giovedì 8 febbraio 2018

TORTA DI FARINA DI CECI O MEGLIO "LA CECINA"


Chi l'attribuisce alla tradizione ligure , dove in effetti l'abbiamo mangiata alle Cinque Terre ed era buonissima , chi alla Livorno tanto vicina ..
La torta di farina di ceci , detta da noi toscani "cecina" con la tipica "c" leggermente strascicata è un piatto che non so se definire unico , o rientra a far parte di antipasti , secondi , laute merende .
So che mi affascina quella farina misteriosa e dal profumo  inconfondibile del legume che amo di più , il cece .
Anche qui la fantasia si può sbizzarrire come ho fatto io in questo caso , ma la torta di ceci classica , non consiste che di acqua , farina di ceci sale , pepe e del buon olio.
Nei vari mercati e foccaccerie, viene venduta arrotolata o piegata a triangolo ,incartata nella carta gialla , la stessa che una volta i macellai usavano per incartare le bistecche di carne .
Credo di aver mangiato per la prima volta nella mia vita la cecina a Livorno durante le ferie estive , quando lo zio Carlo ci portava un mese al mare nella piccola cittadina  di Marina di Grosseto.
Nei giorni meno assolati o piovosi , era solito condurci in visita nelle zone limitrofe .
Livorno con il suo mercato degli Americani , la sua splendida piazza e i canali come una piccola Venezia , ci accolse come fa ogni città di mare con un porto importante.
Non so dire se con indifferenza o estrema saggezza , e quello che mi rimase , essendo ancora bambina , fu il ricordo di quattro mori incatenati , e la cecina mangiata dopo aver comprato una t-shirt di una marca Americana tutta completamente bianca , nella cui etichetta recava un cesto con dei frutti...Fruit of the Loom..Impazzivamo tutti per quelle semplici e modeste magliette...
Per realizzare questa torta di farina di ceci  ho utilizzato anche dei piccoli cipollotti , perché amo  spesso arricchire la ricetta base con piccoli pezzetti di verdure , melanzane , peperoni , cipollotti appunto che conferiscono a questo semplice piatto un aroma ancora più intenso , fermo restando che nella versione semplice è buonissima .
Potete farla in entrambi i modi , con verdure o semplicemente seguendo la ricetta senza aggiunta di niente .







INGREDIENTI PER UNA TEGLIA DI CIRCA 22 CM DI DIAMETRO

  • farina di ceci , 200 g circa 
  • acqua  . 500 ml
  • olio extra vergine di oliva , 100 ml
  • sale , un bel pizzico
  • pepe nero 
  • se volete verdura (a scelta)
Preparo l'impasto della cecina , qualche ora prima , e non sarebbe male anche il giorno prima , conservando in frigorifero.
Questo per far si che la farina si insaporisca bene con l'olio il sale ed il pepe nero.
Con una frusta setacciate la farina , cercate di prenderla di ottima qualità , ci guadagnerà molto il sapore .
Aggiungete sempre mescolando l'acqua , fate in modo che non si creino grumi.



Poi procedete con l'olio , il sale ed il pepe nero appena macinato.
A questo punto decidete se volete arricchirla con verdure e nel caso affermativo , tagliatele in piccoli pezzi e mescolatele all'impasto .
Girate bene e coprite con un panno .
Abbiate cura di mescolare di tanto in tanto.

Qualche ora dopo o addirittura il giorno dopo , versate l'impasto in una teglia leggermente unta .
Più bassa sarà la cecina e più sarà croccante , se invece la preferita morbida lasciatela in una teglia più piccola in modo che l'impasto si distribuisca in meno superficie.

Scaldate il forno a 180° e mettete a cuocere la cecina .
Ci vorranno circa 40 minuti , potete controllare visivamente , anche aprendo il forno , ma è pronta quando avrà formato una deliziosa crosticina croccante in superficie.
Servitela calda  ...

Se avanza è buonissima anche fredda , ma potete tranquillamente riscaldarla..

