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mercoledì 15 marzo 2017

SBRICIOLATA DI MELE RIVISTA A MODO MIO E LA RICERCA CONTINUA DI NON SO CHE COSA



Se mi chiedessero di descrivere una mia giornata tipo , quando sono costretta a stare a casa , credo che sarei in difficoltà a cercare delle risposte da dare .
Tra una fisioterapia ed una iniezione di acidi ialuronico e non , pretendo di voler fare tutto come se niente fosse , fino a sfiancarmi e sfinita gettarmi nel divano con uno sguardo fisso e assente che molto spesso preoccupa chi mi sta attorno .
Franci e Sergio a volte mi scuotono le braccia e mi chiedono se va tutto bene ..si si va tutto bene stavo pensando che è finita di nuovo la colazione.
I budini di riso hanno fatto il fumo e mentre mamma se ne andava a fare la spesa e mi chiedeva se mi occorresse qualcosa io pensavo nella mia testa ..il burro mamma il burro..manca sempre il burro .
Lei mi ha risposto che abbiamo un buon olio e che forse fa anche meno male ..ma posso inventarmi una frolla senza burro..certo posso farcela .Posso inventarmi un dolce veramente ruspante come le galline che razzolano davanti a casa  tutto il giorno , e che invadono anche il nostro giardino , ma non sono nostre .
Penso che qualcuna farà una brutta fine , specialmente quando le trovo a razzolare sulle rose..Lo dico alla mia meravigliosa vicina , ma lei con una delle sue grida Hasta Silvia  !!(è rumena ndr..) non so che cosa voglia dirmi e allora sorrido  ,tanto capisco che è tempo perso..e mentre salgo le scale le dico che un buon brodo farà ben a tutti..lei risponde Hasta e finiamo il colloquio così!!!
La mamma è tornata ed io sono nel balcone a fotografare la mia torta ...ma non ti occorreva il burro...no mamma ho usato quel poco che avevo e l'ho sostituito con l'olio ..
Ma devi proprio stare in ginocchio per fare un a foto ??
A volte  ,mamma , a volte..
Franci torna da correre e gli propongo una fetta di torta ...sai che non mi piace con le mele  !
La guardo e la metto a riposare nel contenitore apposito e mi accorgo che è già ora di accendere il barbecue , il primo di questo nuovo anno , e mentre guardo incantata lo spettacolo del fuoco che arde , un bip nel telefono mi annuncia un messaggio..
Franci si affaccia e mi chiede se ho il telefono con me...il messaggio dice...
Mamma la torta è buonissima..
A posto  ,adesso sono a posto ..basta poco per essere felici.
E all'incirca alle ventidue e trenta quando abbiamo finito di mangiare , lo so anche questo mi fa davvero bene ,anche tu mi dai conferma di ciò che ha detto Franci..ti tolgo la torta da sotto , non hai tempo per digerire perché dobbiamo già andare a dormire ..la sveglia suona anche domani alle sei e mezza per una altra tua giornata di quasi quindici ore fuori..e mi chiedo quanto aiuto mi ha dato certa gente ....



INGREDIENTI PER UNA TORTA DIAMETRO 24

  • 150 G DI FARINA 00
  • 350 G DI FARINA INTEGRALE 
  • 100 G DI BURRO
  • 4 ALBUMI
  • 1 PIZZICO DI SALE
  • 1 CUCCHIAINO DI CANNELLA 
  • 150 G DI OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA 
  • 200 G DI ZUCCHERO A VELO (SE POTETE FATELO CON IL MIXER PARTENDO DALLO ZUCCHERO SEMOLATO NON RAFFINATO )
  • 4 CUCCHIAI DI ZUCCHERO SEMOLATO
  • 1 CUCCHIAIO DI ZUCCHERO DI CANNA 
  • 5/6 MELE
  • 1 LIMONE 


Preparate l'impasto seguendo il metodo della normale pasta frolla quindi mescolando le due farine , nel mixer con olio e burro, aggiungendo il pizzico di sale e lo zucchero.Terminate con gli albumi e fate un composto che dovrete lavorare poco e mettere in frigo per almeno un'ora .
Ho usato gli albumi perché mi erano rimasti dalla preparazione dei budini di riso ma potete usare tranquillamente anche i tuorli.

