mercoledì 22 novembre 2017

CORONA NATALIZIA CON PANE AI SEMI



Questa volta vi parlo relativamente di cibo , delle sue tradizioni , ma di come esso stesso può diventare bellissimo arredo ed arricchire i giorni tanto attesi delle prossime  festività ..
Il pane a mio avviso, è sempre stato un qualcosa di benedetto , sarà perché la nonna mi faceva fare il segno della Croce prima di mangiarlo , sarà perché è un alimento che in svariate cotture , forme ,arricchimenti, troviamo ovunque , sarà perché , dietro l'affascinante momento dell'impastatura e della conseguente lievitazione io ho sempre visto qualcosa di miracoloso.
Certo le diatribe , volutamente fatte con mio figlio che spiega tutto in modo empirico e scientifico , fanno capire bene il perché l'impasto del pane tutta la notte gonfi all'interno di un forno come una vecchia chioccia intenta a covare le sue uova .
Ma io voglio , altre sì volutamente credere che ci sia un qualcosa di magico , dietro a questo cibo che ha sempre costituito elemento di unione e festa .
Provate a dire alle persone più anziane che momento di gioia fosse quello in cui le massaie infornavano venti , trenta pani nella grande gola del forno a legna , fatevi raccontare l'emozione che essi provavano nel sentire spandersi per km il profumo del pane in cottura ,e mai e poi mai la cottura veniva fatta di domenica , sarebbe stato un peccato da non lasciare impunito e ,nonna diceva il pane non avrebbe neppure lievitato .
Abbiamo perso tutta questa magia e ci ostiniamo a doverla per forza tentare di ricreare con giochi costosi , spese folli , arredi Natalizi ultra stellari, ma tutto ciò che facciamo è praticamente vano se non abbiamo un animo predisposto a godere delle cose semplici e poco roboanti.
La mia amica Cri , crea dei veri capolavori con le sue mani , ed arricchisce con questa sua arte e capacità , un Rione del suo paese , io non sono per niente brava in questo , ho sempre cercato , o forse lo hanno fatto anche gli altri , di schiacciare quel poco di vena artistica che c'era in me .
Ed oggi mi accontento di saper ben cucinare , e di rilassarmi in quella piccola cucina sempre in movimento , mai perfettamente a posto o in ordine , perché è li che vivo ed è li che prende forma tutto.
Ma soprattutto è lì , che attraverso profumi , colori e visioni rivivo ciò che ho voglia di tenere vivo dentro di me .
Così , anche se le foto non saranno perfette ed un piccolo pezzetto di corona si è leggermente staccata , ho preso spunto da una  pianta del giardino , per creare questo povero centro tavola Natalizio alla cui base sta proprio , lui , il mio amato pane ...



VI SERVIRANNO.....



  • 500 g circa di pasta per il pane
  • 2/3 bustine di semi misti (papavero , girasole , zucca...)
  • 1 uovo (il solo albume)
  • 60 g di burro
  • spugna sintetica (di quella usata dai fioristi)
  • ramoscelli di varie piante , agrifoglio , pungitopo ...
  • spray argento o oro
PROCEDURA

Ricavate dalla pasta per il pane  già lievitata , sedici piccole palline all'incirca di 30 g ciascuna , e disponetele all'interno di una teglia rotonda , distanziandole tra di loro di circa un cm.



Lasciatele così, coperte con una carta argentata a lievitare ulteriormente per circa un'ora , dopodiché fate fondere a fiamma bassa il burro e , una volta raffreddato , spennellate le palline di pane .



Sistematele in forno caldo e cuocete a 180° per circa quaranta minuti , fino a che non avranno raggiunto la giusta cottura ed un bel colore dorato.

Lasciate raffreddare .




Una volta raffreddate pennellatele con l'albume d'uovo precedentemente sbattuto con una forchetta , quindi ricoprite la parte superiore dei piccoli panini con la mistura di semi .

Fate riposare in modo che i semi si "incollino" bene.



Ponete la corona di pane all'interno di un vassoio e sistemate al centro di essa la spugna sintetica .
Procedete ora a ricoprire la spugna con i rametti alternando le varietà .
Spruzzate leggermente con uno spray argento o se preferite color oro.
Sistemate il vostro centro tavola .




Semplice ma di gran bell'effetto ...