BUON APPETITO 


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mercoledì 7 febbraio 2018

TORTA BURRO E PERE


Nessuno in famiglia , a parte la zia Clara , mi ha insegnato a fare delle torte .
Nonna faceva le crostate per Pasqua ma di quelle con la base altissima e pochissima marmellata , che a me non piacciono affatto  ,anche perché quando le cucino faccio il contrario..tanta morbida marmellata sopra un velo di frolla croccante .
Il babbo durante la coglitura delle olive si dilettava nel fare il suo "baldino" con la farina di castagne ..buono ma sinceramente poco rappresentativo come dolce in quanto tale ! Io non ho l'arte pasticcera che mi scorre nelle vene .
Ma amo sedersi al mattino tutti insieme davanti ad una bella torta , di quelle che chiamiamo da credenza , la classica e più rinomata con le mele .
E non amo le ricette senza burro , senza olio senza grassi..la torta è la torta !
Perennemente in conflitto con il mio corpo , probabilmente dovuto ad un'insoddisfazione dell'anima latente , adesso , ritrovando stabilità ed equilibrio , va da se , che scelgo con cura ogni ingrediente , leggo ogni etichetta .
Cerco di essere buona produttrice di gran parte di ciò che io e le persone che amo mangiamo , tanto che se veramente vado di corsa e acquisto una besciamella pronta , le mie colleghe alle casse mi guardano storta e mi dicono...no Silvia tu no comprare questa roba..!!!!
Amo il lento lievitare del pane , la farina scura quella non raffinata , la bianca 00 non entra più in casa , e scelgo accuratamente anche il molino che la prepara , preferibilmente con le macine a pietra .
Amo la lentezza dei germogli che con caparbietà bucano il terreno ed un giorno di sole trasforma in vigorose piante ..amo tutto quello che riconduce alla vita vera , non quella di oggi ma quella di una volta..
Non sarà mela ma è pera a deliziare questa torta , nella quale ho cambiato , dalla ricetta originale , chiaramente solo il tipo di farina..
Al primo morso , tu mi dici che ha un retrogusto di castagna , ti spiego ancora una volta che la farina multi cereali ha dei poteri magici ,e allora annuisci , sorridi e con un bacio  mi fai notare   che è buonissima ..
Come la pasta di ieri , sedanini di farina di lenticchie rosse ...
Potete farla anche con farina bianca 00 , sicuramente guadagnerà in morbidezza , ma ne beneficerà un po' meno la vostra salute ..


INGREDIENTI PER UNA TORTIERA DA 22 CM

  • farina integrale o multi cereali , 250 g
  • zucchero semolato 110 g
  • burro salato , 100 g
  • acqua 125 ml
  • lievito per dolci , 8 g
  • uovo , 1
  • latte di soia o vaccino , 100 ml
  • pera  , 1
  • zucchero di canna , 1 cucchiaio
  • burro per la tortiera

Mescolate zucchero semolato , acqua e burro in una pentola .
Poi fate bollire lentamente fino a quando il burro si sarà completamente sciolto e spegnete la fiamma .
Lasciate a riposare per circa venti minuti , avendo cura di girare ogni tanto il composto .
Mescolate la farina al lievito .


Quando il composto liquido si sarà raffreddato aggiungetelo delicatamente alla farina e mescolate bene , poi mettete anche l'uovo  ed il latte .



Imburrate uno stampo per dolci da circa 20/22 cm di diametro , quindi versatevi il composto.
Preparate  la pera ,  fatela a fettine sottili con le quali andrete a ricoprire tutta la superficie .
Aggiungete lo zucchero di canna .
Infornate in forno caldo statico a 180 °e procedete con la cottura per circa 50 minuti .
Fate sempre la prova stecchino ...


BUON APPETITO 



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lunedì 5 febbraio 2018

FILONCINI DI PANE CON FARINA MULTI CEREALI E SEMI



Spesso mi sono chiesta che cosa mi ha spinto ad avere un blog di cucina .
Perché è veramente fatica  , non tanto il  cucinare che è una delle cose che amo di più probabilmente assieme ai lavori dell'orto e viaggiare (sono affascinata da  conoscere luoghi nuovi , storie , musei, culture  ..)ma tutto quello che c'è dietro .
Come ho sempre detto il blog è nato per lasciare qualcosa, anzi direi per insegnare qualcosa a chi proprio di cucina non sapeva niente .
E comunque a distanza di un anno , posso dire che sto mangiando uova sode pronte , verdure rifatte in padella , insomma stiamo veramente migliorando.
Anche se la cosa che riesce meglio al mio compagno è aiutarmi nelle pulizie della casa .
E' lui che mi fa trovare le lenzuola cambiate , lui che pulisce i vetri delle finestre , lui che a guardarlo pulire mi incanta per quanto è preciso e meticoloso.
Quindi , se l'arte culinaria  va a rilento  ,diciamo che per altri aspetti sono più che soddisfatta , e l'amore di cui mi riempie , è solo uno stimolo continuo ad apprezzare ogni giorno di più  la vita che passa  .
Il blog  , dicevo appunto ,richiede oltre alla cucina , la fotografia , l'impiattamento , non che sia precisa e brava , ma tante  piccole attenzioni che , probabilmente , per me che sono già molto impegnata con il lavoro riescono a prosciugare tanta energia  ..
E allora ?
Allora è una passione , allora è una gioia quando parlo con le persone , allora arrossisco quando qualcuno si complimenta con me , per le ricette , la fotografia , i miei racconti..
Non ho mai fatto un corso di cucina , un corso di fotografia del cibo ne tanto meno  un corso di scrittura , come ho più volte detto..
Sono autodidatta e solo questo mi basta e mi da la consapevolezza che , non voglio mai sentirmi inferiore a nessuno .
E forse nemmeno lo sono davvero , perché quello che io pubblico qui , è vero , reale , le foto non sono artefatte perché non so usare nessun programma di ritocco  , non ho che da mostrare ciò che realmente sono e ciò che realmente mangiamo cinque minuti dopo la fotografia .
Un po' come me , il blog rispecchia il mio animo ed il mio carattere , sono quella che si vede fuori , anche se qualcuno ha sempre sbandierato il contrario , ma grazie a Dio questo è un periodo di soddisfazioni personali talmente tante e belle che , come direbbero a Napoli , me ne frega assai..
La semplicità di un pane , quello che mi piace fatto in casa sempre quando posso..
Farina multi cereali , e semi tanti , dei panini ottimi e gustosi , come Francesco e Mena , una splendida coppia di conoscenti che sabato si è complimentata con me .
Lei , che è una sarta bravissima e crea delle cose veramente meravigliose , delle quali mi innamoro a vista ..potete vedere le sue creazioni in un bellissimo sito web "mammacreativadesign" e non le faccio nessuna pubblicità..a me nessuno da niente , mi fa solo piacere far conoscere chi è veramente bravo ma non viene mai visto perché non famoso..siamo così del resto no ?
Vi lascio con la ricetta del mio pane ...