Sbucciate le mele e spremete il limone .



Pulitele e fatele a pezzetti che metterete dentro ad una padella antiaderente , irrorando con limone e spolverando con tre cucchiai di zucchero.



Ponete sul fuoco la padella e lasciatela almeno una mezz'ora a fiamma bassa per dare modo alle mele di amalgamarsi allo zucchero e ammorbidirsi.


Nel frattempo riprendete la pasta e dividetela a metà.
Stendete la prima metà con il mattarello e distribuitela in una tortiera coperta con carta da forno.


Fate delle pressioni con le dita  perché almeno le mele si adageranno meglio .
Ricoprite il tutto con le mele .



Spolverate le mele con cannella e il cucchiaio di zucchero grezzo.


Con l'altra metà di pasta andate a ricoprire le mele cercando però di sbriciolarla con le mani , con briciole non uniformi .



Mettete in forno caldo statico a 180° nella parte un pochino più bassa per 15 minuti poi rialzate al piano superiore e lasciate cuocere per ulteriori venti minuti o fino a quando non vedrete che la superficie sarà di un bel colore dorato.



Questa torta , di un sapore semplice e antico è nata in uno di quei giorni in cui con mamma siamo andate di nuovo alla ricerca di porcellane e vettovaglie della nonna nel salone di casa  ..
Ormai ho quasi tutto di lei , ed il pensiero che non potrò più cercare tra le sue cose mi ha leggermente intristita perché dietro a quel cercare , c'è un bisogno di ritrovare cose lontane e ricordi meravigliosi..ti ho nel cuore nonna ..sempre 

BUON APPETITO 







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martedì 14 marzo 2017

LA CIACCIA " COI CICCIOLI " E IL TUO MODO DI GUARDARMI STRANO



Quando e se posso , cerco di reperire farine della zona , ci sono alcuni mulini dai quali ancora è possibile acquistare farina decente , quella buona per fare il pane , la pasta e la mitica "ciaccia" .
Ciaccia è il toscanizzato di schiacciata , focaccia , che chiaramente assume un nome diverso in base ai dialetti e le località.
E' generalmente cotta nel forno a legna e viene impressa con le dita sulla superficie per creare la caratteristica visione a buche all'interno delle quali si deposita sale ed olio.
Potete quindi immaginare che bontà possa essere in associazione a delinquere , così come la chiamo , con salumi e formaggi tipici .
La cucino molto spesso , quando a corto di pane devo rimediare velocemente .
Velocemente, utilizzo il metodo della focaccia genovese perché in realtà la vera schiaccia toscana necessita di  almeno una notte di lievitazione .
Quindi ..con lo stesso identico sistema della genovese ho impastato la mia buona farina  ma ho aggiunto 
una bella manciata di pancetta e pepe per ricreare la ciaccia unta quella che assieme alla panina è protagonista delle nostre tavole prettamente nel periodo Pasquale , ma io in questo sono molto particolare , perché se mi va la ciaccia unta il quindici di agosto me la faccio,magari facendomi accendere il nostro forno a legna .


Tu , chiaramente da buon Calabrese quale sei non ami molto il pane sciocco , per cui il fatto che qualche volta lo sostituisco con la ciaccia unta ti rende veramente felice  (al di la del fatto che ancora dire ciaccia unta magari per te è un problema ).
Capisco , a volte mi guardi strano , quando con qualche termine toscano descrivo le cose ..il fatto è che il tuo Calabrese io lo sto capendo solo adesso un po' , per cui quando dico ciaccia unta non sorprenderti più di tanto perché alla fine la vera lingua italiana profuma molto di Toscanità...e alla fine tu ormai non hai più nemmeno mezzo accento calabrese  ,almeno quando sei a casa , perché come ci troviamo nella tua regione o con i tuoi genitori rispolveri il tuo vocabolario ,ed è li che io mi sento aliena !!
Comunque in poco tempo se volete realizzate questa bontà e magari esercitatevi qualche volta prima di Pasqua , potete farla più o meno bassa a seconda di quanto stenderete la pasta , in entrambi i casi non vi deluderà..



