martedì 14 marzo 2017

LA CIACCIA " COI CICCIOLI " E IL TUO MODO DI GUARDARMI STRANO



Quando e se posso , cerco di reperire farine della zona , ci sono alcuni mulini dai quali ancora è possibile acquistare farina decente , quella buona per fare il pane , la pasta e la mitica "ciaccia" .
Ciaccia è il toscanizzato di schiacciata , focaccia , che chiaramente assume un nome diverso in base ai dialetti e le località.
E' generalmente cotta nel forno a legna e viene impressa con le dita sulla superficie per creare la caratteristica visione a buche all'interno delle quali si deposita sale ed olio.
Potete quindi immaginare che bontà possa essere in associazione a delinquere , così come la chiamo , con salumi e formaggi tipici .
La cucino molto spesso , quando a corto di pane devo rimediare velocemente .
Velocemente, utilizzo il metodo della focaccia genovese perché in realtà la vera schiaccia toscana necessita di  almeno una notte di lievitazione .
Quindi ..con lo stesso identico sistema della genovese ho impastato la mia buona farina  ma ho aggiunto 
una bella manciata di pancetta e pepe per ricreare la ciaccia unta quella che assieme alla panina è protagonista delle nostre tavole prettamente nel periodo Pasquale , ma io in questo sono molto particolare , perché se mi va la ciaccia unta il quindici di agosto me la faccio,magari facendomi accendere il nostro forno a legna .


Tu , chiaramente da buon Calabrese quale sei non ami molto il pane sciocco , per cui il fatto che qualche volta lo sostituisco con la ciaccia unta ti rende veramente felice  (al di la del fatto che ancora dire ciaccia unta magari per te è un problema ).
Capisco , a volte mi guardi strano , quando con qualche termine toscano descrivo le cose ..il fatto è che il tuo Calabrese io lo sto capendo solo adesso un po' , per cui quando dico ciaccia unta non sorprenderti più di tanto perché alla fine la vera lingua italiana profuma molto di Toscanità...e alla fine tu ormai non hai più nemmeno mezzo accento calabrese  ,almeno quando sei a casa , perché come ci troviamo nella tua regione o con i tuoi genitori rispolveri il tuo vocabolario ,ed è li che io mi sento aliena !!
Comunque in poco tempo se volete realizzate questa bontà e magari esercitatevi qualche volta prima di Pasqua , potete farla più o meno bassa a seconda di quanto stenderete la pasta , in entrambi i casi non vi deluderà..



INGREDIENTI PER UNA TEGLIA 

  • FARINA 00 170 G
  • FARINA MANITOBA 100 G
  • ACQUA 170 G
  • LIEVITO DI BIRRA FRESCO 15 G
  • SALE 6
  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA 20 G 
  • MALTO O ZUCCHERO 4 G
  • 150 G DI PANCETTA STAGIONATA 
  • PEPE NERO MACINATO AL MOMENTO
Sciogliete il lievito di birra assieme al malto o zucchero nell acqua , quindi impastate metà della farina 00 mescolata alla Manitoba facendo incorporare acqua piano piano.
Aggiungete il sale ed i pezzetti di pancetta all'impasto nonché una bella macinata di pepe nero quindi continuate ad impastare aggiungendo tutta la farina , formate una palla che lascerete lievitare per almeno mezz'ora .
Poi riprendete l'impasto e stendetelo un po' a rettangolo sovrapponete la parte sinistra sulla destra e rimettete a lievitare per un 'ulteriore mezz'ora / ora .
Trascorso questo tempo riprendete l'impasto e stendetelo su una teglia da forno che avrete ben oliata .
Fate con le dita i classici buchi mettete ancora un goccio di olio ed infornate a 200° per circa venti minuti..
Dovete vedere la superficie ben colorata .
Togliete dal forno e fate asciugare la schiacciata sopra una griglia ...