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lunedì 20 novembre 2017

INVOLTINI DI POLLO E PANCETTA




A volte  ,trascorrono diversi giorni , prima che io pubblichi qualche ricetta , benché cucini lo stesso ed arricchisca la mia galleria fotografica .
Manca il tempo , manca l'energia , manca l'ispirazione per scrivere le mie solite righe che accompagnano la ricetta e che molti di voi sembrano apprezzare .
Nonostante ciò , mi rendo conto che posso arrivare ad avere lo stesso più di trecento visite al giorno , e questo mi emoziona tantissimo .
La settimana è ripartita , e dopo tre giorni di ferie prese per la raccolta delle olive , sono rientrata a lavoro , non con poca difficoltà.
La raccolta  ,in realtà la fanno gli altri , ma il fatto stesso di godere di aria e sole per me è già festa.
Come quella che abbiamo fatto ieri sera a cena , davanti al camino , con mio figlio , con mia sorella e la mamma , mio cognato e la coppia di amici di sempre , assaporando bruschette con l'olio novello ,la "fettunta" , e un ragù a base di cinghiale  che avevo fatto sobbollire per cinque ore lentamente e con il quale ho condito delle tagliatelle rigorosamente di mais , dato che la mia amica Cri è celiaca  , del pecorino avvolto da fieno con confettura di mele cotogne e pane rigorosamente fatto con lievito madre semola e farina 2 e tanti semi al suo interno.
 Abbiamo apprezzato tantissimo , e sono felice che vi sia sempre più varietà di cibo anche per chi ha delle problematiche di salute relative ad intolleranze ed allergie . E sono felice , quando devo cucinare per le persone che amo ,ma soprattutto di trascorrere serate bellissime senza tanti fronzoli e lustrini .
Nel contempo ammiravamo delle superbe foto  di  mio nipote e la sua ragazza che  ci inviava direttamente dal  locale del grande chef Antonio Cannavacciuolo , nel quale stavano festeggiando il compleanno di lei..
E' stato il dono di mio nipote alla sua amata , un pensiero stupendo , ed io incantata a guardare quelle immagini , mi domandavo se fossero dipinti o realmente piatti fatti  per sfamare persone.
Del resto  ,ci si incanta di fronte a tanta bellezza e si cerca sempre , quando si cucina , almeno per quel che mi riguarda di dare un bell'aspetto al piatto .
E come ormai ho più volte ho sottolineato , spesso anche nel campi culinario si ha un modello , un filo ispiratore , che per me è senza dubbio quello della Cucina Scacciapensieri . La passione , la precisione e la raffinatezza mista ad eleganza di Maddalena hanno pochi eguali .
Così visto che il lunedì equivale al petto di pollo , ho arricchito il piatto con della pancetta di San Gimignano , e della verdura , il tutto cotto in forno e servito caldissimo...


INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • pollo petto , circa 500 g
  • pancetta stagionata tagliata in fette sottili, circa una ventina di fette
  • sale ,pepe
  • olio extra vergine di oliva 
  • zucchine , 1
  • insalata songino 



Facile procedimento per una riuscita ottima.
Lavate e tagliate in piccoli pezzi il petto di pollo , disponetelo in un piatto di portata e aggiustatelo di sale e pepe .


Prendete intanto le fette di pancetta e stendetele bene sopra ad un tagliere di legno .
Cominciate  ad avvolgere ciascun pezzetto di carne con la pancetta e a sistemarlo poi all'interno di una teglia , alternando il bocconcino di carne con una fettina di zucchina tagliata con un affetta verdure .
Quando avrete terminato gli ingredienti , ponete tutto in forno caldo a 180° e cuocete per circa 45 minuti o fino a quando vedrete che la pancetta sarà trasparente e croccante .
Togliete dal forno e sistemate la carne sopra un letto di insalata songino o valeriana .
Alternate con fette di zucchine e ultimate con un filo di olio.