INGREDIENTI PER CIRCA 8 FILONCINI

  • farina multi cereali  500 g
  • farina 1 , g 100
  • lievito madre , 100 g 
  • sale fino , 2 cucchiaini
  • semi misti (girasole, avena , zucca..) 80 g circa
  • acqua , 320 ml


PROCEDIMENTO

Fate sciogliere nell'acqua tiepida il lievito madre , in alternativa potete usare il lievito di birra , calcolandone circa 10 g.
Mescolate le due farine , aggiungetele piano piano all'acqua con il lievito dopo che quest'ultimo si sarà sciolto.
Impastate bene e mettete anche circa la metà dei semi nell'impasto , in ultimo il sale che non deve mai venire a contatto con il lievito .
Il tutto può essere fatto anche con la planetaria.



Collocate l'impasto, dopo averlo modellato a pagnotta ed inciso con un coltello , all'interno di una ciotola coperto con un panno e lasciate che raddoppi .
Se volete accelerare i tempi mettete in forno con la luce accesa , ma se non avete fretta lasciate che faccia il suo corso a temperatura ambiente .



Appena sarà raddoppiato , riprendete l'impasto , cercate di stenderlo con le mani in un piano infarinato , e fate le tre pieghe .
Considerate un rettangolo , piegate per un terzo la parte superiore e poi andate con la parte inferiore a ricoprire tutto.
Fate le pieghe ancora una volta , quindi due giri di pieghe e lasciate riposare il pane sotto una ciotola che funga da campana .( Trovate tante immagini sul web per come fare le pieghe al pane ..)
Trascorso questo tempo , riprendete e ricavate circa otto filoncini che posizionerete sopra ad una teglia rivestita con carta da forno.
Umidificate leggermente con poca acqua la superficie dei panini  e cospargeteli con i restanti semi.
A questo punto ponete in forno spento con luce accesa a lievitare ulteriormente per un tempo compreso tra le due e tre ore .
Non toccate la teglia o il pane e cuocetelo direttamente a 180° per circa trenta minuti.
Sfornate e assaporate .


Se volete potete congelare il pane in buste monodose , e togliere poi quando vi servirà , lasciando scongelare a temperatura ambiente per 4/5 ore .
Rimane morbido e gustoso , e sarete certi di non rimanere mai senza pane ..e che pane !!

BUON APPETITO 




Mi sono impossessate di questa immagine perché mi sembrava davvero emblematica e la condivido con tutti voi, buona settimana a tutti cari lettori !


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domenica 4 febbraio 2018

TARTUFI DI PANDORO


La pioggia mista a neve di ieri ha letteralmente affogato parte del terreno che abbiamo coltivato .
Le fave resistono vigorose , ho sparso cenere nell'aglio , come faceva il nonno.
Pareri discordanti , chi dice che non contenga nessun minerale chi invece la ritiene miracolosa .
A me serve anche per evitare all'erba di infestare tutto , visto che l'influenza in casa ha preso il sopravvento e per il momento non possiamo "sarchiare" termine esatto che noi sostituiamo con lo zappettare .
Finalmente si è conclusa una settimana  che ritenere pesante è dir poco.
Francesco mi abbraccia , quando lo scendo dall'auto , dopo che l'ho accompagnato in paese , mi sorride  e mi dice che la perdita di un amico serve ad ogni età a prendere ancora maggiormente consapevolezza di quali sono le priorità nella vita .
E' un discorso saggio e maturo , ma a volte il dolore sfoca ogni aspetto di lucidità.
Ho comprato una bella scatola di latta , le adoro , una di quelle rimaste con immagini Natalizie .
Dai colori forti , accesi , ad un prezzo irrisorio.
All'interno un pandoro , un vasetto di crema di nocciole , e dei cioccolatini con forme di abeti , angeli , babbi natali e stelle..
Che cambia , non sarà certo la forma fuori stagione a dare meno valore alla bontà.
Ho in mente da tempo di fare dei tartufi al cioccolato e questa scatola sembra aver letto i miei pensieri.
Mi alzo relativamente presto anche oggi che è domenica ,quando comincio a girarmi e a pensare preferisco infilare le calze e pantofole e abbandonare il letto ,tanto agognato ogni mattino quando sono costretta a lasciarlo dopo il suono della sveglia.
Ho abbandonato in questi  ultimi mesi l'abitudine stupenda che avevo di mettere nel blog il calendario della stagionalità della frutta e verdura , ma ritenendo che sia molto importante evitare di mangiare  primizie e prodotti conservati in cella provenienti da chissà dove , ve lo ripropongo.
Mi rendo conto che  , anche tu , adesso  che lavori in campagna sei  veramente consapevole di quando si raccolgono i piselli , piuttosto che quando si fa la semina in campo delle carote o in serra dei pomodori pendolini , di quelli piccoli che attaccheremo ad un filo di lega sospeso e ci aiuteranno ad illuminare qualche giornata grigia con il loro colore rosso vivace.
Ho impastato , e quando lo faccio significa che ho bisogno di scaricare tensione e recuperare energia ..il profumo ti sta facendo venire fame , tanti piccoli panini di farina multi cereali ricoperti di semi , sono in fila  a raffreddarsi sopra la loro griglia .
Come inermi  soldatini attendono l'ora della fucilazione..
Non ho recuperato ancora passione nelle cose che faccio , il tempo , attendo che il tempo mi aiuti a dimenticare . No , non dimenticare , attenuare il dolore che ora mi appartiene tutto ..


