Spesso il giorno non era sufficiente alla madre occupata dal suo lavoro , e mi tenevo quel piccolo bambolotto anche a dormire con me , stretti nel lettone di casa dei miei , dentro una camera , nella quale già dormivamo io , mia sorella e la nonna .
Tante giornate trascorse insieme a questo piccolo , che ogni giorno diventava sempre di più il centro delle mie giornate ed impegnava un grande pezzo del mio cuore .
Poi le variabili e varianti della vita , mi portarono a cambiare totalmente lavoro e dovetti lasciare quel bimbo , non senza enorme sofferenza .
Durante gli anni l'ho pensato spesso , ho ritrovato fotografie che ci ritraevano insieme , ho rivisto a volte  la madre , la quale mi aveva detto che Francesco non viveva più in Italia ma si era trasferito a studiare in America .

In un normalissimo e anonimo pomeriggio di lavoro la scorsa settimana , seduta alla mia cassa , improvvisamente sento di dover alzare gli occhi dal nastro trasportatore , l'unica cosa che attira la mia attenzione mentre lavoro ,tranne e fatta eccezione per  qualche   sguardo dei  clienti più empatici ..
Di fronte a me , nella cassa davanti un bellissimo ed altissimo uomo contraccambia il mio sguardo, mi batte forte il cuore e a lui sembra altrettanto , fermo le mani e mi alzo in piedi , lui si avvicina , ed un abbraccio immenso e strettissimo conferma ciò che entrambi avevamo capito.
Io la sua baby sitter , lui il mio primo bambino amatissimo .
Mi emoziono e gli occhi si inumidiscono ..lui sorride felice dice che a primavera tornerà e si fermerà qualche mese..lo saluto , capiamo che non siamo due esseri estranei.
Dopo soli due giorni , mentre trafelata cucino la cena prima della mia solita ora in fisioterapia , con la finestra aperta nel giardino , mi accorgo che quattro figure sconosciute cominciano a mangiare i frutti di uno stupendo corbezzolo..
Commento con mio figlio che non è molto educato da parte loro , e mi ostino a guardare meglio per capire ..ancora lui , il mio Francesco  (ha anche lo stesso nome di mio figlio...)nascosto dal cespuglio ma ben riconoscibile..
Scherzosamente gli grido che non è corretto rubarmi i frutti del corbezzolo..lui rimane basito ..Sei tu !... ed abiti qui in questo posto divino..
Scendo le scale di corsa , chiamo a raduno mio figlio , il mio compagno e la mamma ..
Ci emozioniamo tutti , avevo parlato di lui a tutti ..la mamma offre loro un  caffè.
Francesco è insieme a tre ragazzi americani , stupiti e meravigliati della nostra accoglienza .
Ci abbracciamo , ci scambiamo il numero di telefono , ci facciamo una fotografia insieme , e mi prometti che non ci perderemo più.
Dici che quando sarai in America , curioserai nel mio blog , per cucinare piatti che ti ricordano casa ..
Sono felice di averti ritrovato e che tu mi abbia regalato questa splendida emozione.
E per festeggiare virtualmente ti regalo questi semplici dolcetti di pasta sfoglia ..i miei fiorellini con prugne e crema ..




INGREDIENTI PER CIRCA 12 FIORELLINI

  • pasta sfoglia , 1 rotolo
  • prugne denocciolate , 12
  • panna liquida , 3 cucchiai
  • preparato per crema Paneangeli  ,3 cucchiai
  • zucchero a velo
  • perline argentate 




Con degli stampini a fiore medio grandi  , andate a ritagliare circa dodici pezzi nel rotolo di pasta sfoglia .
Amalgamate la polvere per crema con la panna liquida fino a creare una crema densa che userete per coprire il centro del fiore .
Stendete gli avanzi della sfoglia  , e ritagliate dei fiorellini più piccoli nel cui centro andrete a fare un piccolo foro.
Coprite con i fiori piccoli quelli grandi ed appoggiate al centro di ciascuno , sopra il foro la prugna denocciolata e le perline argentate .




Accendete il forno a 180° e sistemate la teglia nella quale avrete disposto carta da forno e fiori .
Cuocete per circa 15 minuti , controllando che la sfoglia non si colori troppo.

Togliete dal forno lasciate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.




Gustate e conservate a temperatura ambiente ...


BUON APPETITO


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