BUON APPETITO 




Per ultimo ma non meno importante diciamo che oggi celebro una cara vicina di casa che si è splendidamente laureata !! Che forza Laura tu ed Eleonora siete nel mio cuore , perché siamo rimasti i vicini di una volta quelli su cui sai che puoi  sempre contare e perché siete il vero orgoglio di genitori meravigliosi umili ed onesti che si sono sempre spaccati la schiena con il loro lavoro.
Vedere le lacrime di gioia mista a commozione nel volto di tuo padre stamani è stata la cosa più bella di tutta la giornata ...
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lunedì 13 marzo 2017

MINESTRA DI LENTICCHIE PER INIZIARE UN ALTRA SETTIMANA



Pensavo a tanti proverbi , che la nonna ed il nonno tiravano fuori non appena si presentava l' occasione opportuna , per far capire meglio   ,più che con  ogni altra cosa , di che cosa volessero parlare .
I proverbi sono la saggezza dei popoli , lo sostengo sempre perché dietro ciascuno di loro ci sono tante   verità.
Chi vuol vivere e star bene , pigli il mondo come viene ...
Ecco , questo credo però che sia uno di quei pochi che non sono mai riuscita a mettere in pratica ,perché se c'è una cosa che proprio non so fare è prendere il mondo come viene .
Ricordo una volta , un collega , che mi aveva ammonito , dicendomi che non avrei mai potuto fare il Don Chisciotte perché i mulini a vento mi avrebbero schiacciato di sicuro .
Ed è normale allora che la dove non si ribella il fisico è l'anima  a farlo , che se non stai attento a cogliere ben ogni piccolo aspetto e segnale che ti invia , puoi anche compromettere tante cose .
Perché come dice una canzone attualissima ,per tenere il cuore con due mani ci vuole coraggio , e tanto tanto ...troppo amore.
Qualche volta sono veramente stanca di combattere con vecchi fantasmi e piccole battaglie quotidiane e per certi aspetti , se non avessi avuto la cucina e questo umile blog ,  avrei probabilmente rasentato la pazzia.
Anche perche è difficile mettersi nei panni degli altri , ed io probabilmente per prima a volte non lo faccio , ma , e ritorno ai proverbi , il male viene per fare male , e si finisce per isolarsi dal mondo ed intristirsi , fatta eccezione che tener conto di quelle poche persone , che conti veramente nelle dita della mano , le quali  ti aiutano ad andare avanti , ma molto spesso finisce che ti accanisci proprio con loro perché con gli altri non puoi ..e non ne hai più voglia.
Ecco allora che inizio la settimana pensando a quanto ancora dovrò passare lunghe giornate in solitudine sempre ad aspettare , e mentre apro il frigorifero , mi rendo conto che la prima battaglia della giornata , sarà con lui ,grande e fedele lievito madre.


Sei qui che quasi supplichi di essere rinfrescato , e vedi io non l'avevo capito ..ormai sono due anni che sei con me grande e devoto lievito.
Con te ne abbiamo viste e fatte di tutti colori , dalla Margherita alla Quattro Stagioni e difficilmente mi hai delusa..
No , non sto diventando pazza , però a volte mi capita di parlare con tutto quello che ho davanti, ma il pensiero da qualche giorno va irreparabilmente ad altri luoghi , sarà che non esco da mesi ed il sorriso piano piano comincia a scemare ...



Però come dare torto al mio pensiero..???

Allora lenticchie alla mano oggi tocca alla minestrina , molto buona però , e poi ultimamente vi avevo abituato male ..troppo ghiotti i miei lettori !!!!

INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • 300 G DI LENTICCHIE GIÀ LESSATE 
  • 1 CAROTA 
  • 1 CIPOLLA 
  • 80 G DI PANCETTA A DADINI
  • 3 PUGNI DI PASTA DA MINESTRA 
  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
  • QUALCHE POMODORO MATURO
  • SALE , PEPE
  • SALVIA
  • AGLIO




Se potete mettete a cuocere le lenticchie dopo averle ammollate per un 'oretta in una casseruola  dove avrete messo acqua a coprirle abbondantemente , 2 spicchi di aglio in camicia , cioè non sbucciato ,  e qualche pomodorino , sale e pepe.Procedete con la cottura tenendo da parte dell'acqua calda che andrete ad aggiungere , man mano che la prima verrà assorbita dai legumi .
Ci vorrà all'incirca un 'ora se fate bollire lentamente .
Altrimenti potete utilizzare quelle già pronte ma ve lo dico fin da ora il sapore ci perderà molto .
Affettate sottilmente la carota e la cipolla e schiacciate con il palmo della mano uno spicchio di aglio, fate soffriggere il tutto con qualche cucchiaio di olio e i pezzetti di pancetta .
Quando la cipolla sarà diventata trasparente , aggiungete la metà delle lenticchie e lasciatele insaporire,