Spero vi sia di aiuto !



In mancanza di pandoro , chiaramente potete usare Pan di Spagna , panettone o residui di colomba Pasquale insomma una sorta di riciclo.

INGREDIENTI PER CIRCA 15 TARTUFI

  • pandoro o altro dolce , circa 400 g
  • panna liquida , 2 cucchiai
  • caffè , una tazzina 
  • crema di nocciole una decina di cucchiai
  • cacao amaro in polvere ,2 cucchiai grandi
  • peperoncino macinato, un pizzico


Tagliate  a fette il pandoro e mettetelo nel mixer .
Riprendetelo e sistematelo in una larga zuppiera , bagnatelo con la panna liquida e caffè.
Formate un impasto omogeneo consistente e lasciatelo riposare un oretta .



Trascorso il tempo previsto prelevate dall'impasto un cucchiaio e spalmatelo nell' incavo della mano .
Mettete al centro la crema di nocciola e richiudete formando una pallina con le mani facendo attenzione che la crema di nocciola non fuoriesca .
Continuate fino al termine dell'impasto.


Mettete su un piatto la polvere di cacao e cominciate , aiutandovi con un cucchiaio a rotolare le palline nel cacao ,poi spolveratele anche con un colino fitto.
Mano a mano che saranno ben ricoperte , sistematele nel piatto di portata .



Spolverate con un leggero pizzico di peperoncino rosso in polvere se vi piace .


BUON APPETITO 




PS..se volete potete anche aggiungere della granella di nocciole
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sabato 3 febbraio 2018

RAGU' DI CINGHIALE ALLA TOSCANA



Il babbo era un grande cacciatore , lo so molti di voi inorridiscono solo alla parola caccia .
Ma quando ero piccola io , questo tipo di "sport" era molto diffuso , e si organizzavano battute e gruppi di caccia , che vedevano impegnati i partecipanti per giorni interi.
Addirittura per settimane , come nel caso in cui , il babbo si recava a quei tempi nella vecchia Jugoslavia , dove erano vaste riserve di caccia , alle quali pagando una sorta di abbonamento , potevano accedere tutti coloro che erano amanti di questo passatempo .
Domeniche mattina con la sveglia che suonava alle quattro , e lui al buio silenziosamente si vestiva con la sua tipica divisa verde , si infilava attorno alla vita il porta cartucce  e gli stivaloni neri tipo anfibi e con gli amici partiva verso campagne e boschi lontani perché abitavamo ancora in città .
Poi rientrava quasi sempre con un buon bottino , composto da beccacce , tordi fagiani e lepri .
Mamma borbottava  perché la selvaggina dava  sempre  un gran da fare , ed inoltre doveva sistemarla e cucinarla subito perché , come quasi tutti  , eravamo ancora sprovvisti di congelatori.
Ma il profumo del "sugo di lepre" o dei crostini con la beccaccia , lo sento ancora adesso, ogni volta che chiudo gli occhi appositamente per ricordare il babbo ed i suoi occhi felici in quei momenti.
I suoi fucili poi , con il passare degli anni divennero solo arredo , ormai non li puliva neppure più , con il suo panno morbido intriso di olio.
Seduta con le ginocchia sulla panca di legno accostata al tavolo , osservavo curiosa ogni suo movimento , intimorita dalla cassetta di cartucce che conservava gelosamente e ben nascoste non ho mai ben capito dove .
Come dicevo la sua passione era molto diffusa , e molti dei suoi amici praticavano anche la caccia grossa , come la chiamava , che consisteva nell'uccisione di cinghiali .
Il cinghiale è attualmente un animale alquanto diffuso e non solo  nelle nostre campagne .
Capita sempre più spesso che , per esempio , tornando la sera dal lavoro  debba fare molta attenzione all'attraversamento cinghiali nella piccola strada bianca che percorro, perché usano abbeverarsi nel fiume che scorre lungo la via .
Famiglie intere con il maschio che fa da capo fila , la femmina e tanti piccoli figlioletti  al seguito .
La scena da vedere è molto bella , anche se assai pericolosa , visto che hanno la consuetudine di apparire improvvisamente magari dietro una curva , e anche se la velocità è moderata , molto spesso capita che si imbattano in qualche auto e la rovinino bene .
Ecco che la provincia convoca delle squadre speciali di cacciatori , e con un apposita regolamentazione , decide  di sopprimerli in numero ingente .
Battute di caccia vicino a casa , strade di bosco che vengono chiuse con appositi cartelli che non possiamo oltrepassare ,urla dei cacciatori che si chiamano da un posto all'altro  e guaiti di cani.. .
Se hai la fortuna di avere per amico qualche cacciatore , in casa non manca mai una bella  polpa dell'animale , o costole da fare arrosto , piuttosto che salsicce e prosciutto .
Anche questa è Toscana ..e noi da buoni toscani amiamo moto le pappardelle con il ragù accompagnate dallo spezzatino, il tutto magari fatto bollire per ore piano piano sopra alla stufa a legna , proprio come in tempi passati..