INGREDIENTI PER UNA TEGLIA 

  • FARINA 00 170 G
  • FARINA MANITOBA 100 G
  • ACQUA 170 G
  • LIEVITO DI BIRRA FRESCO 15 G
  • SALE 6
  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA 20 G 
  • MALTO O ZUCCHERO 4 G
  • 150 G DI PANCETTA STAGIONATA 
  • PEPE NERO MACINATO AL MOMENTO
Sciogliete il lievito di birra assieme al malto o zucchero nell acqua , quindi impastate metà della farina 00 mescolata alla Manitoba facendo incorporare acqua piano piano.
Aggiungete il sale ed i pezzetti di pancetta all'impasto nonché una bella macinata di pepe nero quindi continuate ad impastare aggiungendo tutta la farina , formate una palla che lascerete lievitare per almeno mezz'ora .
Poi riprendete l'impasto e stendetelo un po' a rettangolo sovrapponete la parte sinistra sulla destra e rimettete a lievitare per un 'ulteriore mezz'ora / ora .
Trascorso questo tempo riprendete l'impasto e stendetelo su una teglia da forno che avrete ben oliata .
Fate con le dita i classici buchi mettete ancora un goccio di olio ed infornate a 200° per circa venti minuti..
Dovete vedere la superficie ben colorata .
Togliete dal forno e fate asciugare la schiacciata sopra una griglia ...


BUON APPETITO 




Per ultimo ma non meno importante diciamo che oggi celebro una cara vicina di casa che si è splendidamente laureata !! Che forza Laura tu ed Eleonora siete nel mio cuore , perché siamo rimasti i vicini di una volta quelli su cui sai che puoi  sempre contare e perché siete il vero orgoglio di genitori meravigliosi umili ed onesti che si sono sempre spaccati la schiena con il loro lavoro.
Vedere le lacrime di gioia mista a commozione nel volto di tuo padre stamani è stata la cosa più bella di tutta la giornata ...
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lunedì 13 marzo 2017

MINESTRA DI LENTICCHIE PER INIZIARE UN ALTRA SETTIMANA



Pensavo a tanti proverbi , che la nonna ed il nonno tiravano fuori non appena si presentava l' occasione opportuna , per far capire meglio   ,più che con  ogni altra cosa , di che cosa volessero parlare .
I proverbi sono la saggezza dei popoli , lo sostengo sempre perché dietro ciascuno di loro ci sono tante   verità.
Chi vuol vivere e star bene , pigli il mondo come viene ...
Ecco , questo credo però che sia uno di quei pochi che non sono mai riuscita a mettere in pratica ,perché se c'è una cosa che proprio non so fare è prendere il mondo come viene .
Ricordo una volta , un collega , che mi aveva ammonito , dicendomi che non avrei mai potuto fare il Don Chisciotte perché i mulini a vento mi avrebbero schiacciato di sicuro .
Ed è normale allora che la dove non si ribella il fisico è l'anima  a farlo , che se non stai attento a cogliere ben ogni piccolo aspetto e segnale che ti invia , puoi anche compromettere tante cose .
Perché come dice una canzone attualissima ,per tenere il cuore con due mani ci vuole coraggio , e tanto tanto ...troppo amore.
Qualche volta sono veramente stanca di combattere con vecchi fantasmi e piccole battaglie quotidiane e per certi aspetti , se non avessi avuto la cucina e questo umile blog ,  avrei probabilmente rasentato la pazzia.
Anche perche è difficile mettersi nei panni degli altri , ed io probabilmente per prima a volte non lo faccio , ma , e ritorno ai proverbi , il male viene per fare male , e si finisce per isolarsi dal mondo ed intristirsi , fatta eccezione che tener conto di quelle poche persone , che conti veramente nelle dita della mano , le quali  ti aiutano ad andare avanti , ma molto spesso finisce che ti accanisci proprio con loro perché con gli altri non puoi ..e non ne hai più voglia.
Ecco allora che inizio la settimana pensando a quanto ancora dovrò passare lunghe giornate in solitudine sempre ad aspettare , e mentre apro il frigorifero , mi rendo conto che la prima battaglia della giornata , sarà con lui ,grande e fedele lievito madre.