Cominciate a diluire con acqua calda leggermente salata e fate sobbollire piano piano .
Prendete poi l'altra metà delle lenticchie e passatela al mixer formando una purea che andrete ad aggiungere alle altre .
Diluite con acqua calda e fate bollire almeno mezz'ora .
Cercate di fare in modo che il brodo non si addensi troppo , perché trascorso il tempo previsto dovrete gettare la pasta e farla cuocere all'interno della casseruola .
Se vedete che il brodo è troppo denso allungate con acqua , viceversa se troppo liquido lasciatelo ancora ritirare sul fuoco.
Fate attenzione però a non lasciarlo troppo liquido perché la minestra dovrà risultare abbastanza soda .





Appena la pasta sarà cotta regolate di sale e pepe ed aggiungete qualche foglia fresca di salvia .
Servite calda ..

BUON APPETITO


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domenica 12 marzo 2017

I BUDINI DI RISO DELLA MIA TOSCANA E LE COLAZIONI AL BAR DI QUANDO ERO CITTINA



Estate voleva dire per la mia famiglia trasferirsi nella casa in campagna  , che il babbo aveva comprato quando io avevo ancora da festeggiare i sei anni.
Diciamo , quindi  ,che i ricordi più vividi che ho della mia infanzia , risalgono a questo posto e questo paese .
La casa in campagna , e le giornate passate con mia sorella Laura e mia cugina Susy , quando bastava un semplice bastone a farci da fantomatico cavallo per trascorrere   giornate intere nei campi coltivati ad olivi , sotto ai quali il contadino che il babbo pagava per curare la nostra tenuta , seminava puntualmente le rape.
Il periodo più bello era questo , quando ormai le rape mostravano tutte le loro infiorescenze  , e noi correvamo dentro a questo mare giallo che fluttuava in base alla corrente del vento come se davvero vi fossero onde a trasportarlo avanti e indietro.
Il lunedì puntualmente ero ammalata almeno fino a quando all'età di dodici anni non subì l'intervento di asportazione delle tonsille.
ll ricordo di quel primo ricovero mi fa venire ancora i brividi se penso che per ingurgitare anche solo la  saliva piangevo lacrime salate ed il gelato per una settimana fu il mio unico nutrimento.
Ricordo bene che , appunto dopo una settimana , la mamma che non aveva risentito la mia voce , mi trovò in camera a cantare una canzone , sigla di un varietà del sabato sera che conduceva il mitico Renato Rascel..
Che ricordi , vivissimi ,impressi nella memoria.
Il mercoledì era giorno di mercato , il che voleva dire vestirsi di tutto punto e andare tutti con la 500 della mamma in paese .
Giornata di festa e di ricorrenze abituali , tra le quali primeggiava la colazione al famoso bar della Luna .
Guardando i banchi odierni delle pasticcerie , mi viene da ridere a pensare come effettivamente noi ci accontentassimo di poco , ma di quanto sicuramente eravamo più felici.
Al bar si ritrovava tutto il paese nel giorno di mercato e la domenica , quando dopo essere usciti dalla Messa , era pressoché impossibile non incontrare una persona con il vassoio di paste da portare  a  casa .
Così faceva anche il babbo , che tra le altre prelibatezze , credo quattro o cinque referenze , portava i budini di riso.
Tipicamente toscano , è un dolce molto semplice per il quale mia sorella andava letteralmente pazza tanto che stamani alzandomi , ho pensato di rifarle i suoi budini di riso..
Si è quasi commossa quando li ha visti e le ho detto che stamani è stata il mio primo pensiero.
Perché se penso all'infanzia non posso che pensare a lei , a tutti i momenti insieme , quando a dividerci c'erano soltanto le ore che passavamo a scuola e ad unirci c'era l'immancabile budino di riso,una tra le tantissime cose ..