BUON APPETITO 






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giovedì 16 novembre 2017

ZUPPETTA DI BACCALA' CON PATATE ED OLIO NUOVO


Quando rientro in casa , dopo una giornata passata nel campo degli olivi , la prima cosa che faccio è quella di accendere la stufa a legna per cercare immediatamente conforto e calore .
Passerei una vita intera , se la campagna potesse consentirmi di vivere con i suoi introiti , ad ascoltare il ritmo ed i tempi legati alla natura .
Quando con mia sorella camminiamo tra un olivo ed un altro , il tempo scorre lento ed ogni cosa riprende forma  ,senza che lo stress  ed i ritmi della vita in cui ciascuno è trasportato ,  ci sovrastino ma anzi scompaiono improvvisamente . Ed è meraviglioso sentire il vento che soffia forte e scuote i rami  ,o il ticchettio delle olive che , raccolte ancora con le mani cadendo sbattono nei pioli della scala di legno .
Come quando ero piccola , li non sembra essere cambiato niente , se non fosse a ricordare che così non è , l'assenza di tante persone scomparse e le rughe che mi si sono formate attorno agli occhi e alle labbra .
Adesso non salgo più nelle piante , come quando fin da piccola , esse rappresentavano al loro interno , una sorta di mio nascondiglio segreto.
Raccolgo i teli , tolgo le foglie dai mucchietti  di olive raccolte e attendo che al calare del sole , si riponga ogni cosa nel piccolo carrello trainato dal vecchio trattore , che seguiamo , come in una silenziosa processione , fino alla stanza davanti a casa , dove le cassette vengono pesate in una vecchia stadera e messe in casse di legno nella breve attesa di essere trasportate al frantoio .
Stasera ne ho "rubate" una piccola ciotola , per riprodurre , almeno spero una vecchia ricetta che  nonna cucinava ogni anno .
Delle olive speziate con aglio , finocchio  ,scorze di limone , sale e peperoncino che per oltre un mese riposano assorbendo gli aromi , per essere poi consumate a Natale .
Ma cucinare qualcosa di caldo , che non sia la solita minestra è doveroso .
Zuppa e si pensa solo a qualcosa legato a verdure , cereali ,legumi , stasera l'ho reinventata con dell'ottimo  baccalà e delle patate rosse di Colfiorito...e chiaramente accompagnando il tutto con del pane abbrustolito con olio nuovo...



INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • baccalà già ammollato e senza lisca , circa 400 g
  • farina , 1 cucchiaio
  • patate rosse , 3 medie 
  • cipolla ,1
  • aglio , 1 spicchio
  • passata di pomodoro , 2 bicchieri
  • pomodorini ciliegino, 3/4
  • pane salato 
  • vino bianco , mezzo bicchiere 
  • olio , sale , pepe


Fate a piccoli pezzi il baccalà ed infarinatelo .
Nel frattempo soffriggete la cipolla e l'aglio tritati fini in poco olio.


Aggiungete quindi la passata di pomodoro e le patate che avrete sbucciato e fatte in piccoli pezzi .
Fate cuocere a fiamma bassa e mescolate di tanto in tanto .



Quando le patate saranno quasi cotte , aggiungete i pomodorini ed il baccalà, un po' di acqua calda salata , circa un bicchiere , sale pepe , mezzo bicchiere di vino bianco e coprite il tutto , lasciando cuocere per un oretta circa .


Abbrustolite le fette di pane , se vi piacciono "agliatele" con poco aglio e bagnatele con dell'olio novello.
Preparate delle scodelline dove metterete le fette di pane e bagnerete con la zuppetta di baccalà  ,che nel frattempo si sarà ben amalgamato alle patate cremose .
Continuate con poca erba cipollina e se necessario pepe ..
Servite molto calda .



BUON APPETITO ..
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martedì 14 novembre 2017