Sei qui che quasi supplichi di essere rinfrescato , e vedi io non l'avevo capito ..ormai sono due anni che sei con me grande e devoto lievito.
Con te ne abbiamo viste e fatte di tutti colori , dalla Margherita alla Quattro Stagioni e difficilmente mi hai delusa..
No , non sto diventando pazza , però a volte mi capita di parlare con tutto quello che ho davanti, ma il pensiero da qualche giorno va irreparabilmente ad altri luoghi , sarà che non esco da mesi ed il sorriso piano piano comincia a scemare ...



Però come dare torto al mio pensiero..???

Allora lenticchie alla mano oggi tocca alla minestrina , molto buona però , e poi ultimamente vi avevo abituato male ..troppo ghiotti i miei lettori !!!!

INGREDIENTI PER TRE PERSONE

  • 300 G DI LENTICCHIE GIÀ LESSATE 
  • 1 CAROTA 
  • 1 CIPOLLA 
  • 80 G DI PANCETTA A DADINI
  • 3 PUGNI DI PASTA DA MINESTRA 
  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
  • QUALCHE POMODORO MATURO
  • SALE , PEPE
  • SALVIA
  • AGLIO




Se potete mettete a cuocere le lenticchie dopo averle ammollate per un 'oretta in una casseruola  dove avrete messo acqua a coprirle abbondantemente , 2 spicchi di aglio in camicia , cioè non sbucciato ,  e qualche pomodorino , sale e pepe.Procedete con la cottura tenendo da parte dell'acqua calda che andrete ad aggiungere , man mano che la prima verrà assorbita dai legumi .
Ci vorrà all'incirca un 'ora se fate bollire lentamente .
Altrimenti potete utilizzare quelle già pronte ma ve lo dico fin da ora il sapore ci perderà molto .
Affettate sottilmente la carota e la cipolla e schiacciate con il palmo della mano uno spicchio di aglio, fate soffriggere il tutto con qualche cucchiaio di olio e i pezzetti di pancetta .
Quando la cipolla sarà diventata trasparente , aggiungete la metà delle lenticchie e lasciatele insaporire,


Cominciate a diluire con acqua calda leggermente salata e fate sobbollire piano piano .
Prendete poi l'altra metà delle lenticchie e passatela al mixer formando una purea che andrete ad aggiungere alle altre .
Diluite con acqua calda e fate bollire almeno mezz'ora .
Cercate di fare in modo che il brodo non si addensi troppo , perché trascorso il tempo previsto dovrete gettare la pasta e farla cuocere all'interno della casseruola .
Se vedete che il brodo è troppo denso allungate con acqua , viceversa se troppo liquido lasciatelo ancora ritirare sul fuoco.
Fate attenzione però a non lasciarlo troppo liquido perché la minestra dovrà risultare abbastanza soda .





Appena la pasta sarà cotta regolate di sale e pepe ed aggiungete qualche foglia fresca di salvia .
Servite calda ..