INGREDIENTI PER UNA QUINDICINA DI BUDINI

PER LA PASTA FROLLA ESTERNA

  • 500 G DI FARINA 00
  • 200 G DI ZUCCHERO A VELO
  • 4 TUORLI 
  • 250 G DI BURRO
  • 1 PIZZICO DI SALE 
PER IL RIPIENO
  • 1 LITRO DI LATTE (IO USATO QUELLO DI RISO
  • MA CHIARAMENTE VA BENE IL LATTE NORMALE O SOIA)
  • 250 G DI RISO ARBORIO
  • 3 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
  • 2 UOVA
  • 1 AROMA VANIGLIA IN FIALE 
  • ZUCCHERO A VELO




Preparate la pasta frolla . mettendo nel mixer la farina con il burro freddo , poi aggiungete lo zucchero a velo e incorporate le uova con il pizzico di sale .
Lavorate l'impasto brevemente solo il tempo che serve per farlo amalgamare quindi , formate una palla che metterete nel frigo su un piatto coperta da pellicola .
Nel frattempo portate a bollore il litro di latte e quando inizia il bollore, gettatevi il riso , abbassate la fiamma e fate cuocere fino a che il riso non avrà assorbito tutto il latte , spegnete la fiamma e lasciate raffreddare .
Mentre il riso si raffredda imburrate ed infarinate gli stampi da muffins o quelli in stagnola piccoli monoporzione che si trovano nei supermercati .
Tagliate la pasta frolla in dodici/quindici pezzi uguali fate con ognuno delle piccole paline che spianerete e sistemerete negli stampi come a foderare ogni foro.


Riprendete il riso , che si sarà raffreddato nel frattempo e unite tre cucchiai di zucchero , la fialetta di vaniglia , i tuorli e le chiare montate a neve ben ferma .
Mescolate bene tutto l'impasto e riempite con un cucchiaio ciascun tortino di pasta frolla.
Cuocete in forno caldo a 180° circa per 40 minuti.
Togliete dal forno ,lasciate raffreddare e spolverate bene con zucchero a velo .

Ottimi , profumano di infanzia e di sapori semplici...



Semplici come una torre di un piccolo paesino della mia Toscana  , non il mio ma molto vicino ,dove tutto , dal colore , alla cucina e la gente , parla di bontà e semplicità.

Ps..il "cittina" tradotto in italiano è bambina , parola toscana o meglio aretina ...ndr


BUON APPETITO 



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sabato 11 marzo 2017

LA COLAZIONE CON LA TORTA ALLA CREMA DI LATTE E L'ENNESIMO GATTO A RALLEGRARE LA VITA



Avrei  letteralmente strapazzato quel meraviglioso uomo che è il mio nutrizionista , dopo un po' che non ci rivedevamo , ieri ci siamo abbracciati stretti , perché anche con i medici riesco ad instaurare un rapporto meraviglioso..
Come va la tua cucina ??  Molto bene sai , quindi , non togliermi ciò che amo , perché grassina e rotondetta ma felice è meglio che  striminzita ma uno stecco  triste!!!
Ci siamo fatti una risata eclatante e ho pensato che trasformerei ogni minuto della mia vita in attimi di gioia , perché si vive meglio..
Le sue raccomandazioni per una "dieta " che riesca a far stare meglio la mia muscolatura ,  e quando sono uscita da lì ho pensato subito che a casa dovevamo aver finito la torta per le colazioni.
In effetti , è vero , il mio piccolo ed umile blog ,e la mia cucina mi aiutano in questa che gli altri hanno reso una vita di solitudine , semplicemente per capricci di certa gente che agli occhi di tanti si vuol far credere etica.
Per me l'etica è un altra cosa , è aiutare in silenzio chi ha bisogno a volte di tutto , non altro..ma si sa , l'aiutare in silenzio non produce clamore o è visibile agli occhi degli altri.

Sono stata anche in quello che io chiamo lo studio della mia rinascita , dove ormai mi muovo come a casa , la mia fisioterapista mi lascia padrona di orari e tempi , e appena apro la porta mi e ci accoglie questa immagine che serbo dentro anche quando non sono più li..