INGREDIENTI 

  • polpa di cinghiale , 800 g circa
  • carne macinata di maiale , circa 300 g
  • pomodoro polpa o succo , 1 lit circa
  • vino rosso , 2 bicchieri
  • cipolla 1
  • aglio , 3 /4 spicchi grossi
  • salvia e rosmarino in abbondanza 
  • alloro una decina di foglie
  • sale 
  • 1 bicchiere di aceto bianco
  • peperoncino rosso 
  • noce moscata 
  • olio extra vergine di oliva  

La sera prima della cottura del cinghiale , tenerlo a bagno in acqua , un bicchiere di aceto  e qualche foglia di alloro.
Io non metto altro nella marinatura perché non amo i gusti che la carne assorbe aggiungendo troppi odori o spezie.
Il giorno seguente fate scorrere abbondante acqua nella polpa che avrete tagliato a piccoli pezzi .
Fate scaldare un'ampia casseruola senza olio  , e appena sarà calda , ponetevi i pezzi di carne .
Girate la carne sempre con un mestolo di legno senza mai bucarla .
Durante questa prima fase , la carne trasuderà  dell'acqua che dovrete gettare .
Spegnete la fiamma.



Conservate la carne da una parte .
Tritate aglio  ,cipolla e salvia , sminuzzate un po' di rosmarino e lasciatene parte intero.
Mettete abbondante olio  nella casseruola che avete utilizzato in precedenza , e fate soffriggere tutti gli aromi, compreso l'alloro.




Quando il soffritto avrà preso un bel colore dorato , aggiungete la carne macinata di suino  e la metà della carne di cinghiale , che avrete passato al mixer .
Poi aggiungete anche il resto dei pezzetti di carne e mescolate spesso facendo insaporire il tutto fino a che la carne macinata non comincerà a "schiumare" o meglio fare quelle bollicine in superficie simili ad una schiuma.





A questo punto aggiungete il vino e fate evaporare a fiamma media .
Una volta evaporato , aggiungete il peperoncino rosso , un pizzico di sale , ed una grattugiata di noce moscata.

Mescolate bene e procedete a coprire il tutto con la polpa o passato di pomodoro , allungando con acqua calda .
Abbassate la fiamma al minimo e fate riprendere l'ebollizione al ragù.
Da questo momento calcolate , tre o quattro ore abbondanti di lenta bollitura con la casseruola parzialmente coperta .
Ogni tanto mescolate per evitare che il sugo si attacchi al fondo .



Trascorso il tempo previsto , assaggiate il ragù ed un piccolo pezzetto di polpa per accertarvi che sia molto tenera , regolate di sale .
Nel frattempo cuocete rigatoni o pappardelle all'uovo e condite con abbondante ragù , servite accompagnando con tre o quattro piccoli pezzetti di polpa ..

Un bel bicchiere di vino rosso ...