BUON APPETITO


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domenica 12 marzo 2017

I BUDINI DI RISO DELLA MIA TOSCANA E LE COLAZIONI AL BAR DI QUANDO ERO CITTINA



Estate voleva dire per la mia famiglia trasferirsi nella casa in campagna  , che il babbo aveva comprato quando io avevo ancora da festeggiare i sei anni.
Diciamo , quindi  ,che i ricordi più vividi che ho della mia infanzia , risalgono a questo posto e questo paese .
La casa in campagna , e le giornate passate con mia sorella Laura e mia cugina Susy , quando bastava un semplice bastone a farci da fantomatico cavallo per trascorrere   giornate intere nei campi coltivati ad olivi , sotto ai quali il contadino che il babbo pagava per curare la nostra tenuta , seminava puntualmente le rape.
Il periodo più bello era questo , quando ormai le rape mostravano tutte le loro infiorescenze  , e noi correvamo dentro a questo mare giallo che fluttuava in base alla corrente del vento come se davvero vi fossero onde a trasportarlo avanti e indietro.
Il lunedì puntualmente ero ammalata almeno fino a quando all'età di dodici anni non subì l'intervento di asportazione delle tonsille.
ll ricordo di quel primo ricovero mi fa venire ancora i brividi se penso che per ingurgitare anche solo la  saliva piangevo lacrime salate ed il gelato per una settimana fu il mio unico nutrimento.
Ricordo bene che , appunto dopo una settimana , la mamma che non aveva risentito la mia voce , mi trovò in camera a cantare una canzone , sigla di un varietà del sabato sera che conduceva il mitico Renato Rascel..
Che ricordi , vivissimi ,impressi nella memoria.
Il mercoledì era giorno di mercato , il che voleva dire vestirsi di tutto punto e andare tutti con la 500 della mamma in paese .
Giornata di festa e di ricorrenze abituali , tra le quali primeggiava la colazione al famoso bar della Luna .
Guardando i banchi odierni delle pasticcerie , mi viene da ridere a pensare come effettivamente noi ci accontentassimo di poco , ma di quanto sicuramente eravamo più felici.
Al bar si ritrovava tutto il paese nel giorno di mercato e la domenica , quando dopo essere usciti dalla Messa , era pressoché impossibile non incontrare una persona con il vassoio di paste da portare  a  casa .
Così faceva anche il babbo , che tra le altre prelibatezze , credo quattro o cinque referenze , portava i budini di riso.
Tipicamente toscano , è un dolce molto semplice per il quale mia sorella andava letteralmente pazza tanto che stamani alzandomi , ho pensato di rifarle i suoi budini di riso..
Si è quasi commossa quando li ha visti e le ho detto che stamani è stata il mio primo pensiero.
Perché se penso all'infanzia non posso che pensare a lei , a tutti i momenti insieme , quando a dividerci c'erano soltanto le ore che passavamo a scuola e ad unirci c'era l'immancabile budino di riso,una tra le tantissime cose ..




INGREDIENTI PER UNA QUINDICINA DI BUDINI

PER LA PASTA FROLLA ESTERNA

  • 500 G DI FARINA 00
  • 200 G DI ZUCCHERO A VELO
  • 4 TUORLI 
  • 250 G DI BURRO
  • 1 PIZZICO DI SALE 
PER IL RIPIENO
  • 1 LITRO DI LATTE (IO USATO QUELLO DI RISO
  • MA CHIARAMENTE VA BENE IL LATTE NORMALE O SOIA)
  • 250 G DI RISO ARBORIO
  • 3 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
  • 2 UOVA
  • 1 AROMA VANIGLIA IN FIALE 
  • ZUCCHERO A VELO




Preparate la pasta frolla . mettendo nel mixer la farina con il burro freddo , poi aggiungete lo zucchero a velo e incorporate le uova con il pizzico di sale .
Lavorate l'impasto brevemente solo il tempo che serve per farlo amalgamare quindi , formate una palla che metterete nel frigo su un piatto coperta da pellicola .
Nel frattempo portate a bollore il litro di latte e quando inizia il bollore, gettatevi il riso , abbassate la fiamma e fate cuocere fino a che il riso non avrà assorbito tutto il latte , spegnete la fiamma e lasciate raffreddare .
Mentre il riso si raffredda imburrate ed infarinate gli stampi da muffins o quelli in stagnola piccoli monoporzione che si trovano nei supermercati .
Tagliate la pasta frolla in dodici/quindici pezzi uguali fate con ognuno delle piccole paline che spianerete e sistemerete negli stampi come a foderare ogni foro.


Riprendete il riso , che si sarà raffreddato nel frattempo e unite tre cucchiai di zucchero , la fialetta di vaniglia , i tuorli e le chiare montate a neve ben ferma .
Mescolate bene tutto l'impasto e riempite con un cucchiaio ciascun tortino di pasta frolla.
Cuocete in forno caldo a 180° circa per 40 minuti.
Togliete dal forno ,lasciate raffreddare e spolverate bene con zucchero a velo .

Ottimi , profumano di infanzia e di sapori semplici...



Semplici come una torre di un piccolo paesino della mia Toscana  , non il mio ma molto vicino ,dove tutto , dal colore , alla cucina e la gente , parla di bontà e semplicità.

Ps..il "cittina" tradotto in italiano è bambina , parola toscana o meglio aretina ...ndr


BUON APPETITO 



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