Così non appena possibile , compatibilmente con gli orari delle visite fiscali , intraprendo le mie lente camminate per dare un senso anche a ciò che leggo.
Le piantine di zucca stanno crescendo sempre con il loro sguardo rivolto verso il sole , le ho annaffiate ieri , e girate per permettere loro di crescere diritte , altrimenti sembravano tanti soldatini chinati verso un nemico .



Chissà se riuscirò a ricavarci qualcosa ??? Sembrava tutto facile quando guardavo il nonno , e restavo affascinata dai suoi lavori , domandandomi come mai la sua fronte fosse sempre imperlata di sudore .
Bisogna vivere ogni situazione per capirla .
Nel frattempo sono diventata anche una gattaia , cosi come mi chiamano ormai in casa , e l'affetto infinito , incondizionato che mi danno gli animali è a volte nemmeno paragonabile con tutto il resto del mondo ,  faccio anche  incontri strani  nei miei cammini e certi attimi che rubo sono emblematici  di quanto abbiano da insegnarci gli animali a noi, che ci riteniamo spesso molto superiori a   loro.. che ridicoli e presuntuosi siamo..!!!



In un giorno di sole , ho incontrato lui , è bastato fargli una carezza e chiamarlo con un nome di fantasia per farlo subito avvicinare , chi ha detto che i gatti sono un'altra cosa dai cani ...i gatti si rapportano con noi in base a come li trattiamo , per esempio..come tutto il resto dell'universo .



Per me è bellissima questa immagine ...



Lei , comunque la prediletta Duchessa sa che con me può dormire sonni tranquilli  e se prima mi seguiva sempre in cucina , adesso cade spesso stramortita ovunque , sarà l'età..

Non ha mai assaggiato un dolce con la crema di latte , e mi chiedo se le farebbe meno male di quei cibi pronti che costano un botto e dicono essere completi di tutto, chissà..in realtà lei è già arrivata a sedici anni di età che festeggia proprio in questo mese ..Auguri a te , parte del mio cuore , sei stata meglio di un figlio per come mi hai assistita ed amata..non posso pensare a quando non sarai più con me.



CREMA DI LATTE GNAM GNAM !!

INGREDIENTI PER LA FARCITURA DI UNA TORTA

  • 200 G DI PANNA DA MONTARE FRESCA
  • 1 CUCCHIAIO COLMO DI MIELE
  • 70 G DI LATTE CONDENSATO 
PER LA TORTA

  • 200 G DI BURRO MORBIDO
  • 250 G DI ZUCCHERO A VELO
  • 130 G DI FARINA 00
  • 130 G DI FECOLA 
  • 5 TUORLI
  • 2 UOVA INTERE
  • 1 LIMONE
  • 4 G DI LIEVITO PER DOLCI
  • 2 PIZZICHI DI SALE 


Per la crema di latte , montate la panna ben ferma a neve , aggiungete il,cucchiaino di miele e il latte condensato , mescolate delicatamente e mette in frigo almeno per un'ora .
Per la torta invece , procedete così.


 Dovete montare molto bene il burro morbido con lo zucchero per un tempo che va dai 20 ai 25 minuti , fino a che vedete che non sia una bella spuma morbida e gonfia .

Mescolate la farina alla fecola e setacciatele insieme.
Grattugiate la buccia del limone e aggiungetela al composto di burro e zucchero al quale poi andrete ad amalgamare anche le uova una alla volta facendole incorporare bene .
Mettete il pizzico di sale , le farine amalgamate , ed infine il lievito.
Imburrate ed infarinate una teglia da 24 cm con apertura a cerniera e versate delicatamente l'impasto.
Fate  cuocere in forno caldo statico a 170° gradi per 40/45 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare sopra una griglia.



Una volta raffreddato aprite il dolce a metà e cospargete la base con la crema di latte precedentemente preparata .
Livellate bene e ricoprite con l'altra metà del dolce.





Se volete potete cuocere il dolce anche all'interno di una teglia più piccola per avere la farcitura più alta nel senso dello spessore .

Si mantiene anche quattro o cinque giorni in frigorifero , anzi , incorporando meglio la crema , la torta acquista molta più morbidezza e sapore ..