BUON APPETITO 



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venerdì 2 febbraio 2018

PASTA ALLA CREMA DI PECORINO FUNGHI E PANCETTA



Il vento ha rimosso il tessuto che avevo messo a copertura delle semine nell'orto.
Lo guardo dalla finestra e nel poco tempo di pausa che ho per il pranzo prima di rientrare al lavoro , decido di andare a puntellare di nuovo i bordi con le pietre per la paura che qualche gelata notturna bruci le piccole gemme che scorgo felice da lontano.
Quando arrivo nell'orto , però decido di fare il contrario di quello che avevo pensato e rimuovo quel poco di telo rimasto , perché le piantine sembrano soffrire e piegarsi anche sotto quel lieve peso.
Sono entusiasta , sembra che la primavera sia impellente , e lo capisco principalmente dalla voglia di quei teneri germogli di alzare la testolina al primo sole , seppur neanche tiepido.
Le giornate ancora sono corte , e nel tardo pomeriggio , al lavoro , mi assale di nuovo la malinconia , quella malinconia che so bene cosa essere .
Il mio amico si è spento ed ha lasciato un vuoto incolmabile che si traduce in grande sofferenza tanto che ogni poco  devo guardarmi allo specchio e ripetermi di alzare la testa ed andare avanti.
Prendo esempio dalla moglie , forte ,coraggiosa , dignitosa come mai nessuno visto prima , mi calmo e penso che mi   e ci ha lasciato un grande insegnamento..vivere per quel che ci è possibile con lentezza la vita , senza affanno , arrabbiature e soprattutto amarla .
Me lo ripeto ,ma non posso volgere lo sguardo oltre le cassette della frutta , perché nel piccolo reparto dove lavorava non faccio che vedere lui ed il suo sorriso , il suo passo lento , il suo camminare verso di me , quando ancora ero direttore ma anche quando non lo ero più , e a  metà strada togliersi il cappello e tenerlo tra le mani.
Un gesto che nessuno fa più , il massimo del rispetto quello che aveva per tutti .
Il suo modo educato , la tanta gente corsa a salutarlo per l'ultima volta , e quella "importante" che non si è nemmeno degnata di venire ..
Siamo tutti un numero , è ovvio , ma sono felice di avere un cuore dietro alla mia matricola , anche se quel cuore adesso è veramente stritolato.
A volte penso che sono davvero stanca , stanca di tutto il dolore ed il male che ho intorno e vorrei essere come tanti altri che se ne infischiano dell'altra gente  e  si permettono di scommettere pure sulle vite delle persone .
Barbara , la moglie del mio caro collega , mi ha accolto con le braccia aperte in mezzo a tanta folla  , ci siamo strette forte singhiozzando, mi ha chiesto una promessa ..
Prometti che andremo io e te a mangiare da sole quelle linguine alle vongole , che ti doveva cucinare  Dario e le mangeremo insieme in onore suo..
Te lo prometto , con il cuore , dal cuore .
Mancherai tanto , ma grazie per la tua ironia , il tuo essere sereno e serissimo e soprattutto buono. Ogni persona che si incontra nella nostra vita non la si incontra a caso .. tu ne sei stato l'esempio eclatante .
Ho voglia di rilassarmi , come solo la mia cucina può, e metto un cucchiaio di latte a scaldare bene , ci sciolgo del pecorino ne faccio una gustosa crema..

INGREDIENTI PER DUE PERSONE 

  • pasta di semola , anche integrale , circa 160 g
  • latte 2 cucchiai
  • pecorino stagionato una fetta 
  • salsa di funghi porcini , 2 cucchiai
  • pancetta fresca 2/3 fettine 
  • grana grattugiato 
  • prezzemolo
  • sale , pepe nero
  • olio extra vergine di oliva



Dunque appunto mettete a scaldare i cucchiai di latte , ed aggiungete il pecorino a pezzetti.Spegnete la fiamma e portate a bollore l'acqua salata per la cottura della pasta .
Fate scaldare la crema di funghi ed aggiungete un po' di grana grattugiato.
Mentre la pasta cuoce , scaldate una padella antiaderente e fatevi cuocere la pancetta in modo che si arrostisca bene .
Scaldate anche il latte con il pecorino e mescolate di continuo fino ad ottenere una crema alla quale aggiungerete un pizzico di pepe  .
Scolate la pasta , conditela con la crema di funghi , aggiungete la crema di pecorino e una spolverata di grana.
Terminate con la pancetta croccante e prezzemolo tritato , pepe nero e servite calda.

BUON APPETITO



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mercoledì 31 gennaio 2018

RISO SPINACI E RICOTTA



Mi chiedo spesso cosa sarebbe la vita senza i libri..
E spesso parlando , nascono delle diatribe relativamente al fatto che , per certi aspetti trovo che il fascino delle ricette scritte sul libro non subisca concorrenza .
E' evidente che Internet ci ha cambiato la vita e basta un click per essere istantaneamente presente dall'altra parte del mondo , così riferendomi al mio blog , per esempio , capisco che una ricetta scritta adesso domani , o addirittura stanotte stessa può essere letta ovunque.
Con un libro non sarebbe certamente così facile , ma l'idea di non avere più lo scaffale pieno dei miei libri di cucina , sporchi , unti di olio e polverosi di farina ,mi mette tristezza .
Così imperterrita continuo a comprare riviste e libri perché anche se leggo , in realtà attualmente molto poco , un romanzo o un racconto  ,ho bisogno di toccare con mano la carta e sentirne il profumo.
Ci sono tante cose che mi danno emozioni particolari oltre la mia cucina , il fruscio appunto delle pagine sotto le dita , la meraviglia di un seme che spunta dal terreno , il saper aspettare il tempo che intercorre dalla semina al raccolto.
Amo tutto quello che per natura scandisce il tempo e lo fa lentamente , seguendo il suo corso , e mi chiedo se forse sono io fuori tempo , ma sono felice così.
Intanto dal pensiero dello spinacio che germoglia a quello della bellezza eterna di Firenze appena visitata per l'ennesima volta , giacché non mi stancherò mai di farlo e sono sempre pronta per un giro agi Uffizi o a visitare qualche altra meraviglia, è riaffiorata la ricetta del riso alla fiorentina come lo chiamava la nonna .
In realtà perché gli desse questo appellativo mi è sconosciuto , anche se in Toscana , molti dei nostri piatti prendono questo aggettivo dopo il nome , il riso , la crema alla fiorentina , la ciaccia fiorentina ..
Nonna metteva un cucchiaio di panna io  ho optato per la ricotta freschissima ..