MEZZE MANICHE RIGATE CON CREMA DI FINOCCHI E TONNO


La siccità della scorsa estate non ha permesso agli alberi di olivo di dare i frutti aspettati ma , nonostante questo ,il fermento che caratterizza questo periodo dell'anno in casa , non ha praticamente eguali.
Si comincia a cogliere i primi di novembre e già questo , rispetto a quando ero piccola è un fatto piuttosto anomalo , perché i contadini ed il babbo , volevano necessariamente cominciare la raccolta dopo la Fiera di Santa Caterina , che coincide con il 25 novembre .
Fiaschette di vino e grappa , facevano compagnia alle scale con i pioli di legno , alla base dei pedoni di olivo , perché talvolta era talmente gelida l'aria che per riscaldarsi , i contadini , usavano bere qualcosa di forte ed avere la sensazione di affrontare il gelo in maniera   più decente.
Si , perché oltre alla date della raccolta , erano diverse anche le stagioni .
L'inverno era davvero inverno , di quelli che la terra scricchiolava sotto i piedi quando camminavi , perché la mattina fino a mezzogiorno , il ghiaccio che si era formato durante la notte , non riusciva a sciogliersi con il flebile sole , ma anzi in certi posti particolari , quelli esposti alla "merigge "  proprio non si scioglieva mai .
Mamma mi infilava una tuta imbottita e cerata sopra gli altri vestiti , un passamontagna di lana ed il cappuccio della stessa tuta , chiuso con una lunga cerniera , e mi infagottava talmente tanto che riuscivo a muovermi a stento .
Giornate intere passate con il freddo dentro alle ossa , con i contadini che mi facevano raccogliere le olive cadute per recuperare anche  l'ultima per  terra e non sprecare , ed io quando sentivo le piccole dita gelate , cominciavo con la punta di un sasso ad incidere piccoli solchi per terra nei quali nascondevo le olive e le ricoprivo con i piedi .
Quando il contadino che veniva pagato dal  babbo per  mantenere  il podere  ,venne a scoprirlo , mi sculacciò talmente tanto che quel giorno non sentì freddo e chiaramente per rincarare la dose , pensando di fare un dispetto agli altri , mi attaccai alla bottiglietta di grappa , finendo la giornata  sopra la tazza del bagno a piangere e vomitare e continuai così per tutta la notte  .
A queste giornate , seguiva immancabilmente , quella del frantoio con la macina a pietra .
L'odore di sansa che sprigionava mi faceva venire il mal di stomaco , e spesso mi addormentavo nelle barche di stoini puliti accanto alla stufa a legna del frantoio stesso ,  dopo che il mio entusiasmo nel vedere le prime gocce di olio uscire dalle olive  , era scemato .
Il rituale della prima bruschetta era quasi magico , e fino alle leccornie del Natale , non c'era altro di meglio che potesse sostituire quel piatto pieno di sapore e significati .
L'odore di aglio , che la nonna emanava tutta la notte mentre le dormivo accanto , mi ha fatto così odiare questa pianta  ,che attualmente lo uso solo il necessario per cucinare e mai crudo per strofinare il pane con l'olio nuovo ..
Certe tradizioni sono rimaste intatte in casa e così la sera della molitura ceniamo con bruschetta o fettunta , contornata però da fagioli , carne  ed ogni ben di Dio.In pratica  quello che è cambiato , è che adesso non è più pasto , ma un semplice  crostino che funge da antipasto frugale   ma  che al primo morso mi riporta ad altri tempi.
Tra le prime cose che cucino con l'olio nuovo c'è il risotto , ma anche questa pasta , che se volete potete fare con olio  della scorsa stagione , certo è che con quello nuovo acquista un valore ed un retrogusto tutto particolare ..
Il nostro olio Toscano , ha un certo pizzicore i primi tempi , dovuto alla molitura ed al tipo di albero , in questo pecchiamo di orgoglio sostenendo che come il nostro pochi ce ne sono , ma ogni toscano si vanta del proprio olio , sebbene ho assaggiato quello calabrese , ligure , siciliano che seppur diversi sono sempre notevoli...quindi cominciamo con la bollitura dei finocchi...






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • pasta di semola , formato mezze maniche , perché incorpora meglio la crema , 240 g
  • finocchio fresco , 1 grande
  • tonno sottolio 200 g circa 
  • olio extra vergine di oliva 
  • sale 
  • pepe nero
  • aglio , uno spicchio 
  • parmigiano grattugiato un bel cucchiaio
  • panna fresca liquida , 2 cucchiai



Fate a pezzetti il finocchi dopo averlo ben lavato , e mettetelo in una padella antiaderente con lo spicchio di aglio , coperto con acqua , un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale .
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere piano la verdura .
In una capiente casseruola , fate scaldare un altro cucchiaio di olio al quale aggiungerete successivamente il tonno sbriciolato , ed una spolverata di pepe nero.




Fate cuocere la pasta , e appena il finocchio sarà cotto passatelo al mixer .
Scolate la pasta al dente ,  buttatela nella casseruola e mescolatela al tonno e alla panna liquida .


Aggiungete la crema di finocchi , amalgamate bene spolverate con parmigiano e pepe nero.
Decorate  con qualche rametto di finocchio fresco e servite calda .

BUON APPETITO 



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