BUON APPETITO 



Grazie infinitamente ..siete veramente in tanti a seguire il mio blog/ diario , spero che ciascuno di voi possa trarne qualcosa di buono per la propria vita...
Buon sabato splendida gente 
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venerdì 10 marzo 2017

INSALATA DI BACCALA , TANTA CHE NE RESTI UN PO' PER IL GIORNO DOPO QUANDO SARA ANCORA PIU SAPORITA..





Per amore credo , ma anche e soprattutto per evitare di farti mangiare quei panini squallidi e tristi , spesso la sera cucino qualcosa in maniera abbondante in modo che poi il giorno seguente te lo preparo nella mitica borsa frigo , che contiene dal tovagliolo alle posate , dalla bottiglietta d'acqua alla frutta nonché un piccolo contenitore nel quale ogni giorno finisce qualcosa di diverso fatto con tanta passione .
In realtà ho comprato anche un thermos di quelli per i cibi ma la paura che la pasta ti arrivi troppo scotta all'ora di pranzo è talmente tanta che ancora è da una parte , e mi ricordo di averlo comprato solo quando apro il mobile dove sono le pentole .
A noi piace tantissimo il baccalà, in realtà non ho mai ben capito la differenza tra merluzzo , baccalà e stoccafisso , potrei anche fare presto a capirla  ,basterebbe andare su Internet e digitare le tre voci.
No , voglio scoprirla cucinando e mangiando perché assaporando il cibo mi rendo veramente conto della diversità delle cose .
In Calabria lo stoccafisso è molto osannato , molto più che qui da noi , esiste anche un piccolo paese , Mammola dove lo stocco ,così come lo chiama tuo padre , è davvero rinomato.
Ci siamo sempre ripromessi di andare , ma poi , quando siamo giù , le cose da vedere sono talmente tante che preferiamo dare priorità ad altro.
Comunque ricordo bene che da piccola ,il baccalà era uno dei pochi pesci che entravano in casa , la nonna cucinava o quello  ,o delle seppie con le bietole , per il resto non ho ricordi.
La Toscana è variegata anche in questo , oltre che  per la diversità enorme di dialetti e territori , anche se parliamo di cucina , possiamo trovare da un posto all'altro , delle differenze sostanziali.
La costa , come logico è piena di ricette a base di pesce , l'entroterra si ciba molto più di carne e rinomata selvaggina .
Le verdure dell'orto non mancano mai, e se ci voltiamo verso la Garfagnana anche e soprattutto i piatti a base  di legumi acquistano un notevole prestigio nei menù .
Quindi baccalà alla mano , cerco sempre di realizzare nuove ricette e soprattutto trasportabili..
Nelle mie lunghe passeggiate poi , a volte trovo cose alternative che non disdegno di utilizzare in qualche piatto per decorazione e come ingrediente .




La viola nasce spontanea ovunque qui , ed il suo colore è perfetto da accostare ai formaggi o a dei risotti , non predomina come sapore ma è squisita , ne mangio sempre qualcuna mentre cammino piano e assaporo i benefici per le mia muscolatura a la mia serenità..e poi ti trovi davanti a questo spettacolo.




Mi fermo , mi giro intorno e cerco di immaginare la vita di altri tempi .
Il panorama da qui è bellissimo , e la pace impagabile , mi addentro appena giusto per dare forma ai miei pensieri ed immagino le donne di una volta che a breve in questo periodo infornavano pani e panine unte per la prossima Pasqua ..





Un forno meraviglioso ricoperto ormai di arbusti , lo guardo all'interno , la volta è tutta nera e piena di fuliggine chissà quanto avrà lavorato e accanto , come sempre una piccola apertura con tettino a volta dove probabilmente veniva murata una statua della Madonna , come ad indicare che per fare la cottura si aveva bisogno della sua protezione ..
Che tempi , che storie e che architetture , quelle che adesso ci possiamo solo sognare ..
Ma il baccalà mi aspetta  e scendo piano verso casa , la mente adesso è molto leggera .Basta poco , basta solo accontentarsi e cercare di vedere il bello in ogni cosa..Intorno a casa ormai li trovo ovunque come splendido dono della natura ..