INGREDIENTI PER DUE PERSONE 

  • riso Carnaroli , 160 g circa 
  • spinaci lessate , 3 cucchiai circa
  • ricotta fresca , 3 cucchiai
  • mezza cipolla rossa
  • mezzo bicchiere di vino bianco 
  • sale , pepe nero
  • noce moscata 
  • olio evo
  • burro , un fiocco
  • parmigiano grattugiato , 1 cucchiaio 
  • brodo vegetale circa mezzo litro 

Fate scaldare due cucchiai di olio in un ampia casseruola che dovrà contenere il riso .
Affettate finemente la cipolla e lasciatela appassire nell' olio.
Generalmente ripasso le spinaci in padella con aglio , ma quando uso la ricotta preferisco il contrasto della cipolla .
Quando la cipolla sarà ammorbidita , mettete le spinaci e mescolatele bene .
Sistemate di sale e  pepe nero , poi aggiungete anche un pizzico di noce moscata e fate insaporire.
Dopo circa dieci minuti , aggiungete il riso.



Fatelo tostare bene per cinque / sei minuti poi sfumate con il vino.
Appena sarà evaporato aggiungete il brodo caldo o acqua calda con aggiunta di sale , a coprire bene il tutto .
Fate cuocere a fiamma bassa mescolando di tanto in tanto.


A metà cottura del riso , aggiungete la ricotta e mescolate .
Portate a cottura il riso , sistemate di sale e pepe nero poi mantecate con un cucchiaio di parmigiano grattugiato e un fiocco di burro.
Spegnete la fiamma e servite dopo cinque minuti.

BUON APPETITO 





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lunedì 29 gennaio 2018

TARTARE DI MANZO



Se  avessi immaginato qualche anno fa che avrei amato così tanto un giorno la carne cruda , credo che avrei approfittato prima del tempo per gustare questa che a parer mio è una prelibatezza.
Quando la mamma cominciò a proporre in tavola le prime volte il carpaccio di carne cruda , il babbo storceva il naso e si faceva sempre cuocere nel padellino la porzione che toccava a lui.
In realtà , la carne era praticamente già cotta , non nel padellino , ma dal succo di limone che l'aveva trasformata da un rosso vivo acceso , ad un grigio topo alquanto scadente .
Assieme al limone , sale e pepe e qualche piccola scagliettina di parmigiano .
Questa era la nuova era , quella della carne cruda .
A me piaceva , ma quando scoprì la carne salada  del Trentino cominciai a scimmiottare il carpaccio di manzo.
Adesso se per i miei uomini cucino un bell'hamburger magari di carne chianina o di  scottona , io ripiego sempre per un pacchettino di carne macinata di prima qualità , battuta a coltello dal mio macellaio di fiducia che poi trasformo in una squisita tartare.
Non aggiungo assolutamente limone , e questo è il primo imperativo, per non cambiare colore ma soprattutto  sapore alla carne , e la versione che vi presento è una delle migliori..
Almeno per quel che mi riguarda ..




INGREDIENTI PER 1 TARTARE 

  • carne battuta a coltello di prima scelta , chianina o scottona , circa 100 g
  • sale di Maldon o rosa , 1 pizzico
  • peperoncino rosso , un pizzico
  • cipolla bianca fresca , qualche fettina 
  • finocchio 1
  • olio evo
  • rucola qualche foglia
  • ribes 
Amalgamate bene la carne preparata dal vostro macellaio con il sale di Maldon , il peperoncino in polvere e un cucchiaino di  cipolla bianca tritata finissima , un filo di olio .
Preparate il composto qualche ora prima di mangiare la tartare ed ogni tanto mescolatelo con una forchetta pressando bene .

Lavate e pulite il finocchio e tagliatelo a fettine sottili , sistematelo sopra ad un piatto piano e conditelo con sale ed olio.

Alloggiate al centro del piatto la carne alla quale avrete dato la tipica forma di tartare , se ce l'avete aiutandovi con l'apposito stampo da hamburger.




Aggiustate i ribes sopra la carne dopo averli ben lavati e fatti asciugare , poi aggiungete il trito di rucola ed a piacere dell'aceto  o glassa balsamica .
Molti servono la tartare anche con un tuorlo d'uovo posizionato al centro , ma io non amando l'uovo crudo ometto sempre questo passaggio e degusto così semplicemente la carne .
In alternativa potete condirla anche con un battuto di capperi ed acciuga , oppure miele di castagno e scagliette di pecorino stagionato ..

Se comunque la carne è davvero pregiata ,  ed avete un macellaio di fiducia  che vi da un buon taglio , vale la pena di consumarla anche semplicemente con del buon olio , sale e pepe nero macinato fresco al momento.

BUON APPETITO 




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domenica 28 gennaio 2018

ORECCHIETTE O CORZETTI ALLE CIME DI RAPA



" I corzetti stampati (“cruxetti“) compaiano nel medioevo, nell'epoca rinascimentale. Le famiglie nobili del tempo pare ordinassero ai loro cuochi di realizzare un tipo di pasta che riportasse il proprio stemma, tutto ciò con lo scopo di rammentare ai commensali l'importanza della loro famiglia e per riaffermare il proprio dominio sul territorio. Le incisioni erano solitamente differenti sulle due parti. Il nome deriva dall'immagine stilizzata di una piccola croce, una crocetta (“cruxetta“) con la quale veniva originariamente decorato un lato di questi medaglioni, da qui il nome “cruxettu“. Nel levante ligure, con la parola “corzetto“ s'intende sia lo stampo di legno che la pasta così incisa.
Tecnicamente i corzetti si presentano come stampi di legno, sono composti da due parti: una che ha la funzione di “timbro” e l'altra di forma cilindrica con una parte incisa e concava, che serve per tagliare la pasta. I tipi di legno generalmente usati sono: pero, melo, faggio o acero.

Ho letteralmente fatto un copia incolla , per introdurre una ricetta pugliese che tradizionalmente viene cucinata con le famose orecchiette , ma , dato che in dispensa avevo questo tipo di pasta , ho chiaramente ripiegato su questa .
Tradizionalmente i corzetti , credo , vengono conditi con del  buon pesto ligure , ma , anche se le orecchiette , essendo concave trattengono meglio  il condimento , hanno fatto la loro bella figura anche i corzetti alle cime di rapa .
Mi sorprendo sempre quando anche durante il lavoro , le persone mi chiedono consigli e ricette , e mi raccontano di seguire il mio blog..ed è così che una mia dolce figlioccia qualche giorno fa , mi ha chiesto se avessi pubblicato sul blog le orecchiette alle cime di rapa ..ecco qua dolce tesoro..
Grazie , grazie veramente a tutti , cercherò di darmi tanto da fare per ripagarvi del  vostro  immenso affetto.
Con grande felicità e stupore , stamani ho visto che nell'orto sono spuntate anche tutte le fave , l'aglio ed i primi piselli...la "prace "(in aretino il piccolo pezzetto di terreno che viene seminata e coltivata delimitata da solchi ..ndr) di spinaci è già a buon punto cosicché ho deciso di seminarne un'altra per avere la verdura in due tempi..Nonno faceva così , lasciava passare del tempo dalla prima piantagione di insalata o altra verdura , alla seconda in modo da non essere mai sfornito.
Abbiamo fatto la  nostra camminata domenicale , alla ricerca di angoli di altri tempi , in cui mi immergo e mi ritempro..un vecchi e cadente casale , mi ha fatto bella mostra ancora una volta di un antico forno a legna .
Non posso fare a  meno di perlustrare tutto l'interno infilando letteralmente la testa dentro la bocca del forno.
La volta superiore sembra aver resistito al passare del tempo ed i mattoncini rossi , sono sempre lì , neri di fumo , e chissà quanto pane hanno visto cuocere  , o magari animali da cortile , dolci semplici e cantucci alle mandorle..
Mi immergo nei ricordi , di quando correvo felice tra i fiori di rapi sfioriti , alti e gialli , e con un piccolo sasso che fungeva da trasmittente , chiamavo mia sorella e mia cugina ..il  nostro nome d'arte era "Nano puzzoliti" , chissà forse perché , a modo nostro in qualche modo avevamo anagrammato il nome di quella verdura che in aretino si trasforma da cime di rapa a "pulezza".
Mamma e nonna le facevano sempre ripassate in padella con pezzetti di maiale fresco , io le adoro come condimento per la pasta ...




INGREDIENTI PER TRE PERSONE 

  • pasta di semola , meglio nel formato orecchiette , g 240 circa 
  • cime di rapa fresche , circa 500 g
  • aglio , 2 spicchi medi 
  • alici sotto sale , due medie 
  • olio evo (da ora in poi utilizzerò anche io evo per accorciare la scrittura ..per quelli che non sanno cucinare ..ogni riferimento è puramente casuale , trattasi di diminutivo di olio extra vergine di oliva ..)
  • peperoncino rosso , un bel cucchiaino 
  • sale
  • ricotta salata affumicata
Lavate molto bene le cime di rapa sotto l'acqua corrente , all'inizio lasciatele anche a bagno nel buco dell'acquaio , poi scolate varie volte l'acqua , perché spesso contengono molta terra ..
Sciacquatele bene e togliete loro , le coste più dure.

Intanto mettete una pentola di acqua salata a bollire .


Quando l'acqua inizia il bollore , immergete la verdura e giratela spesso con un cucchiaio di legno .
All'inizio sembrerà tantissima ma poi , cominciata la cottura si ridurrà notevolmente .
Aggiungete all'acqua di cottura un filo di olio ed un pizzico di bicarbonato.
Entrambi gli ingredienti renderanno la verdura più morbida.



Quando le cime di rapa saranno morbide , dopo circa una mezz'oretta dalla ripresa della bollitura , buttate giù anche la pasta a cuocere assieme alla verdura .
Calcolate bene il tempo di cottura della pasta , considerando che dovrete scolarla al dente .

Mentre la pasta cuoce , prendete una padella abbastanza grande da contenere anche la pasta.
Bagnatela con olio , a sufficienza per ricoprire bene il fondo , e schiacciate con le mani gli spicchi di aglio che metterete a soffriggere nell' olio assieme al peperoncino.

Aggiungete quasi subito anche le alici , e non appena si saranno sciolte spegnete la fiamma .



Scolate la pasta assieme alle cime di rapa , e tuffate tutto all'interno della padella nella quale avrete preparato aglio e alici .
Fate saltare bene aggiungendo una bella grattugiata di ricotta affumicata salata .
Servite calda e..


BUON APPETITO 



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