Ne raccolgo qualcuno , e lo metto nel piccolo vaso davanti alla statua della Madonna che ho in camera , chissà se potrà pensare anche a me, se non avessi sempre questa certezza , forse la mia vita sarebbe diversa..






INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • 600 G DI BACCALÀ Già DISSALATO
  • 2 PATATE MEDIE 
  • 1 CIPOLLA ROSSA (MEGLIO SE DOLCE DI TROPEA)
  • 1 CAROTA 
  • QUALCHE FOGLIA DI BASILICO
  • UNA DECINA DI POMODORI SECCHI
  • PEPE,SALE
  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA 

Lessate in acqua alla quale avrete aggiunto solo un pizzico di sale , il baccalà e in un altra pentola fate lo stesso con le patate .
Quando ciascun ingrediente avrò raggiunto la cottura , scolate e lasciate  raffreddare entrambi.
Tagliate la carota a fettine sottili con una mandolina , poi la cipolla e le patate a quadretti .
Sfilettate a pezzetti il baccalà  e ponetelo all'interno d una ciotola , aggiungete il pepe , le verdure tagliate , i pomodori secchi fatti a pezzetti , basilico ed olio , mescolate il tutto ed unite una bella manciata di pepe.
Lasciate riposare per almeno un'ora prima di mangiare ..

Se avanza , ottima idea per un pic nic....

BUON APPETITO


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giovedì 9 marzo 2017

TORTA DI MELE RIPIENA DI CREMA , PERCHE' NOI FESTEGGIAMO SEMPRE SENZA UN MOTIVO O FORSE ABBIAMO OGNI GIORNO UN MOTIVO


Quando mi appresto a scrivere un post sul blog, il primo pensiero è sempre..che cosa vorrebbero i miei lettori ?.. di conseguenza sarebbe bello avere qualcuno che ti chiede qualcosa o ti fa partecipe delle preferenze .
Certo , il blog nasce per mantenere vive certe tradizioni , della mia cucina toscana e non solo , per insegnare a qualcuno a cucinare , perché spero che questa sorta di diario personale culinario , un giorno vi faccia compagnia e magari risentendo il profumo della torta di mele , il pensiero vada subito a quella giornata in cui..
Io credo fermamente che oltre la morte ci sia qualcosa , perché altrimenti non so spiegare le troppe sofferenze in vita .
Il babbo che era un grande credente , a modo suo come diceva lui , ( e questo era bellissimo perché non era il classico bigotto moralista  , ma un buono senza pari..) , frequentava la Chiesa di domenica ,nelle ore in cui sapeva che non avrebbe incontrato tanta gente  e sedeva in fondo alla Chiesa e se ne stava in silenzio per tutta la Messa .
Per un certo periodo , l'ho accompagnato anche io , quando alternavo momenti di profonda religiosità ad altri che invece ero tormentata dai dubbi .
Di questo lui era molto felice , e quando scendevamo le scale della Chiesa  ci prendevamo a braccetto e parlavamo dei nostri piccoli grandi segreti prima di andare in un bar e prendere un caffè.
Non posso dimenticare questi momenti , sono impressi nella mia testa nel mio cuore e seppure il babbo , per motivi di lavoro , non fosse mai stato troppo presente , io ho di lui un ricordo che rinfresco ogni giorno , e sono fiera di essergli sempre stato accanto , anche quando mi chiamava signorina , non riconoscendomi più, a causa della sua tremenda malattia, durata troppo  .
In realtà i suoi occhi dolci , mi hanno sempre fatto capire che io per lui , come mia mamma e mia sorella , rappresentavamo qualcuno a cui era tanto legato perché non appena ci  vedeva , salutava con un sorriso immenso , come non faceva con nessun altro, un sorriso che teneva in serbo solo per noi.
In una delle nostre domeniche di primavera , uscendo dalla Messa , notammo insieme che il cielo era di un colore bellissimo e terso ed alcune scie bianche si incrociavano fra di loro..Vedi , mi disse , anche dal cielo ci amano , e ricorda che quando non ci sarò più , se alzando gli occhi vedrai un disegno così , sarà perché hai bisogno di me ed io ti farò capire che ti sono accanto sempre..Mi arrabbiai , dicendogli che non doveva parlarmi di queste cose , perché non volevo mai nemmeno immaginare che un giorno mi avrebbe lasciata .
Il cielo stamani era così...con lo stesso disegno che ci aveva sorpresi uscendo dalla Messa 




Una sorta di Croce disegnata su un blu infinito..Grazie ,ho pensato , lo so che sei qui , ma non ho potuto fare a meno di piangere e so bene che non avresti voluto.
In realtà non ho motivi per piangere , ma con il trascorrere degli anni sto diventando una vecchia piagnucolona lo faccio anche e soprattutto per belle cose , come quando ieri mi hai portato dei fiori , non pago di avermi regalato il giorno prima un cellulare perché , hai detto ,che il mio ormai se ne stava andando.
E' normale che poi , ad ogni tua semplice richiesta , io ti accontenti , perché la vita è fatta di un dare  e avere , e soprattutto farei qualsiasi cosa per te , che ogni giorno con piccoli ma anche grandissimi gesti d'amore , mi fai capire che la vita è una cosa meravigliosa da vivere .




Adesso ogni angolo di casa è veramente pieno di colore e fiori..stiamo aspettando la primavera .
Mi hai chiesto la torta di mele , certo , ma non normale , con una crema all'interno per le nostre colazioni ..
Il ricatto è stato , (perché chiaramente c'è sempre e ci mettiamo a ridere) ..io la cucino , tu però accetti di fare una foto mentre tieni la torta pronta in mano ..sai quelle foto che ormai tutte le food blogger mettono nei loro blog ???  Presentare il cibo come vecchi camerieri , personalmente , dai compagni , figli e nonni sta diventando di moda ...e tu lo hai fatto!!!!



Concludo prima di darvi la ricetta con questa bellissima foto che secondo me è molto emblematica..seguite il consiglio . 
A me lui piace molto..







INGREDIENTI PER LA TORTA DI MELE ALLA CREMA 

PER LA CREMA 
  • 500 ML DI LATTE 
  • 50 G DI FARINA
  • 1 BUSTINA DI VANILLINA
  • 100 G DI ZUCCHERO
  • 4 TUORLI


Unite i tuorli allo zucchero ,poi aggiungete la vanillina e la farina setacciata mentre scalderete il latte ,lasciandolo tiepido.
Versate a filo il latte e mescolate bene il tutto.



Se volete , a vostro piacimento , aggiungete qualche goccia di limone .
Rimettete sul fuoco e mescolate di continuo.



Non appena la crema si sarà addensata , togliete dal fuoco e lasciate la da parte.



PER LA TORTA DI MELE 

  • 600 G DI MELE 
  • 3 UOVA
  • 70 G DI BURRO
  • 1 BUSTINA DI LIEVITO PER DOLCI
  • 1 LIMONE
  • 200 G DI ZUCCHERO
  • 1 VASETTO DI YOGURT
  • 200 G DI FARINA 00
  • 1 PIZZICO DI SALE
  •  1 CUCCHIAIO DI VINSANTO O RUM
  • ZUCCHERO A VELO




Sbucciate le mele e affettatele a fettine abbastanza sottili che metterete in una ciotola con il liquore ed il limone .
Sbattete le uova con lo zucchero , aggiungete il burro morbido , lo yogurt,ed il pizzico di sale .
Grattugiate la scorza del limone ed aggiungete anche questa.
Mescolate la farina al lievito e cominciate a farla incorporare all'impasto mescolando di continuo.

Imburrate ed infarinate una teglia a cerniera , e versate metà dell'impasto.
Coprite con un primo strato di mele , all'incirca la metà del totale.



Versate sopra le mele la crema pasticcera precedentemente preparata ,livellandola bene aiutandovi con il dorso di un cucchiaio .


Adesso versate l'altra metà di impasto e procedete a sistemare le mele rimaste .



Infornate in forno già caldo statico a 180° per 45 minuti , sempre con la raccomandazione che ogni forno ha i suoi tempi , per cui controllate visivamente ma non aprite mai il forno prima di una mezz'ora .



Togliete la torta , lasciatela raffreddare  e cospargetela  di zucchero a velo.


BUON APPETITO 

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